Cronaca - 11 settembre 2024, 16:48

Due rapine per quaranta euro a Saluzzo: il pm chiede la condanna a 9 anni, i giudici lo assolvono

Accusato di rapina pluriaggravata, tentata rapina pluriaggravata e lesioni personali, assolto un diciannovenne con numerosi precedenti. Il "complice" aveva già patteggiato la pena. L'aggresione avvenne nel luglio 2023

Aula del tribunale di Cuneo

Aula del tribunale di Cuneo

Nella notte dell'8 luglio 2023 i Carabinieri di Saluzzo arrestarono due giovani di 18 e 19 anni per rapina, tentata rapina e lesioni.

Uno dei due, C.A.B., dopo l’arresto aveva patteggiato la pena (sospesa) risarcendo entrambe le vittime. Quella notte, il giovane entrò a volto coperto in un appartamento del centro storico, in via Volta. Con lui ci sarebbe stato anche E.E., diciannovenne di origini marocchine con numerosi precedenti penali e attualmente in misura cautelare. Per lui il pubblico ministero ha chiesto, questa mattina, la condanna a 9 anni di carcere oltre al pagamento di 4.500 euro di multa. Ma per i giudici del collegio, E.E. non avrebbe avuto nulla a che fare con quella notte di sangue: il giovanissimo, classe 2004, è stato infatti assolto con formula piena.

Stando alla ricostruzione della Procura, i due avrebbero spesso frequentato quell’appartamento perché vi abitava un loro conoscente. Quella notte, entrati in casa con le chiavi, poi trovate nel marsupio di C.A.B., e con il volto travisato, sorpresero il nuovo inquilino che dormiva, lo picchiarono a sangue e lo aggredirono per 40 euro.

Usciti in strada, poi, incontrarono un altro ragazzo che tentarono di rapinare del portafoglio: il colpo però non andò a buon fine, perché interrotti da un passante che, assistendo alla scena, si mise ad urlare. Ad aver scelto il rito ordinario di fronte al Collegio dei giudici cuneesi è stato E.E. che, accusato di rapina pluriaggravata, tentata rapina pluriaggravata e lesioni personali, ha sempre negato ogni addebito.

A sostenere la sua innocenza, alla luce di alcuni dettagli inesatti che sarebbero stati forniti dalle vittime, è stato anche il suo legale. L’avvocato ha parlato dell’abbigliamento del 19enne, che sarebbe stato diverso da quello del soggetto entrato in casa quella notte assieme a C.A.B. e il mancato riconoscimento di alcune cicatrici che E.E. aveva sulle spalle e sul braccio. 

Il pubblico ministero, nella sua richiesta di condanna, non ha usato mezzi termini: “Se una persona la mattina si guarda allo specchio e non si rende di quello che ha fatto e anzi, lo rimuove sostenendo di essere accusato ingiustamente, è una bomba ad orologeria sociale”. Per i militari intervenuti e le vittime sia della prima che della seconda rapina non andata a buon fine, nessun dubbio che fossero loro, C.A.B. e E.E.: “Si trattava di un ragazzo di carnagione chiara, in carne e con i capelli biondi – aveva riferito un Carabiniere intervenuto quella sera - e un altro ragazzo più alto, circa un metro e ottanta. Ci è stato spiegato che si sono presentati a petto nudo e il volto travisato con le magliette che indossavano”.

A ripercorrere in tribunale la brutta esperienza anche il ragazzo fermato in Via Volta: “Quella sera ero al pub con alcuni amici – aveva iniziato a spiegare –. Mi ero alzato per andare a casa a prendere una felpa, quando ho visto due ragazzi con una maglietta nera. Mi hanno fermato chiedendomi se volessi del ‘fumo’. Io ho risposto di no ma poi uno dei due mi ha detto ‘di dargli il portafoglio e dopo pochi secondi è uscito il mio vicino di casa che ha urlato di lasciarmi stare e loro sono scappati”. Per il giovane, nessun dubbio che i due fossero C.A.B. e E.E.: “Uno era biondo, di carnagione chiara e un po’ più basso – ha proseguito -. L’altro aveva la carnagione scura ed era più alto, con i capelli neri. A chiedermi se volessi il fumo e poi di dargli il portafoglio è stato il ragazzo biondo. Li conoscevo di vista”.

CharB.

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