Sanità - 05 settembre 2024, 07:11

Il reparto di Medicina interna dell'ospedale di Verduno. "Una sfida stimolante che ha un approccio sartoriale"

Il direttore Fulvio Pomero racconta le difficoltà in corsia e parla dell'importante convegno, che il 13 e 14 settembre presiederà: "Ci saranno 70 tra relatori e moderatori da tutta Italia"

Fulvio Pomero, direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale Ferrero di Verduno

Fulvio Pomero, direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale Ferrero di Verduno

Un po' tra Dr. House, il celebre medico di una serie televisiva creata nel 2004, che riusciva a venire a capo di malattie complicatissime, basandosi sul suo intuito geniale, e Doc, telefilm italiano in cui Luca Argentero, è un primario che si occupa dei suoi pazienti con uno sguardo nuovo e autentico: la medicina interna è un universo complesso, multisfaccettato, che necessita di un approccio che vada, a volte al di là dei protocolli.

A capire la realtà concreta e non cinematografica di questo reparto ci aiuta Fulvio Pomero, direttore Dipartimento Area Medica e direttore della Struttura Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno.

Domanda difficile: di cosa si occupa la medicina interna?

"La medicina interna è quella specialità ospedaliera che si occupa di ricoverare i pazienti complessi, quelli che solitamente o hanno una diagnosi difficile da ottenere, oppure sono complessi perché hanno più di una patologia di pertinenza anche di aree specialistiche diverse".

Quindi, il vostro approccio è particolare?

"Occorre tenere in considerazione ogni aspetto del paziente, se si vuole riuscire a raggiungere e ritagliare su di lui la migliore delle cure, che a volte può essere anche la desistenza dalle stesse. Quindi, ogni paziente deve avere una terapia e delle cure sartoriali e non unicamente per approccio a protocolli che spesso e volentieri si contraddirebbero l'uno con l'altro: avendo più situazioni cliniche, applicare il protocollo di una di queste vorrebbe dire magari violare quello di un'altra. Insomma, dobbiamo approcciare il paziente in modo sartoriale".

Generalizzando, ci sono patologie più comuni nel vostro reparto?

"Durante il periodo Covid, non solo a Verduno, ma in tutta Italia, la maggior parte dei pazienti, il 70% è stato ricoverato nei reparti di Medicina interna. Se usciamo da questo periodo che ci ha messo davvero in difficoltà, noi abbiamo come principali patologie, che spesso si abbinano però ad altre, lo scompenso cardiaco, le patologie respiratorie e le patologie settiche, ovvero le infezioni. Non è, peraltro, inusuale vedere pazienti con patologie oncologiche che, per un motivo o per un altro, hanno delle forme che si sovrappongono".

Chi sono i vostri pazienti?

"Il paziente della medicina è un paziente mediamente di età avanzata. Stiamo assistendo negli ultimi anni, però, al ricovero di pazienti anche in fascia d'età più giovani perché si rivolgono in Pronto Soccorso e la diagnosi non sempre può essere immediata. E proprio come si diceva prima, quando la diagnosi è complessa, magari la patologia è un po' più rara, il paziente va ricoverato per sviluppare l'iter diagnostico. E lì abbiamo progressivamente aumentato la quota di pazienti più giovani che si presentano con quadri complessi, difficili da affrontare in ambulatorio per motivi logistici, e allora a questo punto il paziente viene ricoverato in medicina interna".

Il suo lavoro ricorda quello di diverse serie tv Dr. House e Doc.

"La prima, forse è un po' portata all'eccesso, mentre nella seconda, più verosimile, che guardavo con mia figlia, curano due pazienti a puntata. Noi ne abbiamo 88 da seguire contemporaneamente, di cui quattro di terapia sub intensiva, dove ci sono i pazienti che hanno bisogno di cure a elevata intensità. E quindi, diventa una sfida quotidiana stimolante".

Come è composta la vostra squadra?

"Alcuni medici lavorano su aree ben precise, e cioè abbiamo tre ematologi che non si occupano del reparto, ma di ematologia, sempre dentro la nostra struttura della medicina interna. Abbiamo due reumatologi che sostanzialmente fanno lo stesso e, poi, invece a occuparsi dei malati del reparto ci sono 21 medici".

La medicina interna sarà protagonista a Verduno di un importantissimo congresso, presieduto da lei.

"Venerdì 13 e sabato 14 settembre l’Auditorium dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” sarà sede del Congresso “Medicina Interna 2024 - Clinica e Ricerca si incontrano”, un appuntamento di due giorni per discutere le principali evoluzioni in tema di innovazione diagnostica e terapeutica nel campo della Medicina Interna".

Di cosa si tratta nello specifico?

"Sono circa 70 i partecipanti, tra relatori e moderatori, che appunto intervengono da varie aree dell'Italia con esperienze diverse e ha come obiettivo quello di aumentare le conoscenze nell'ambito della medicina interna. Il titolo stesso vuole, in qualche modo, richiamare l'attenzione sul fatto che le cure portate al letto del paziente sono la sintesi tra ciò che è la clinica, cioè ciò che il medico sa e ha imparato, e la ricerca, cioè quello che al medico viene proposto di nuovo. Si cercherà di rispondere alla domanda: "Dov'è che si può mettere insieme la clinica e la ricerca?". L'evento formativo  cerca di spostare un po' più in là la frontiera delle conoscenze.di tutti noi, medici, infermieri, medici ospedalieri, medici di medicina generale".

 

Daniele Vaira

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