Attualità - 03 settembre 2024, 07:41

In tutto il Piemonte stanno sparendo gli artigiani: fabbri, elettricisti e idraulici sono a "rischio-panda"

Secondo i dati di Confartigianato, dal 2012 al 2023 si sono persi 46,193 operatori in tutta la regione, di cui 21.873 solo nel capoluogo. De Santis: "Servono politiche strategiche, altrimenti rischiamo l'estinzione di molti mestieri"

In Piemonte sono sempre di meno gli idrauilici e altri mestieri artigiani

In Piemonte sono sempre di meno gli idrauilici e altri mestieri artigiani

Un calo verticale che ha il sapore del crollo, nel giro (breve) di un solo decennio. I mestieri in Piemonte stanno sparendo e - presto - potrebbero trasformarsi in veri e propri "panda", minacciati dalla prospettiva dell'estinzione.

Un decennio in calo

Lo dicono gli ultimi dati di Confartigianato, che da 2012 al 2023 ha quantificato in 46.139 le unità perse in tutta la regione (per un calo del -25,8%, quindi superirore a un quarto) e, solo a Torino, di -21.873 unità.

Se questo stillicidio di imprese artigiane non viene affrontato con provvedimenti che non siano a spot, ma con politiche strategiche - ammonisce Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino - il rischio è che tra qualche anno molti mestieri dell’artigianato, come l’elettricista, l’idraulico e il fabbro potrebbero diventare come i panda, a rischio estinzione”.

Un fenomeno nazionale 

Allargando il campo d'analisi, infatti, emerge come la difficoltà a reperire artigiani stia diventando un fenomeno crescente in tutta Italia. Nel 2023 le imprese italiane non sono riuscite a reperire il 45,1% della manodopera necessaria.

A questi numeri si aggiungono quelli forniti dalla CGIA di Mestre che ha elaborato i dati dell’Inps e di Infocamere e Movimprese: se nel 2012 le imprese artigiane erano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 la platea complessiva è crollata di quasi 410mila soggetti (-73mila solo nell’ultimo anno); ora il numero totale sfiora quota 1.457.000. In questi undici anni si è assistito a una caduta verticale, che si è interrotta solo nell’anno post Covid (+2.325 tra il 2021 e il 2020).

Un podio scomodo

Per quanto riguarda le regioni, appunto, il Piemonte si colloca al terzo posto alle spalle soltando di Abruzzo (-29,2%) e Marche (-26,3%). In termini assoluti, invece, a perdere più artigiani sono state Torino con -21.873 unità e Milano -21.383. Il dato medio nazionale è di -22%.

Crediamo sia arrivato il momento di metterci tutti attorno ad un tavolo e discutere di un fenomeno che presenta più aspetti: da una parte assistiamo ad una moria di imprese artigiane e dall’altro registriamo una difficoltà sempre più crescente nel reperire manodopera specializzata – ribadisce De Santis -. L’analisi del mismatch va affrontata sotto vari punti di vista. Dobbiamo agire in fretta, condividendo una strategia territoriale e regionale con le istituzioni, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, mondo dell’istruzione e della formazione, che consenta di poter avviare una nuova stagione politica. È il momento di programmare politiche adeguate e incisive che investano il settore economico e sociale e che siano concertate e condivise con tutti i soggetti interessati, pubblici e privati”.

Denatalità e non solo

Da affrontare poi, dal punto di vista sociale, è il tema della crisi demografica. Denatalità e invecchiamento della popolazione inevitabilmente influiscono sulla mancanza di candidati e sulla carenza di capitale umano. Oltre alla difficoltà già nota e denunciata da tempo delle difficoltà nel passaggio generazionale e nella "vocazione" a svolgere determinate attività, considerate meno nobili perché manuali.

La produttività cresce se si aumentano e incentivano gli investimenti non solo in attrezzature o strategie green ma anche e soprattutto in competenze – continua De Santis -. Chiediamo un intervento pubblico a sostegno proprio degli investimenti, nuove politiche del lavoro e della formazione, interventi a favore della natalità e delle famiglie, una diversa gestione dell’immigrazione, considerato che nelle imprese una buona quota di dipendenti è straniera".

Come i panda

Se questo stillicidio di imprese artigiane non viene affrontato non con provvedimenti spot ma con politiche strategiche, il rischio è che tra qualche anno molti mestieri dell’artigianato, come l’elettricista, l’idraulico e il fabbro, potrebbero diventare come i panda, quindi a rischio estinzione – conclude De Santis - ad esempio occorre porre in essere azioni di accompagnamento ed assistenza per il passaggio del testimone tra il titolare dell’impresa e giovani aspiranti artigiani, facilitandone l’ingresso attraverso sgravi fiscali e azioni mirate con un patto di continuità aziendale”.

Massimiliano Sciullo

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