Attualità - 03 settembre 2024, 15:09

Acquedotto di Cuneo, di nuovo pulita l’acqua del Bandito. Ma Acda frena l’ottimismo

Il direttore Ponta segnala l’esaurimento delle condizioni d’intorbidimento delle ultime settimane e avverte: “Scenario in costante mutamento e nessuna evoluzione positiva in vista”

Acquedotto di Cuneo, di nuovo pulita l’acqua del Bandito. Ma Acda frena l’ottimismo

L’emergenza intorbidimento che nelle ultime settimane ha coinvolto l’acquedotto di Cuneo – nata dall’insabbiamento della sorgente delle Grotte del Bandito a Roaschia, la principale tra le tre che lo alimentano – si è ufficialmente conclusa. A darne conto con una comunicazione ufficiale l’ACDA, la società cuneese dell’acqua, che nei giorni più intensi dell’emergenza ha messo in piedi una vera e propria task force coordinata dall’ingegner Fabio Monaco e composta da geologi, professori, ingegneri idraulici.

I disagi sono iniziati dopo le intense perturbazioni di domenica 18 agosto, e a seguito dei fallimentari tentativi di contenere il livello di torbidità della sorgente con le classiche manovre in rete previste.

Acda si è quindi trovata a pulire i serbatoi e a diramare la richiesta di emissione di un’ordinanza di non potabilità dell’acqua nei territori dei comuni di Borgo San Dalmazzo, Boves, Castelletto Stura e Cuneo.

Ponta: “Servono risposte immediate, e soluzioni tampone”

Nel comunicato diramato oggi (martedì 3 settembre) il direttore Andrea Ponta ringrazia tutte le maestranze che in questa e in altre situazioni hanno prestato il proprio impegno lavorando con passione e capacità, senza orari. Ma è tutt’altro che ottimista rispetto al futuro.

Abbiamo ormai più segnali che le sorgenti di alimentazione stiano subendo mutamenti preoccupanti – ha detto -. Ad esempio, nonostante un anno di copiose precipitazioni, oggi misuriamo un livello di acqua inferiore rispetto alla media degli scorsi anni che, voglio ricordare, sono stati anni di siccità straordinaria”.

Dobbiamo dare risposte immediate per avere allerte più sollecite e soluzioni tampone che possano evitare, almeno in parte, i problemi riscontrati già ben tre volte in un anno – prosegue il direttore di ACDA -. Questo impegno, però, non ci pare esaustivo e vogliamo lavorare anche su una prospettiva di lungo periodo perché l’area servita abbisogna di un’alimentazione idrica costante e di qualità”.

Non esiste un pericolo immediato. Non dimentico, però, che dal 2020 in quest’area o nelle immediate vicinanze, si sono verificate due tempeste drammatiche, quelle che i francesi hanno battezzato Alex e Aline che anche sui nostri territori hanno provocato milioni di euro di anni, peraltro non ancora del tutto riparati. Non dimentico che per due anni la siccità ha colpito in particolare proprio l’area del Cuneese e che, oggi, ad ogni pioggia violenta succedono in montagna disastri ambientali” continua ancora Ponta.

Il cambiamento climatico sta sconvolgendo anche il nostro territorio, è ormai un fatto assodato – conclude Ponta -. Quindi è indispensabile approfondire i problemi e cercare soluzioni, senza aver timore di generare apprensione nella pubblica opinione: la situazione è in continuo mutamento e non si sta evolvendo in positivo”.

redazione

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