Scuole e corsi - 27 agosto 2024, 12:57

Hanno superato concorsi e selezioni, ci sono cattedre da coprire, ma restano precari: la rabbia dei docenti della Granda

Una situazione paradossale che si sta verificando in tutta Italia, come spiega Doriano Ficara della FLC Cgil Cuneo. Migliaia di euro investiti per tanti aspiranti docenti, certi di avere un ruolo che nel giro di tre giorni si sono visti negare

Doriano Ficara

Doriano Ficara

E' uno dei tanti, delle centinaia di aspiranti docenti, ad aver fatto il lungo e costoso percorso per diventare insegnante di sostegno per le scuole superiori e ottenere, finalmente, l'immissione in ruolo.

Garantito non solo pagando, ma affrontando una selezione, con l'obbligo di frequenza al 100% e con esame finale. 

Un investimento di quasi 5 mila euro, su e giù ogni giorno, dopo aver insegnato come supplente la mattina, tutti i pomeriggi, Cuneo-Savona, per quel titolo abilitante che, era una certezza, lo avrebbe immesso finalmente in ruolo.

Invece, questo giovane è rimasto nuovamente deluso. E frustrato. Costretto, assieme a tanti colleghi, ad aspettare la prossima decisione di un Ministero che oggi comunica una cosa e il giorno dopo se ne esce con il contrario.

In una scuola sempre più precaria e improvvisata.

Ci sono quelli del TFA, quelli che hanno superato le prove del concorso straordinario 2020 (che si è svolto nel 2022), i vincitori del concorso del 2023, indetto in base a quanto indicato dal Pnrr.

Sono tutti nel limbo della speranza. Scavalcati da chi non ha titoli, i supplenti, preferiti a chi i titoli li ha invece acquisiti. Perché non stabilizzando puoi lasciare a casa.

I sindacati stanno dando battaglia in ogni angolo d'Italia, come spiega Doriano Ficara, segretario provinciale generale FLC di Cgil Cuneo. Ieri è stato all'Ufficio scolastico territoriale, dove, fa sapere proprio Ficara, si sta procedendo alla possibilità di riconsiderare le procedure di assunzione e immissione in ruolo. 

Una situazione molto tecnica e complessa, contrassegnata dal paradosso o, come evidenzia ancora Ficara, dalla "vendita di sogni". Perché l'immissione in ruolo, tra concorsi, TFA e varie modalità per ottenere l'immissione in ruolo, è ormai un grande business.

Sulla pelle di chi crede ancora nella scuola. 

"Sta succedendo che si stanno accavallando procedure su procedure. Il Ministero dice che lo stanno facendo per dare la possibilità a tutti di entrare di ruolo, ma non capiscono loro stessi come un'operazione vada a danneggiare quella successiva".

"Sa quanti posti verranno dati a supplenza per il sostegno in provincia di Cuneo? 174, più delle persone che sono in graduatoria. Avessero trasformato da organico di fatto a organico di diritto quei posti, avrebbero accontentato tutto il personale della scuola. Invece preferiscono non coprirlo. Quindi è un gioco delle tre carte, ecco perché dico venditori di sogni, perché non si può costringere una persona a partecipare a delle procedure organizzate in modo da specularci, perché gli fanno a pagare 3000 €. Ed è così non solo per quelle che sono le procedure di immissione in ruolo, ma anche per coloro che in ruolo sono già e che ricevono proposte di vendita, perché di vendita si tratta, di un'altra abilitazione in un'altra disciplina al prezzo di 2000, 2500 €. Nel sostegno stesso, dove già non si capisce nulla, stanno organizzando una procedura per cui, senza numero chiuso, verranno autorizzati i percorsi di abilitazione per tutto il mondo".

Al 30 giugno, in provincia di Cuneo, c'erano 174 posti sul sostegno. "La Regione ha bloccato l'utilizzo dei docenti di ruolo che si spostano da materia a sostegno. Per cosa? Per darli a quei 174 docenti abilitati e vincitori di concorso della prima fascia. Io ho timore che non ci saranno 171 persone, cioè tutti quelli in graduatori di prima fascia, che prenderanno quei posti. E se non li prendono loro, verranno dati alle graduatorie incrociate. Quindi per accontentare loro non si è data la possibilità a docenti di ruolo con l'abilitazione di prendere il posto e poi, alla fine, lo prenderà un precario non abilitato".

Perché non darli a chi ha fatto i concorsi? Si preferisce, quindi, restare con l'organico di fatto senza che questo venga trasformato in organico di diritto, in un panorama in cui il numero dei ragazzi che hanno bisogno del sostegno continua a crescere, a partire dall'infanzia.

Precarietà è la parola d'ordine. Alle superiori ci sono scuole dove si raggiunge, anche nella nostra provincia, oltre il 65% dei docenti precari sul totale del corpo docenti.

E' ancora questo mancato prof di ruolo a sfogarsi. "Per entrare in ruolo avrei dovuto decidere in 48 ore di trasferirmi in Veneto per tre anni almeno. Perché lì hanno agito in modo diverso rispetto al Piemonte. Devi decidere di stravolgere la tua vita in poche ore, dopo aver investito migliaia di euro con la certezza di essere stabilizzato, come era accaduto negli scorsi anni. Le carte in tavola sono cambiate in tre giorni. Una mattanza a cui il docente, oggi, è sottoposto. Questo concorso che io ho passato, investendo migliaia di euro e vivendo un anno di enormi sacrifici, per il primo anno non dà certezze, pur essendoci i posti da coprire. Come faremo ad entrare in classe, ancora precari, con l'entusiasmo che il nostro mestiere imporrebbe?".

E conclude: "Qualcuno, se può, ci spieghi perché".

Barbara Simonelli

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