Politica - 27 agosto 2024, 10:35

Elezioni Consiglio provinciale, il centrosinistra cerca la rivincita su Robaldo

Al presidente della Provincia viene imputata la rottura unilaterale del “Patto civico” che, due anni fa, con un accordo Pd – Azione, aveva portato alla sua elezione contro il sindaco di Lagnasco, Roberto Dalmazzo, appoggiato dal centrodestra. Per Pd e Calderoni un test rilevante

Da sinistra Robaldo e Sannazzaro

Da sinistra Robaldo e Sannazzaro

La politica corre veloce e due anni, di questi tempi, sono come un’era geologica.

Nella seconda metà di agosto del 2022, coi buoni uffici di Marco Gallo, sindaco di Busca e ora assessore regionale, Pd, centrosinistra e Azione suggellavano un accordo per portare alla presidenza della Provincia Luca Robaldo, chiamato a succedere a Federico Borgna, ex sindaco di Cuneo, dopo una breve reggenza di Massimo Antoniotti (Forza Italia).

Robaldo era contrapposto a Roberto Dalmazzo, sindaco di Lagnasco, scelto dai partiti di centrodestra che volevano dare voce ai piccoli Comuni della Granda.

Le urne avevano dato ragione a Robaldo: il “Patto civico”, mutuato dall’esperienza amministrativa di Mondovì, aveva funzionato.

Si sapeva da subito che non si sarebbe trattato di un “patto d’acciaio”, tuttavia alcuni ci avevano creduto.

L’accordo era svanito già nella seduta di insediamento del Consiglio provinciale presieduto da Robaldo, la cui relazione programmatica era stata approvata da tutti, fuorché da Marco Bailo, sindaco di Magliano Alpi, unico esponente di Fratelli d’Italia che si era astenuto.

Il “Patto” si era trasformato in “grosse koalition” con sommo disappunto della sinistra.

Il Pd, nello specifico, si aspettava una designazione a vicepresidente per Davide Sannazzaro, che però non è mai arrivata.

Un susseguirsi di vicende politiche hanno fatto il resto, allontanando sempre più le posizioni.

Il ruolo di Robaldo, coordinatore della lista Cirio, ma ancor più la sua esposizione in prima persona nella convulsa partita del rinnovo dei vertici della Fondazione CrC, sono i fatti salienti che hanno segnato la rottura.

Mauro Calderoni, segretario provinciale Pd  e neo consigliere regionale, ora vuole restituirgli la pariglia.

La lista “La Nostra Provincia” perde per strada due consiglieri uscenti: Silvano Dovetta, sindaco di Venasca, che – dopo le fortune di Gallo cui ha concorso - cambia parrocchia, e Mauro Astesano, sindaco di Dronero, che ha deciso di starsene fuori dalla mischia dopo la discussa nomina di Mauro Gola da parte del suo Comune in seno alla CrC.

La lista di centrosinistra, nonostante manchino ancora un paio di nomi, è in larga parte definita.

Accanto ai tre uscenti, Bruna Sibille (vicepresidente del Consiglio comunale di Bra), Davide Sannazzaro (sindaco di Cavallermaggiore e responsabile enti locali del Pd) e Loris Emanuel (sindaco di Moiola), l’uomo forte del centrosinistra di questa tornata è Alberto Gatto, neo sindaco di Alba.

Con loro, Stefania D’Ulisse (capogruppo consiliare di Cuneo Solidale e Democratica); Andrea Tagliano (consigliere comunale di Saluzzo); Luca Bessone (consigliere a Beinette) e Pierluigi Balbi (consigliere a Dronero).

Anche per Calderoni, come del resto per Robaldo, un test tutto da verificare nelle urne.

Giampaolo Testa

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