Attualità - 19 agosto 2024, 17:13

Montagna, Pentenero e Calderoni bacchettano Gallo: "La destra ha cancellato le comunità montane"

I due consiglieri PD chiedono la redazione di una riforma, ma che sia condivisa: "Non si agisca a colpi di maggioranza"

Da sinistra: Maurizio Marello, Gianna Pentenero e Mauro Calderoni

Da sinistra: Maurizio Marello, Gianna Pentenero e Mauro Calderoni

"L’assessore alla Montagna Marco Gallo, oggi in un’intervista sul Corriere della Sera, afferma di voler ricostituire le Comunità montane, anche chiamandole con un altro nome, per dare strumenti e opportunità nuove ai piccoli Comuni montani. Su questo ultimo punto siamo assolutamente d’accordo e siamo felici che la Lega abbia scoperto la montagna dopo 5 anni trascorsi senza occuparsene".

A parlare, i consiglieri PD Gianna Pentenero e Mauro Calderoni.

"Presenteremo quanto prima una nostra proposta di legge, per iniziare insieme una discussione, perché le riforme importanti vanno condivise. Ma ricordiamo che fu la destra ai tempi della Giunta Cota ad aver distrutto le Comunità montane, buttando in aria un’architettura che coinvolgeva 553 Comuni riuniti in 22 Comunità montane. Una scelta scellerata quella della legge Maccanti, che allora distrusse una storia di 35 anni sull’onda leghista montata da Calderoli. Lo stesso Calderoli che oggi vuole scrivere una legge nuova sulla montagna cancellando quella del 1994, opera del cuneese Natale Carlotto, e che la destra non ha mai ritenuto di attuare. Non solo: si vuole anche togliere 100 milioni di euro alle Regioni, per farli gestire dai palazzi romani sulla testa dei territori".

La Capogruppo Pd Pentenero ricorda che l’attuale legge piemontese sulla montagna "venne costruita dal centrosinistra, quando anche io ero nella Giunta di Chiamparino e Valmaggia era assessore alla montagna, ed è una legge moderna, presa a modello da altre Regioni perché capace di rispondere alla crisi climatica e demografica dei territori montani. Una legge che guarda al futuro, mentre il ddl Calderoli guarda al passato. Oggi la cornice normativa nazionale vigente ci permette di fare due cose: o rafforzare le 52 Unioni montane esistenti, e che funzionano grazie ai Sindaci e alle Amministrazioni, oppure ricostruire le Comunità montane, come in Lombardia. Sono previste dal Testo unico degli Enti locali, non serve cercare nuovi nomi come propone l’assessore Gallo".

Concludono Pentenero e Calderoni: "Due cose diciamo a Cirio e Gallo. La prima: se si vuole riformare il sistema istituzionale, non si agisca a colpi di maggioranza, perché le riforme si devono fare insieme. La seconda: si informino meglio sulle Unioni montane di Comuni, perché è vero che alcune faticano a funzionare, ma la colpa è della Regione che non le rafforza e non le stabilizza (e ricordo che molte Unioni di personale proprio non ne hanno). Ai nostri Comuni montani serve una riforma che non sia autoreferenziale e che risponda veramente alle esigenze dei territori e delle comunità che vivono la montagna piemontese".

comunicato stampa

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