Volley - 13 agosto 2024, 07:11

L'OPINIONE. Quanta Cuneo sul podio del volley a Parigi: ora si colga l'occasione per sfruttare il momento d'oro

Portano la sigla CN le medaglie di Ngapeth e Grbic nel torneo maschile e quelle più belle di Spirito, Cambi e Giovannini nel femminile. Le azzurre di Velasco ci lasciano un insegnamento: uniti si vince. E allora proviamo a fare squadra anche sul territorio, società ed imprenditori. Ma siamo davvero pronti?

La nazionale femminile vincitrice dei Giochi Olimpici 2024 (Foto: Olympics.com)

La nazionale femminile vincitrice dei Giochi Olimpici 2024 (Foto: Olympics.com)

Oro olimpico. Due parole che risuonano da anni come autentica ossessione tra gli appassionati del volley maschile: ci hanno provato quelli della Generazione di Fenomeni nei magici anni’90, lo hanno rincorso le nuove leve a Sidney, Atene, Pechino, Londra, Rio, Tokyo. Niente, non arrivava mai. Nonostante l’Italia sia stata spesso sul podio: argento ad Atlanta, Atene e Rio, bronzo a Sidney e Londra.

Ci hanno riprovato i De Giorgi’s boys a Parigi, in un torneo nel quale speranze ed ambizioni alla vigilia erano fondate. Spalle al muro con il Giappone nei quarti, risultato ribaltato da una clamorosa rimonta al termine di una partita bellissima giocata dalle due formazioni, il borsino azzurro pareva aver ripreso quota in vista della semifinale.

Troppo forte la Francia di Andrea Giani e dell’ex cuneese “Monsieur” Earvin Ngapeth: nonostante una partita giocata tutt’altro che male dagli italiani, il risultato ha giustamente arriso ai padroni di casa che alla fine della competizione sono anche riusciti a tenersi stretta al collo la seconda medaglia d’oro consecutiva: impresa finora riuscita solo ad Unione Sovietica e Stati Uniti nel volley maschile.

Poi sono arrivate loro, le ragazze di Julio Velasco. L’allenatore che nei giorni scorsi non ha perso occasione per ribadire quanto fosse inutile e dannoso continuare a parlare di ossessione o maledizione. Lui lo sa bene e lo predica da sempre: ai giochi olimpici si va, si dà il massimo e si resta uniti. Le sue atlete hanno tinto d’azzurro il cielo di Parigi in un torneo nel quale hanno lasciato un solo set alla Repubblica Dominicana. Roba da record, o quasi.

Lo hanno già scritto e detto in molti: la soddisfazione più grande è stata quella di aver chiuso un cerchio per la Generazione di Fenomeni. Giani, Bernardi, Velasco, ci fosse stato anche Fefé De Giorgi sarebbe stato fantastico. Questione di tempo, la strada imboccata dal furetto di Squinzano è quella giusta: la nostra nazionale maschile era tra quelle più giovani nella rassegna a cinque cerchi transalpina.

Ma quel che ci piace pensare è che sul podio di Parigi ci fosse anche un bel po’ di Cuneo. Portano la sigla CN l’oro di Ngapeth e l’argento di Nikola Grbic nel torneo maschile, quello più bello di Ilaria Spirito, Carlotta Cambi e Gaia Giovannini nel femminile.

Grazie alle ragazze di Velasco il volley sta vivendo ore strepitose dal punto di vista mediatico: un’opportunità che Federazioni, Leghe, società sportive e mondo imprenditoriale debbono saper cogliere al balzo. Adesso e tutti insieme. Sono stati numeri da record quelli fatti segnare negli ascolti dalle partite degli azzurri, al maschile e al femminile. Alle olimpiadi la pallavolo ha allargato i propri orizzonti, trainando chi già la amava e, soprattutto, avvicinando nuova gente.

La nuova stagione del volley è ormai alle porte e la Granda sarà ancora una volta protagonista. Il volley rosa del capoluogo ha iniziato la sua preparazione la scorsa settimana, ieri Mondovì, mentre oggi, martedì 13 agosto, saranno i ragazzi di Battocchio gli ultimi a radunarsi. Società che stanno lavorando bene, con ambizioni legittime nei campionati di serie A1 e A2.

Dalla rassegna a cinque cerchi tutte debbono trarre l’insegnamento di Velasco: solo restando uniti si vince. Ognuno conservando le proprie peculiarità e differenze, ma facendo squadra. Senza se e senza ma.

Lo deve capire anche il mondo imprenditoriale cuneese. È stato bellissimo notare il marchio di tre colossi industriali della Granda accostati ai Giochi Olimpici, sarebbe fantastico se qualcuno di loro riuscisse a legarlo anche al territorio locale in modo importante.

E qui sorge spontanea una domanda: fermo restando che ognuno ha il diritto d'investire nel modo che ritiene più opportuno e vantaggioso, qualora quest'opportunità si presentasse le nostre società sarebbero in grado di catturare le loro attenzioni? 

Cesare Mandrile

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