Curiosità - 13 agosto 2024, 07:02

Rosalba Rivetti e quella sua passione per le vecchie macchine da cucire a pedale [FOTO]

La si può incontrare al Mercato della Terra di Alba. Realizza borse con materiali di riciclo: "Con i banner pubblicitari si possono fare sacche molto robuste, per i manici si possono utilizzare vecchie cinture di sicurezza delle auto. I turisti, che le comprano e le utilizzano poi per gli acquisti"

Rosalba Rivetti e quella sua passione per le vecchie macchine da cucire a pedale [FOTO]

Passando al Mercato della Terra del sabato ad Alba, in piazza Pertinace, ci si imbatte in una coloratissima bancarella dove sono esposte borse, borsette, portachiavi e zainetti.

In un angolino una signora cuce, utilizzando una vecchia macchina a pedale della Anker.

Quando arriva un cliente sospende il movimento dei piedi, l’ago si ferma e la signora comincia il racconto dela seconda vita di uno zainetto o di una borsetta con la tracolla.

Lei è albese, si chiama Rosalba Rivetti, e se avete una vecchia Singer o Pfaff in casa e non sapete usarla vi potrebbe dare qualche buon consiglio.

Si è scelta una professione alternativa, seguendo una passione particolare, attraverso un percorso che l’ha portata a diventare una vera specialista nell’arte del riciclo e dell’utilizzo di macchine affascinanti, prive di cavo elettrico e di altre connessioni, se non quelle di mani e piedi ben coordinati.

Da dove nasce la sua passione per il cucito?

Fin da bambina ero affascinata dalla vecchia macchina da cucire di mia nonna e appena potevo mi cimentavo a cucire vestitini per le bambole con piccoli pezzi di stoffa che trovavo per casa. Nelle famiglie contadine non si buttava mai via niente, tutto poteva servire, e a casa nostra c’era una scatola di latta con tante meraviglie, secondo il mio modo di vedere. Dovevo solo fare molta attenzione a non rompere nulla. Mia mamma mi diceva: “Questa macchina da cucire è talmente vecchia che non ci sono più i pezzi di ricambio”. Avevo sette anni, oggi la stessa macchina è ancora perfettamente funzionante ed è una delle tante che ho.

Quando ha incominciato ad occuparsi di cucito e di vecchie macchine a pedale?

La vita ti porta su strade che vuole lei. Ho conseguito un diploma commerciale, lavorato in diversi uffici, mi sono occupata della famiglia. Con l’arrivo di tre figli ho deciso che mi sarei dedicata a loro, e ho vissuto anni belli, ma ormai cresciuti, ad un certo punto ho deciso che avrei dovuto fare qualcosa, qualcosa che mi piacesse veramente. E non ho avuto dubbi: qualcosa che avesse a che fare con il cucito.

E si è imbattuta in Apro Formazione …

Quando mi sono rivolta ad Apro Formazione avevo 52 anni. Ho partecipato alle selezioni per un percorso post diploma per modellista CAD e dopo aver visitato quello splendido laboratorio di cucito, il mio entusiasmo non si è più fermato. Ho superato la selezione, (i miei compagni/e di corso erano quasi tutti ventenni, appena diplomati …) ed ero sicura che quell’anno per me sarebbe stato cruciale. Ho scelto di svolgere lo stage formativo all’interno della stessa Apro Formazione, e, così ho potuto iniziare a mettere davvero in pratica ciò che stavo imparando. Il direttore generale Antonio Bosio mi ha dato la possibilità (oltre all’incoraggiamento) di partecipare al progetto APROBOTTEGA, un gioco di parole che rappresenta una vera e propria “bottega” all’interno della scuola. I manufatti realizzati venivano portati fuori dal laboratorio, così sono iniziati i primi mercatini. Non ero una ragazzina e con Apro Formazione ho avuto la possibilità di realizzare davvero un sogno.

Come si è avvicinata al Mercato della Terra di Alba?

Una questione di filosofia di vita direi. Per me è importante non sprecare nulla, perché tutto può tornare utile. Ad esempio con i banner pubblicitari si possono fare sacche molto robuste, per i manici si possono utilizzare vecchie cinture di sicurezza delle auto: così mi sono specializzata nella realizzazione di borse. Con questa filosofia, a km zero ho pensato al Mercato della Terra di Alba e sono riuscita ad avere un mio posto in piazza Pertinace, proprio vicino al busto del celebre imperatore.

Chi sono le persone che più si approcciano al suo stand?

In tanti vengono a curiosare e molti sono turisti di passaggio nella nostra bella città. Con il tempo, la mia bancarella è diventata un luogo dove ci si ferma per due chiacchiere, per un saluto, per una riparazione veloce. Porto sempre con me la macchina da cucire, lei non ha bisogno di nulla, funziona sempre, è a pedale! Le persone più avanti con gli anni si fermano e mi raccontano la storia della loro macchina, i bambini invece sono incuriositi dal movimento e guardano con stupore...

Che cosa le chiedono? Cosa interessa di più?

Gli zaini e le borse grandi vanno per la maggiore, piacciono soprattutto ai turisti, che le utilizzano poi per gli acquisti: al mercato trovano nocciole, vini, salumi, formaggi, miele, verdure e si portano a casa una delle mie borse ben piena.

Ha già pensato di insegnare ad usare le macchine da cucire a pedale?

È innegabile che le antiche macchine da cucire hanno un grande fascino, continuano a funzionare nonostante gli anni, erano costruite per durare nel tempo. Io ne possiedo una discreta collezione, ed è un piacere condividere con gli altri le proprie passioni. La scorsa estate ho sperimentato con alcuni incontri l’insegnamento dei primi passi del cucito, utilizzando queste vecchie macchine ed è stato un vero successo. In effetti mi sono resa conto che specie nelle nuove generazioni coordinare i movimenti contemporanei di mani e piedi è una difficoltà non banale: sono più bravi con gli smartphone!

Quali sono i progetti in cantiere?

Il mio sogno di condividere la passione sia per il cucito, sia per il riciclo, si sta concretizzando in un progetto che sta per partire, con capofila la condotta Slow Food Alba Langhe Roero.

Il prossimo 4 settembre alle ore 17 inaugureremo in via Zara 10 ad Alba il laboratorio “Slow Bag” dove si vedrà una commistione fra macchine antiche e le più moderne macchine da cucire elettroniche. Per i corsi … chissà … c’è molto interesse, perché tante persone hanno a casa una macchina a pedale inutilizzata.

 

Anch’io. Era di mia nonna. Chissà che non la facciamo ripartire …

Silvano Bertaina

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