Attualità - 09 agosto 2024, 18:37

Autovelox “illegali”, ci sono anche in Granda? Robaldo: “Per ora, nessun sequestro preventivo”

In provincia ce ne sarebbero, ma non del prototipo coinvolto dalle indagini. Mancherebbe l’omologazione, che nasce da un vuoto normativo mai risolto e che ora rischia di pesare sulle casse dei Comuni

Autovelox “illegali”, ci sono anche in Granda? Robaldo: “Per ora, nessun sequestro preventivo”

La situazione di apparentemente indistricabile caos relativa alla legittimità delle attività di controllo della velocità su strada nel nostro Paese si allarga inevitabilmente anche al territorio della Granda. Assumendo, in un certo senso, i contorni del “giallo”.

Il vuoto normativo tra Ministero, Cassazione e Riesame

Ma facciamo un passo indietro. I dubbi in merito alla validità degli autovelox installati sul territorio italiano nascono nel 1992 con la stesura del regolamento del Codice della Strada e il mancato chiarimento relativo al senso dei termini “approvazione” e “omologazione” relative al necessario vaglio cui i dispositivi devono essere sottoposti affinché le sanzioni elevate mediante il loro utilizzo siano valide: sono procedure equiparabili, e quindi non necessari entrambi per garantire la validità del sistema stesso, oppure del tutto distinti?

Nei decenni nessuna norma ha stabilito iter e criteri relativi all’omologazione. E nel 2020 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha cercato di fare chiarezza stabilendo la loro equivalenza sostanziale e rendendo di fatto necessaria soltanto una delle due procedure: questo significa, sostanzialmente, che nessun autovelox risulta essere omologato.

Nell’aprile scorso una sentenza della II Sezione Civile della Corte di Cassazione ha però annullato una sanzione stabilendo come i due concetti siano distinti ed entrambi necessari. Da qui il vuoto normativo. Ecco allora i primi sequestri – nel Casertano, nel luglio dell’anno scorso – per autovelox approvati ma non omologati e difformità relative al prototipo depositato al Ministero. Sequestri poi annullati dal Tribunale del Riesame proprio in forza del vuoto normativo di cui sopra.

Gli ultimi sequestri

I sequestri preventivi più recenti – occorsi alla fine del mese di luglio e realizzati dalla squadra di polizia giudiziaria della Polizia Stradale di Cosenza - riguardano gli autovelox del modello T-Exspeed 2.0 prodotto dalla Kria e zone come Cosenza, Modena, Venezia, Vicenza, Reggio Emilia, ma anche in località come Arcola, Carlentini, Cerignola, Formigine, Piadena, Pianezza, nel Torinese, Pomarico, San Martino in Pensiliis.

Rispetto all’anno scorso cambia il reato contestato nell'indagine penale collegata aperta dalla Procura calabrese (frode nelle pubbliche forniture, a oggi con sei indagati), ma non la sostanza: mancherebbe, come detto, l’omologazione degli apparecchi e il prototipo in questione non avrebbe il sistema di rilevamento, entrambi elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni operate dalla macchina.

Il nodo delle multe e le conseguenze sui Comuni

Violazioni per cui il rimborso è possibile - se non si è ancora predisposto il pagamento e se non si decide di operare l’annullamento con espressa richiesta di accesso agli atti - entro trenta giorni dal giudice di pace (anche senza avvocato se la multa non supera i 1.100 euro) o al Prefetto entro sessanta giorni, inviando il verbale via raccomandata e la presentazione delle motivazioni scritte. Rimborso in capo ai singoli Comuni, ed è ovvio il rischio di pesanti conseguenze sui bilanci amministrativi.

Se invece la sanzione è già stata pagata il rimborso può essere richiesto sul presupposto dell’accertata illegittimità dell’infrazione richiedendo l’accesso agli atti al Comune d’installazione dell’apparecchio e analizzando le specifiche tecniche dell’autovelox.

Robaldo assicura: “Sinora nessun sequestro in provincia”

E in provincia di Cuneo? Come detto, per avere un quadro preciso della situazione occorrerà probabilmente attendere ancora qualche giorno, anche se evoluzioni pure clamorose non sono del tutto escluse, al momento.

Interpellato da nostro giornale il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo spiega infatti che "sinora nessuno dei nostri Comuni ha subito sequestri, che mi risulti, mentre è parimenti vero che sulle strade provinciali della Granda abbiamo diversi dispositivi del modello finito nel mirino della Procura di Cosenza. Hanno però un altro codice di produzione, per ora non coinvolto nell’indagine. Stiamo monitorando il prosieguo dell’attività – prosegue il presidente della Provincia -. Intanto, so che alcuni dei nostri entri comunali hanno preso contatto con quello di Pianezza, nel Torinese, il più vicino a noi tra quelli già interessati dai sequestri”.

Simone Giraudi

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