Politica - 01 agosto 2024, 18:33

Autonomia differenziata, Rifondazione Comunista: "Un successo la raccolta firme per l'abrogazione, ma non fermiamoci"

Il segretario regionale piemontese Alberto Deambrogio: "In pochi giorni si sono già raggiunte 500.000 firme"

Alberto Deambrogio

Alberto Deambrogio

“La notizia di queste ore – ha dichiarato il segretario regionale piemontese di Rifondazione Comunista Alberto Deambrogio  è di quelle entusiasmanti: in pochi giorni si sono già raggiunte 500.000 firme per promuovere un referendum che cancelli l’attuale legge sull’Autonomia Differenziata. In primo luogo è bene sottolineare che le persone che hanno fatto la fila ai banchetti o hanno sottoscritto on line hanno espresso una volontà precisa rispetto a una norma eversiva; essa va tolta di mezzo senza se e senza ma e non va perseguita la strada di una pericolosa modifica molto parziale, che lascerebbe nei fatti le cose inalterate. Le Regioni a guida centro-sinistra, che propongono anche questa ultima pseudo soluzione meditino su cosa sta accadendo nel Paese”.

“Raggiunto questo ragguardevole risultato occorre ora continuare nella raccolta sino al limite temporale stabilito per legge. Moltissime cittadine e moltissimi cittadini intendono firmare e hanno ragione, perché il loro semplice gesto può rappresentare un inizio ben strutturato di quella che dovrà essere la campagna per il voto il prossimo anno. Dopo la decisione di ammissibilità della Corte Costituzionale si aprirà la partita più difficile, quella del raggiungimento del quorum. La scossa sociale di queste ore ha bisogno di essere colta in pieno e valorizzata. Nei mesi che verranno serviranno due cose. Da una parte occorrerà alimentare senza sosta l’informazione capillare, perché siamo di fronte sicuramente a una materia complessa, che nei fatti, però, mira a disintegrare l’uniformità dei diritti delle persone ovunque collocate. La Costituzione è chiara: quei diritti non sono e non devono essere a disposizione di nessuna maggioranza politica. In secondo luogo, per essere credibili, bisognerà inserire la lotta contro ogni Autonomia Differenziata all’interno di una ripresa di mobilitazioni significative su nodi sociali brucianti come quello di un salario minimo decente, pagato dai datori di lavoro e rinnovato automaticamente, o come quello di una vera vertenza per la Sanità Pubblica”.

“In Piemonte – conclude Deambrogio – dobbiamo operare per smontare tutte le fandonie raccontate da chi dice che da soli, con i nostri soldi, staremmo sicuramente meglio. Chi si illude di fare affari in Europa con la voce flebile e ininfluente di una Regione non sa quello che dice; in compenso ci sarebbero contratti locali al ribasso per tentare di competere con altre realtà. Per la sanità, poi, ci sarebbe il via libera alla privatizzazione spinta, con servizi residuali per chi non ha mezzi. Per la scuola sarebbe, infine, un disastro, con programmi dettati da convenienze politiche locali e gli insegnanti costretti ad abdicare totalmente alla propria libertà nella docenza, quella che ha garantito il pluralismo critico dell’insegnamento repubblicano”.

cs

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