Cronaca - 01 agosto 2024, 20:35

Nei racconti delle aspiranti modelle le violenze messe in atto dall’agente di moda e dal suo collaboratore

Nelle testimonianze raccolte dagli inquirenti gli approcci non graditi e i veri e propri soprusi sessuali messi in atto dal titolare della Models Italians Academy e da quello che per qualche mese sarebbe stato il suo collaboratore

Paolo Ferrante

Paolo Ferrante

"Il suo ruolo nella vicenda è molto marginale. Abbiamo chiarito la nostra posizione e al ritorno della Gip che ha firmato la misura faremo istanza di revoca degli arresti domiciliari". Così l’avvocato torinese Carlo Mussa descriveva la posizione di Daniele Ferrero nelle ore successive all’interrogatorio di garanzia col quale martedì 30 luglio il giudice astigiano Elio Sparacino aveva ascoltato il suo assistito in merito alla vicenda che vede il 36enne braidese sottoposto agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, mentre risulta detenuto in carcere a Torino il 46enne Paolo Ferrante, l’uomo che Ferrero aveva conosciuto frequentando l’associazione di cui il primo era volontario da anni e del quale alcuni mesi dopo sarebbe diventato collaboratore dietro alla promessa di uno stipendio da 1.400 euro. Un lavoro per lui prezioso in quel momento visto che era rimasto senza una occupazione.

Ben più munifico, pari a 15mila euro, il compenso che Ferrante, titolare della Mia-Models Italians Academy di via Torino a Corneliano d’Alba – e secondo gli accertamenti compiuti dalle fiamme gialle di una società con sede a Grinzane Cavour, la Talent Model Management –, si era spinto a proporre a Stefania Secci, la modella e giornalista investigativa che per prima si è convinta a denunciarlo il 4 marzo 2024.

L’agente di moda le si era presentato millantando contatti e sponsorizzazioni da parte di soggetti come Rai, Mediaset e case di moda come Dolce & Gabbana. L’aveva convinta a sottoscrivere un contratto, ma non soltanto aveva poi disatteso gli impegni professionali presi con lei, ma nella seconda e ultima occasione in cui i due si erano trovati per realizzare i servizi concordati avevo condotto la ragazza in un ristorante abbandonato per poi tentare un approccio palpandole una natica.

Di fronte alla pronta reazione della malcapitata si era poi giustificato accampando la scusa di voler sistemare un filo fuori posto sugli slip, presenza che non sarebbe andata bene nelle foto che stavano scattando. Secondo la ricostruzione degli investigatori e secondo quanto confermato dalla interessata la pronta reazione della giovane le ha risparmiato peggiori conseguenze.

Agli investigatori Secci ha anche raccontato di essersi insospettita nel vedere che il contratto sottoscritto con l’organizzazione di Ferrante prevedeva una penale di 15mila euro per le modelle che avessero violato il divieto di parlare dell’agenzia cornelianese con altre ragazze. Una richiesta della quale, ferma l’esigenza di attendere il processo per verificare colpe ad oggi soltanto presunte, appare chiara la ratio.

Molto peggio, se una simile distinzione fosse ammissibile, è forse andata alle altre quattro ragazze che oggi compaiono fra le vittime nel fascicolo di indagine seguito della sostituto procuratore astigiana Camilla Fracchia sulle base delle indagini effettuate dalla Compagnia Carabinieri di Alba.

Tra queste una ragazza toscana, trentenne all’epoca dei fatti, attirata da un annuncio pubblicato da Ferrante e convinta a registrare scene di un cortometraggio contro la violenza sulle donne che, secondo le parole dell’agente, gli era stato commissionato dal Comune di Alba e dalla Rai.

I fatti risalgono al luglio 2023. Teatro una stanza dell’agenzia cornelianese chiusa a chiave dall’uomo e dove solo grazie al provvidenziale intervento della segretaria di lui, intervenuta accorrendo alle grida della donna, lui ha infine desistito da uno strofinamento che pareva lasciare poco spazio alla fantasia, nell’interpretazione delle sue reali intenzioni, mentre era rimasto nudo col pretesto di girare quella scena.

Stesso ignobile tentativo, andato in parte in segno, l’uomo avrebbe messo in atto tra la fine di luglio e l’inizio dell’agosto 2023, nei confronti di una terza modella, una 23enne romana, indotta con la violenza a subire una atto sessuale completo, interrotto soltanto dalla strenua difesa di lei, giunta persino a vomitare dopo aver dovuto subire un secondo assalto di quell’uomo, questa volta con l’intenzione di ottenere dalla malcapitata un rapporto orale.

Una quarta denuncia raccolta dai Carabinieri della Compagnia guidata dal capitano Giuseppe Santoro e della Stazione agli ordini del maresciallo Claudio Grosso è quella presentata da una ragazza che a differenza delle altre era stata assunta da Ferrante per svolgere il ruolo di assistente. Un’esperienza durata dall’ottobre 2023 al gennaio 2024.

Dopo pochi mesi la ragazza si era infatti determinata a interrompere il rapporto di lavoro mai regolarizzato dall’uomo e al quale lui aveva accompagnato le attenzioni morbose già riservate ad altre giovani, costringendo lei a resistere a un suo assalto nel tentativo di baciarla e dovendone poi subire poi le conseguenze in termini di rimostranze e critiche nei giorni successivi, in merito all’abbigliamento e al trucco da tenere su quel particolare posto di lavoro.

Giustifica l’ipotesi di reato della violenza sessuale di gruppo quanto raccontato infine da una quinta modella, anche lei poco più che ventenne, finita nelle maglie di Ferrante e del suo collaboratore Ferrero nello scorso febbraio.

La ragazza, originaria del Veneto, era arrivata ad Alba dopo un colloquio telefonico, convinta ad accettare alcuni progetti lavorativi tra i quali alcuni video a sfondo sessuale. La giovane avrebbe poi spiegato agli inquirenti di aver accettato tale ingaggio perché convinta dalla possibilità di guadagno, mentre lei versava in uno stato di particolare bisogno economico, ma anche perché secondo gli accordi in quei video non ci sarebbero dovuti essere rapporti completi.

Nei due giorni di sua permanenza nell’Albese la ragazza verrà invece ingannata e forzata a più riprese ad avere rapporti sessuali completi da Ferrante e quindi anche da Ferrero. L’agente di moda si renderà poi irreperibile negandole persino il compenso pattuito per quella che le era stata presentata come una prestazione professionale e che si era rivelato tutt’altro.

Ezio Massucco

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