Attualità - 31 luglio 2024, 10:05

"La tariffa unica provinciale per l'acqua è un obbligo stabilito da una direttiva europea"

Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune commenta i recenti sviluppi sulla gestione di questa risorsa nella nostra provincia

"La tariffa unica provinciale per l'acqua è un obbligo stabilito da una direttiva europea"

Il tema della gestione del servizio idrico integrato in provincia di Cuneo e della tariffa unica a livello di Ambito Territoriale Ottimale, cioè di tutta la provincia, è di nuovo di attualità sui media locali. Alcuni degli articoli pubblicati lasciano trasparire un possibile legame tra la gestione unica provinciale in capo all’azienda pubblica Cogesi e l’applicazione di una tariffa unica per tutto l’ATO4.

In realtà non c’è  legame tra i due argomenti. La tariffa unica a livello di ATO è stabilita da una direttiva europea, recepita pienamente dalla legislazione nazionale, che obbliga ad applicare un corrispettivo uniforme di accesso al servizio (tariffa) per i cittadini di un determinato territorio omogeneo.

Quindi si tratta di un intento più che condivisibile di equità tariffaria che gradualmente si sarebbe comunque verificato anche in presenza di più gestioni sul territorio cuneese. A causa di una precedente variegata situazione di tariffazione, a volte frammentata per ogni singolo comune, alcuni possono subire aumenti più alti rispetto all’adeguamento programmato dovuto agli investimenti.

Altro tema trattato dagli articoli sopra citati è quello relativo all’installazione dei contatori alle utenze di quei comuni dove precedentemente veniva fatto un calcolo forfettario annuale.

Si tratta anche in questo caso del recepimento di normative europee che hanno l’importante obiettivo di ridurre gli sprechi d’acqua. Sarebbe forse necessario calibrarle meglio per territori montani e decisamente poco abitati soprattutto nelle stagioni fredde.

Confermiamo quindi che queste direttive non hanno nulla a che fare con il modello gestionale applicato, sia esso unico o frammentato o di tipo pubblico, misto o privato e che in ogni situazione avrebbe trovato analoga applicazione.

Piuttosto sarebbe utile ragionare sul Metodo Tariffario Unificato predisposto da ARERA su mandato dei vari governi succedutisi dal 2012, il quale riconosce ai gestori oltre al ristoro di tutti gli investimenti eseguiti, anche in forma fissa e senza giustificativo di spesa degli oneri derivanti dai tassi bancari sui mutui e  dalla realizzazione dell’utile di impresa.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che su questo aveva predisposto uno dei quesiti referendari, è da sempre contrario alla realizzazione di utili sui servizi pubblici essenziali e rivendica il riconoscimento dei tassi sui muti esclusivamente a dimostrazione di corrispondente uscita di bilancio.

Qui i governi italiani sono andati oltre le normative europee che non vietano affatto di considerare un servizio pubblico come esente da generare utili e quindi fuori dalle regole di mercato. È chiaro che se si affida per legge questa normativa a una agenzia regolatrice del mercato che è tenuta a garantire un utile agli investitori, diventa difficile che si affermi il contrario.

A livello locale poi la perdita dei fondi da PNRR, determinata soprattutto dalla opposizione alla gestione pubblica da parte di diversi amministratori di alcune ben precise aree omogenee di pianura, risulterà una causa di futuri aumenti tariffari. Quindi a quella parte politica e a quei territori va chiesto conto della situazione.

Sempre in questi giorni un’altra notizia è circolata sui media locali: Egea Acque ha perso anche il ricorso in Cassazione contro le precedenti sentenze del Tribunale Superiore delle Acque a essa sfavorevoli.

Quindi l’ormai ex presidente di EGATO4, Mauro Calderoni, annuncia che entro la fine dell’anno avremo il completamento della gestione pubblica su tutta la provincia. Il Comitato ABC, che ha più volte riconosciuto la bontà del suo operato in merito, dissente dalla considerazione che l’accordo, che dovrà necessariamente intervenire tra Egea Acque (ora gruppo Iren) e Cogesi, debba unicamente soddisfare gli interessi delle due parti e rispettare la legislazione vigente.

Il Comitato ritiene, ed è certo che anche il presidente Calderoni la pensi così, che debba innanzitutto soddisfare l’interesse dei cittadini di quel territorio che al referendum del 2011 votarono in massa per la gestione pubblica.

Tra le aziende consorziate in Cogesi ve ne sono alcune che hanno esperienza ormai cinquantennale nella gestione degli acquedotti e che hanno tutta l’organizzazione e la conoscenza per accompagnare la locale SiSi nella transizione.

Quindi non è condivisibile alcuna partecipazione di Egea Acque alla nuova gestione, anche tenuto conto che con il pagamento del valore residuo il suo personale passerà in toto al nuovo gestore pubblico. Se per un brevissimo periodo transitorio fosse necessario un supporto in alcuni servizi, questi potranno essere regolarmente appaltati, anche ricorrendo al gestore uscente.

Il Comitato ABC intende come sempre interloquire con la nuova presidenza di Egato4 e con le presidenze di Cogesi e delle aziende socie per vigilare sul rispetto di questi principi irrinunciabili.

In queste interlocuzioni cercherà anche di capire come viene rispettata la clausola contenuta nella delibera di affidamento di Egato4 e nello statuto di Cogesi che obbliga al completo reinvestimento nel SII degli utili realizzati, fatto essenziale per il mantenimento stesso dell’affidamento.

Cuneo, 31.07.2024

Comitato Cuneese Acqua Bene Comune

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