Farinél - 28 luglio 2024, 16:00

Farinél/ “A pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”

Negli Stati Uniti, 341,6 milioni di abitanti, ovvero 5,8 volte più dell’Italia, una rete stradale di 6.586.610, ben 13,5 volte più grande di quella italiana, ci sono meno autovelox rispetto al nostro paese. Sono solo 8.190 contro gli 11.303 sparsi nella nostra penisola

Farinél/ “A pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca”

È sabato 15 giugno, sono quasi le 14, sto rientrando da Bra, dove mi sono recato per ragioni di lavoro, in direzione di Priocca. Sono di buon umore, poche ore dopo nel castello di Grinzane Cavour il Gran Maestro Tomaso Zanoletti mi nominerà cavaliere onorario del Tartufo e dei vini d’Alba.

Tutto sembra perfetto. Sul rettilineo che da Bra porta a Cinzano non ci sono altre auto, sono le 14 di un tranquillo sabato di giugno, non si lavora e la zona artigianale al confine tra Bra e Santa Vittoria d’Alba è pressoché deserta.

Mi rilasso, la velocità è di crociera, non guardo il contachilometri, una disattenzione che risulterà fatale. Lo scoprirò una quarantina di giorni dopo, al rientro dal Kenya.

Mercoledì 24 luglio il postino ha lasciato nella buca delle lettere un avviso di una raccomandata. Ecco, ci siamo. Entro a lavoro in ritardo il giorno successivo perché l’orario di apertura dell’ufficio postale ovviamente coincide con il mio orario lavorativo.

Ritiro finalmente la busta verde e scopro la grave violazione di cui mi sono reso protagonista.

“Alle 13.56 di sabato 15 giugno il Pasquero (cioè io nda) veniva fotografato sulla SS 231, all’altezza del km 40+900, in direzione di Alba, mentre viaggiava a bordo della sua auto alla velocità di 61 km/h, 11 km oltre il limite di velocità di 50 km/h in quel tratto di strada”.

Il limite è dovuto alla presenza di un’area artigianale e poco importa se sono le 13.56 di un sabato di giugno con le balle di fieno che rotolano in mezzo alla strada e nessuna altra auto all’orizzonte, il codice della strada, come la matematica, non è un’opinione.

Con la tolleranza, nel verbale è scritto che fino a 56 km/h non avrei ricevuto alcuna sanzione. Per questo, allora mi chiedo in quei 5 km orari in più, segnatamente la velocità di una persona che cammini per strada, che pericoli io possa aver causato al sottoscritto e alla collettività, impegnata nella siesta pomeridiana del sabato?

Per dovere di cronaca la “scorribanda” ai 61 km/h sul rettilineo che da Bra porta a Cinzano mi è costata 190 euro, ridotti a 140 euro in caso di pagamento entro 5 giorni dalla notificazione. Mi sono fatto la giornata, come si suol dire, se fossi rimasto a casa a dormire ci avrei guadagnato.

Mi saranno, inoltre, decurtati 3 punti, sempre per aver viaggiato a 61 km/h, cosa che poco mi riguarda, avendone 30 e mai avendone perso alcuno, ma mi chiedo quanto per un viaggiatore possa essere stressante guidare con la spada di Damocle di perdere 3 punti per ogni infrazione di 11 km/h in uno dei migliaia di autovelox sparsi per il nostro paese.

190 euro di multa e 3 punti decurtati per essere andati ai 61 km/h con zero rischi per il sottoscritto e per la collettività, perché?


QUANTI SONO GLI AUTOVELOX IN ITALIA?

Più volte in passato ho salutato con favore, nei miei articoli, il crollo del numero degli incidenti mortali nella nostra provincia, passati in 30 anni da oltre 130 ogni anno ai meno di 30 del 2023, comunque troppi. Merito sicuramente della patente a punti, dei maggiori controlli delle forze dell’ordine, della stretta sull’uso e abuso di alcolici alla guida. Quindi lungi da me pensare che gli autovelox disseminati per la penisola non siano utili e non fungano da deterrente all’alta velocità che è una delle cause degli incidenti, dopo, molto dopo, la disattenzione, i colpi di sonno e l’utilizzo del cellulare alla guida, su cui andrebbero focalizzati gli sforzi nella prevenzione.

Quanti sono gli autovelox nel Mondo?

Mi faccio aiutare dal monitoraggio di Scdb sugli autovelox nel mondo, quella palla rotonda (perdonatemi terrapiattisti) di cui l’Italia rappresenta circa la 1.600ª parte delle terre emerse. Se le terre emerse venissero divise in 1.600 parti, insomma, l’Italia ne occuperebbe una soltanto, nonostante questo ospita il 10% di tutti gli autovelox del Mondo, ben 11.303 su 113.831, solo la Russia ne conta di più, 18.425, ma su un territorio esteso 60 volte l’Italia.

Per avere un’idea delle sproporzioni basti guardare al Regno Unito, al terzo posto per quantità di dispositivi di controllo in Europa, dove sono 3.468 in meno, ovvero 7.835. Ancora meno, 4.720 e 3.850, sono quelli presenti in Germania e Francia. Si tratta, ricordiamolo, di Paesi con una popolazione più grande di quella italiana e soprattutto reti stradali molto più lunghe, 830mila km in Germania e un milione e 53mila in Francia, contro i 487.700 italiani.

Uscendo dall’Europa, il caso più eclatante è quello degli Stati Uniti, 341,6 milioni di abitanti, ovvero 5,8 volte più dell’Italia, una rete stradale di 6.586.610, ben 13,5 volte più grande di quella italiana, ma meno autovelox rispetto a noi. Sono solo 8.190 in tutto, in sostanza nel nostro Paese ce ne sono di più che in tutto il Nord America.

Non solo, secondo lo stesso database in tutta l’Asia, che contiene più di metà della popolazione mondiale, sono 13.776, ovvero solo 2.474 più che nella Penisola. Questo dato però non è quasi sicuramente completo, visto che mancano numeri riguardanti la Cina, in cui è segnalato un solo autovelox, e l’India, in cui quelli censiti sono solo 130. In Giappone, invece, sono 187.

Viene davvero il dubbio che più che la sicurezza vi siano altre ragioni alla base del proliferare degli autovelox in Italia. “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” disse Giulio Andreotti, uno che se ne intendeva.

In ogni caso l’invito ai guidatori è a rispettare i limiti anche quando, come nel caso in oggetto, li troviamo incomprensibili e a prestare la massima attenzione alla guida, alle amministrazioni è a fugare tutti i dubbi aumentando i controlli con le pattuglie, punendo severamente chi utilizza il cellulare alla guida e multando le situazioni veramente potenzialmente pericolose e le gravi infrazioni al codice della strada, in modo da fugare i dubbi di quei maliziosi che potrebbero pensare che gli autovelox possano essere installati non per aumentare la sicurezza collettiva, ma solo per far cassa.

Marcello Pasquero

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