Attualità - 26 luglio 2024, 10:09

Anche il consigliere cuneese Erio Ambrosino in visita al "Ferrante Aporti" con Paolo Ciani di DemoS

"S'intervenga con solerzia. Non si possono trasformare le carceri in luoghi invivibili per tutti quelli che li frequentano"

Anche il consigliere cuneese Erio Ambrosino in visita al "Ferrante Aporti" con Paolo Ciani di DemoS

Chiede il superamento del modello ottocentesco detentivo, inadeguato e disumanizzante, che equipara la detenzione in carcere con la punizione e non con la rieducazione Paolo Ciani, vicepresidente del Gruppo Pd-Idp alla Camera e segretario di DemoS, a seguito della sua visita al carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino. Con lui – oltre alla garante dei detenuti di Torino Monica Gallo – anche il consigliere comunale di Cuneo Erio Ambrosino (assieme ai colleghi Elena Apollonio e Piergiacomo Baroni).

Le carceri italiane stanno vivendo un tempo drammatico – commenta Ciani -. A questa realtà non sfugge purtroppo l’istituto minorile, che deve essere monitorato per le passate rivolte, il ripetersi del sovraffollamento, la carenza di personale e tutte le tematiche che ne derivano. Per questo è fondamentale che le istituzioni, ai diversi livelli, siano presenti per ascoltare, vedere, intervenire”.

Dobbiamo sempre ricordarci che nella Costituzione italiana la pena tende alla rieducazione del condannato e mai alla punizione. Non si possono trasformare le carceri in luoghi invivibili per tutti quelli che li frequentano: detenuti, agenti, personale sanitario, personale civile, volontari. Bisogna rapidamente intervenire. DemoS è da sempre impegnata in prima linea per i diritti dei più fragili e per la garanzia della dignità personale di tutti. Di fronte a quello che sta accadendo nelle carceri siamo sempre più determinanti e impegnati a garantire i diritti umani e i principi costituzionali”.

Oggi sono cinquantatré i ragazzi detenuti in questo Istituto, dieci in più della capienza massima, e sono quasi tutti minori non accompagnati - conclude Ciani -. Il caldo è torrido e quasi tutte le attività sono sospese durante il periodo estivo. Ragazzi, poco più che bambini, dietro alle sbarre è una cosa che fa male perché è la rappresentazione più drammatica di quanto la società educante sia inadeguata e carente. La logica repressiva e punitiva del decreto legge 2023 n. 123, noto come ‘Decreto Caivano’ che, per reprimere i fenomeni delle baby gang e l’abbandono scolastico, ha introdotto un inasprimento delle sanzioni nei casi di spaccio e l’arresto in flagranza, ha riempito le carceri minorili ma non ha certo prodotto maggiore ‘sicurezza’ e giustizia sociale”.

comunicato stampa

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