Attualità - 24 luglio 2024, 07:06

“Quante possibilità ci sono che il nuovo ospedale unico di Cuneo sorga dove e come deciso?”

A chiederselo (e a darsi una risposta tutt’altro che confortante) il consigliere Ugo Sturlese. Manassero tra attese e incertezze: “Mancano ancora la dichiarazione d’interesse pubblico e quella sul finanziamento, entrambe in mano alla Regione”

Da sinistra: Livio Tranchida e il governatore Alberto Cirio

Da sinistra: Livio Tranchida e il governatore Alberto Cirio

Nessuna novità reale nell’iter burocratico relativo alla definizione del progetto del nuovo ospedale unico della città di Cuneo. Come stabilito dalla sindaca Patrizia Manassero nella seconda serata del Consiglio comunale di luglio, a fine maggio - quindi poco prima delle elezioni regionali – l’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle ha concluso l’istruttoria integrandola con tutte le modifiche del caso e unendola al piano economico-finanziario, presentandola poi in Regione. In giugno, nessun ulteriore sviluppo.

Sturlese: “L’ospedale sorgerà davvero dove e come deciso?”

In Consiglio l’argomento è stato portato dal decano dei Beni Comuni Ugo Sturlese, in un’interpellanza nella quale ha richiesto con urgenza un incontro tra l’amministrazione della città e il direttore generale Livio Tranchida.

Non ho problemi con la struttura o con il preparatissimo e gentile Tranchida ma la situazione sta preoccupando: sette anni sono passati e siamo ancora al punto zero – ha detto -. Dalla Regione un silenzio allarmante, ma è chiaro come stia accadendo quel che già abbiamo previsto: la parte critica del partenariato e dell’opera in generale va a riguardare gli interventi accessori e lo spazio di manovra di chi andrà a gestire i servizi annessi”.

La Regione è già sotto osservazione sul bilancio, sembra difficile riesca a far fronte al conto economico del progetto – ha ripreso Sturlese – e immaginare che i 148 milioni che doveva aggiungere ai finanziamenti di Finininc possano davvero bastare. Tutto questo senza contare il nodo dell’accessibilità alla struttura e quello del fatto che una piccola parte dei terreni sia di proprietà privata. Insomma, le possibilità di realizzare quest’opera come e dove la si pensava appare sempre meno concreta”.

A che punto siamo, con il nuovo ospedale?

La domanda che dobbiamo farci non è tanto dove siamo adesso, ma soprattutto dove e come pensiamo di andare – ha aggiunto poi Giancarlo Boselli (Indipendenti) -. La sindaca prenda una posizione netta che la faccia uscire dal vicolo cieco in cui lei stessa ha messo la città e il tema. Chieda subito un incontro con il direttore Tranchida, parli ai giornali di quel che intende fare… insomma, si dia una mossa”.

Di simile avviso anche Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Siamo anche sotto il piano terra, al palo su questo tema come su tanti altri. Ma quando la volontà della maggioranza s’impone le cose le abbiamo viste accadere, come con l’uscita di Giraudo dal gruppo PD”.

A schierarsi contro le critiche alla gestione cittadina della tematica – e a ricordare come le competenze del Comune non riguardano il finanziamento o la costruzione stessa dell’opera ma, piuttosto, la decisione sul sito di costruzione e sulla struttura della viabilità in loco – è stata Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale e Democratica): “Nel 2024 l’ospedale non può essere ristrutturato ma, ora come ora, non può assicurare ai residenti i servizi di un vero hub territoriale. Poi, vi chiedo: dove fareste atterrare l’elisoccorso, se il nuovo ospedale fosse al S. Croce? Al Carle, con le ambulanze che fanno avanti e indietro come adesso cento volte al giorno?

Manassero tra le incertezze: “Mancano, ancora, dati economici”

A chiudere la discussione è stato l’intervento della sindaca, che non ha negato – ma non l’ha mai fatto – incertezze e preoccupazioni e ha ricordato come l’atto che rende di pubblica utilità il progetto e quello di finanziamento dell’opera medesima, entrambi appannaggio della Regione, manchino ancora.

Il direttore Tranchida si è dimostrato più che disponibile a un incontro, ma solo all’indomani di una presa di decisione chiara da parte della Regione – ha chiarito Manassero -. Già sentita la tanta rappresentanza cuneese in Consiglio, che ha iniziato i lavori soltanto in questi giorni, che auspico si faccia sentire nel sollecitare l’organo sul tema”.

Sul progetto mancano insomma, ancora, i numeri. Continuo a pensare sia necessario, alla città e al territorio, un nuovo ospedale e che l’utilizzo del denaro pubblico sia la soluzione più auspicabile. Serve poi garantire che la gestione dell’ospedale una volta costruito sia pubblica, cosa che nessuno ha mai comunque messo in dubbio. Per farlo serve lavorare bene dal punto di vista delle risorse”.

Simone Giraudi

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