Attualità - 23 luglio 2024, 18:22

Paola Ravazzi nominata madrina degli alpini della Sezione Monviso di Saluzzo

Insegnante e fotografa, Ravazzi abbraccia con entusiasmo il nuovo ruolo, portando avanti una lunga tradizione di dedizione e affetto per le penne nere

Paola Ravazzi con Il direttivo e i soci della Sezione Ana Monviso di Saluzzo di cui è diventata madrina

Paola Ravazzi con Il direttivo e i soci della Sezione Ana Monviso di Saluzzo di cui è diventata madrina

La saluzzese Paola Ravazzi è stata nominata ieri, lunedì 22 luglio, madrina degli alpini della Sezione Monviso di Saluzzo.

Insegnante di letteratura italiana e storia alle scuole medie di Verzuolo la professoressa Ravazzi nutre da sempre un grande affetto per le penne nere che da anni, grazie alla sua passione per la fotografia, immortala nei raduni così come ha fatto in di quello nazionale, svoltosi a Vicenza lo scorso metà maggio, dove ha partecipato in veste di fotografa ufficiale dei gruppi del saluzzese.

L’investitura ufficiale della madrina della Sezione nazionale alpini Monviso è avvenuta da parte del presidente Enzo Desco con il direttivo saluzzese e molti componenti del gruppo.

Paola Ravazzi non è alla sua prima ‘investitura ufficiale’ in un ruolo di rappresentanza importante in quanto nel 2017 era stata la Castellana di Saluzzo, la Signora del Carnevale del Marchesato, che l’ha portata a conoscere e a farsi conoscere ed apprezzare dalle persone per le sue doti di socializzazione non solo nel saluzzese, ma anche oltre i confini piemontesi. 

Ho provato una grande emozione nell’ essere stata scelta in questo ruolo – afferma la nuova madrina degli alpini saluzzesi. – La loro storia è antica e importante e ci tengo ad esserne all’altezza”.

Storicamente le ‘Madrine’ si individuavano in quelle donne, spesso mamme, insegnanti di scuole elementari o superiori e comunque persone ricche di virtù morali, che avendo avuto l’indirizzo di un soldato al fronte, lo adottavano come figlioccio, gli scrivevano spesso, gli mandavano di tanto in tanto a seconda dei loro mezzi finanziari qualche pacco con ciò che più gli occorreva o che più desiderava, oggetti di lana, sigarette e molto altro.

La missione delle ‘Madrine ‘– spiega Enzo Desco - doveva essere anzitutto quello di mantenere sereno ed elevato il morale del loro figlioccio, mostrandogli interessamento ed affetto, assistenza morale e patriottica quasi sempre fungendo da tramite con la famiglia con la quale si instaurava un prezioso rapporto di collaborazione.

Successivamente le madrine vennero identificate con quelle mamme, spose, sorelle, figlie, fidanzateche avevano perso il loro figlio, marito, fratello, padre, fidanzato, militare in servizio durante una guerra.

Negli ultimi anni poi, le madrine sono anche state cercate e nominate tra le mogli o le mamme di quei militari che hanno perso la loro vita a causa delle missioni di pace internazionali la dove i nostri soldati sono stati di volta in volta chiamati e impegnati.

Oggigiorno – continua il presidente Ana Monviso -  la madrina è individuata come quella figura, peraltro non prevista espressamente nell’organigramma dell’Ana, legata agli alpini da vincoli di parentela, amicizia o simpatia, di riferimento per virtù morali e personali quali: moralità, onestà e integrità nei comportamenti, dai gruppi o sezioni, che molto spesso collabora economicamente ed anche direttamente nelle iniziative programmate dall’associazione.

Le caratteristiche  principali del ruolo dei madrina della Sezione delle Penne nere sono essenzialmente legate alla condivisione dei valori alpini ed alla vicinanza alle iniziative sociali locali e nazionali che i vari livelli associativi organizzano.

In particolare una madrina deve – conclude Desco - trovarsi a proprio agio con i soci della Sezione dai più giovani ai più anziani e collaborare con il Presidente sezionale ed il Direttivo della Sezione nelle attività promosse dagli stessi”.

Anna Maria Parola

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