Attualità - 23 luglio 2024, 20:21

A Dronero uno straordinario Giobbe Covatta

Tra comicità sorprendente unita ad un’accurata divulgazione scientifica sui cambiamenti climatico ed i rischi legati alla Terra, alla sopravvivenza umana

A Dronero uno straordinario Giobbe Covatta

Un viaggio immaginario, a tratti stravagante ma al contempo estremamente reale, di comicità sorprendente unita ad un’accurata divulgazione scientifica. È stato un tripudio di applausi domenica 21 luglio al CineTeatro Iris di Dronero: in occasione di Origini Festival, serie di interessanti spettacoli organizzati da O.P.S., la città ha ospitato lo straordinario Giobbe Covatta con il suo spettacolo intitolato “6 Gradi”. 

L’importante serata è stata presentata da Valentina Volpatto, direttore generale dei progetti O.P.S., che salita sul palco, ha ringraziato il direttore artistico Andrea Castellini e, con grande affetto e commozione, ha tenuto a ricordare Anna Paola Bardeloni: “Abbiamo deciso di dedicare Origini Festival a questa attrice e regista savonese - ha detto - grande amica e collega, venuta recentemente a mancare. A questo Festival lei avrebbe dovuto partecipare con uno spettacolo. Aveva espresso grande entusiasmo per le tematiche, l'internazionalità e l'attenzione ai giovani, in linea con la sua indole sempre attenta agli altri e al mondo.

Anna Paola ha chiesto, forse anche perché di fiori ne ha ricevuti molti in vita, di non riceverne e devolvere invece in sua memoria una donazione ad Emergency. Abbiamo piacere di estendere a voi il suo invito, a quanti abbiano piacere di unirsi in questo gesto di solidarietà troveranno all’entrata una cassetta dove poter fare una donazione. Grazie di cuore a tutti.”

Sul palco poi Giobbe Covatta: un gigantesco mappamondo alla sua destra e dentro di lui una lavagna sulla quale disegnare. Importante l'accompagnamento musicale a cura di Ugo Gangheri: la chitarra come sottofondo di parole, canzoni o parabole inventate. Unione e comune messaggio.

Artista di alto livello, Covatta ha saputo non soltanto intrattenere ma coinvolgere l’intero pubblico. Gli spettatori sono stati catapultati nel 2124, ad essere nipoti di loro stessi, scoprendo il mondo ventennio dopo ventennio. Cambiamenti climatici, rischi legati Terra ed  alla sopravvivenza umana, con una temperatura media che raggiunge i ben 6 gradi in più.

“Guardiamo cos’è accaduto: abbiamo superato l’Olocene e non è affatto una bella cosa - Covatta si è fermato, ha guardato il pubblico e provocatoriamente ha detto - Sappiamo tutti cos’è l’Olocene vero?”.

 Dalla sanità al lavoro, dall’autorità del mercato all’ignoranza, considerato dall’artista il vero male perché punto di forza per un agire contro la capacità riflessiva delle persone.

“Beppe… Beppe… Un rasoio usa e getta pesa molto meno della scatola che lo contiene. ‘Ed allora è facile’ disse Beppe ‘basta eliminare la scatola’… E Dio disse ‘Nun se po fa’, perché quella scatola fa parte del PIL, il vostro vero Dio’… Dove lo metti il PIL? Nel cul insieme alle altre pil” Così la plastica, il problema della produzione e dello smaltimento dei rifiuti, i costi e le responsabilità raccontati attraverso una comica quanto illuminante parabola inventata: quella di Beppe il fruttivendolo.

Ed ancora i monsoni “Che ve lo chiedo a fa’ se sapete come funzionano i monsoni!” e la desertificazione, ma anche lo scontro tra popoli con la paura ancora oggi del “diverso”. Temi importanti, affrontati con quella leggerezza capace di portare a riflettere, far ridere ed accorgersi al contempo della tragicità, della responsabilità di ognuno: “E quando ci saremo estinti ci metterà 100-200 milioni di anni, ma con quel 3% di forme di vita sopravvissuta il Pianeta darà vita milioni di forme straordinarie. Non saremo più noi i padroni ma, d’altra parte, i nostri figli hanno giocato con i pupazzetti a forma di dinosauro, tra 200 milioni di anni i cuccioli dei nuovi padroni del Pianeta giocheranno con i nuovi pupazzetti a forma di giovane. Perché il Pianeta gira e di noi non gliene frega un cazzo. Siamo noi che abbiamo bisogno del Pianeta per continuare a campare. E se noi abbiamo del Pianeta per continuare a campare la domanda è: per quale motivo l’abbiamo mandato a puttane?”.

Lo scoppio del Pianeta sul palco e l’applauso in sala, divertimento misto ad una certa tristezza. “Siamo ancora in tempo? Io sono un’ottimista e voglio credere che sia così - ha detto al termine Giobbe Covatta salutando e ringraziando il pubblico - Lo scenario peggiore accade se nessuno fa un cazzo, affinché non accada bisogna impegnarsi, bisogna cambiare il cuore, bisogna cambiare l’ordine dei lavori, rimettere a posto quelle che sono le priorità. Da un punto di vista statistico siamo spacciati, perché tra fare un cazzo ed impegnarsi per fare delle cose ovviamente vince il fare un cazzo.”

Poi facendo ridere ma anche capire quanto incide la scelta individuale, ha strappato così ancora un ultimo sorriso: “Ma la statistica non è sempre così precisa. Mi dicono che questa sera siamo intorno alle 200 persone: facendo una statistica presupponiamo che ci siano 100 uomo e 100 donne. Se vogliamo entrare in quella che è la legge dei grandi numeri di queste 100 donne almeno una stasera dovrebbe venire in albergo con me… ma non succede! Vedi che la statistica è ‘na cazzata!”.

Gli spettacoli continuano. Ecco i prossimi appuntamenti:

  • 25 luglio, ore 21:30: Lotta con “Detonazione”;
  • 26 luglio, ore 20:30: Pippo Bessone e Luca Occelli con “Nui Dui”;
  • 27 luglio, ore 20:30: Panta Rei Theatre/Chiara D’Anna con “Don’t you dare” (spettacolo in inglese).

Origini Festival a Dronero è organizzato dalla compagnia O.P.S. Officina per la Scena con il contributo del Comune di Dronero e la Fondazione CRC. 

Beatrice Condorelli

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