Storie di montagna - 21 luglio 2024, 06:55

STORIE DI MONTAGNA/122 Mattia Seymandi de “L’escola e Lou Mulin”

Ho scoperto una vecchia scuola diventata ristorante e un mulino dismesso trasformato in ospitalità. Tutto questo nella piccola borgata alpina denominata Lantermini nel comune di Sampeyre a 1200 m. slm in Valle Varaita, nel Vallone di Gilba

STORIE DI MONTAGNA/122 Mattia Seymandi de “L’escola e Lou Mulin”

Ho scoperto una vecchia scuola diventata ristorante e un mulino dismesso trasformato in ospitalità. Tutto questo nella piccola borgata alpina denominata Lantermini nel comune di Sampeyre a 1200 m. slm in Valle Varaita, nel Vallone di Gilba.

Ad accogliermi ho trovato Mattia, un ragazzo solare, allegro che ha fatto di questo posto il suo posto, dove vive e lavora. Qui, nella vecchia scuola, che ha visto la sua ultima classe nel 1968, i suoi nonni andavano come studenti e oggi possono sedersi in un ristorante che conserva ancora alcuni pezzi di quel tempo che non c’è più. Si possono ancora vedere la vecchia lavagna, la cartina e i banchi di scuola, i quaderni. Un bellissimo locale che ha ritrovato una nuova vita grazie a questo ragazzo e la sua famiglia. Ma ora facciamo un passo indietro.


Questo luogo rinasce cinque anni fa. Mattia, originario del posto, si diploma geometra e con il papà decide di creare un luogo capace di far ritornare la gente in un vallone bellissimo, spesso dimenticato, che aveva bisogno di ritornare popolare e di essere scoperto. Nasce un’associazione che si chiama Gilba Viva, che inizia a mettere insieme tutte le feste tradizionali e a sistemare la sentieristica, in modo da creare dei sentieri ad anelli.

Con l’impegno di molte persone un territorio diventa vivo. Mancava però un parte di accoglienza, di ospitalità e così nasce l’idea de “L’ Escola e Lou Mulin“

“Hai sempre pensato di fare questo?” chiedo a Mattia “Io sono diventato geometra, mio papà ha un’impresa edile ed ero certo di fare il muratore nella sua azienda. Ho iniziato la mia esperienza proprio qui, ristrutturando questo posto che era un rudere e che, grazie al suo aiuto, e alla mia passione per il legno, abbiamo trasformato nel locale che vedi oggi, e che continuiamo a migliorare ogni anno e di cui mi occupo!” conclude.

La cura messa in questo posto rispecchia l’amore che Mattia e la sua famiglia hanno per il proprio territorio, che rischiava di essere dimenticato. Il ristorante, aperto solo la domenica è a disposizione per gli ospiti delle camere, ed è gestito da Mattia e sua Mamma. Qui si può trovare una cucina casalinga, semplice, che propone frutta e verdura coltivate e raccolte nei loro orti. Qui si possono gustare, insieme a vari tipi di pasta fatta in casa, le Raviolas, piatto tipico della Valle, ma in una versione speciale, ovvero con le patate viole, coltivate in borgata.

“Sono stato fortunato!” mi dice Mattia o “Di opportunità, in montagna, ce ne sono per tutti ma bisogna credere in se stessi! Si deve investire tempo e denaro, impegno e sapere annullare la propria vita nei mesi estivi, perché il lavoro è molto e bisogna “galoppare”. Ho scelto di non restare aperto tutto l’anno, quindi nel periodo invernale sono chiuso e più tranquillo e mi dedico alla mia passione: il legno e aggiungo particolari alla struttura!”

Un ragazzo che sta realizzando tutti i suoi sogni nel cassetto e sta costruendo il suo futuro in questa piccola borgata alpina che continua ogni anno a migliorare, ad arricchirsi di particolari e di angoli magnifici.

 

Insiema al ristorante, nato nella vecchia scuola, c’è anche il mulino. Un antico mulino dismesso che è stato ristrutturato e trasformato in una struttura a due piani dove in due stanze a tema, vengono accolti gli ospiti.

La stanza più particolare è la Camera Macina. Al suo interno, grazie ad un pavimento in vetro, è ancora possibile vedere i vecchi ingranaggi del mulino e si può dormire in un letto girevole che è posato proprio dove un tempo c’era l’antica macina. Nella parte superiore, invece, la camera vetrata offre ai suoi ospiti una vista montagne davvero unica!

Ho visitato con Mattia tutta la frazione, una guida perfetta, che mi ha accompagnato alla scoperta di pezzi della sua famiglia, di ricordi e di questa ospitalità particolare che, a pochi passi di distanza, una dall’altra, permette un soggiorno nella natura, in pace e serenità.


Sul percorso si trova la camera Abete e la Camera Cirmolo, dove il profumo del legno ti avvolge e ti concede sonni sereni. C’è anche la camera Stelle con un grande vetro al posto del soffitto per vedere le stelle. Ovunque pezzi mi memoria, di storia, oggetti antichi recuperati in loco o altrove, appesi per essere mostrati e capaci di far tornare indietro nel tempo, nella semplicità di una vita contadina passata in alta montagna.

C’è anche un piccolo museo, che si collega ad un libro scritto dalla zia di Mattia, un libro che narra di antiche storie di un tempo e che prova a prendere vita in una piccola stanza della borgata.



“Questo è un posto per ritrovare un po’ la pace che spesso, i ritmi frenetici della vita, ci impongono. Ci sono ospiti che sono arrivati tesi, con la testa ancora nel caos e che dopo qualche giorno gli ho visti acquisire ritmi lenti, lasciarsi cullare da questo posto che permette di farsi avvolgere dalla semplicità, la natura e dal buon cibo!” mi racconto ancora Mattia.

Questa storia ha tutto ciò che mi piace: una vecchia frazione alpina che ritorna ad illuminare le sue giornate, un ragazzo giovane che ha creduto nelle sue radici e, insiema alla sua famiglia, ha costruito il suo futuro. Ci sono pezzi di memoria che non sono stati chiusi in un cassetto, ma mostrati ad un pubblico moderno, che spesso queste cose le dimentica.

Quasi tutta la famiglia di Mattia, un tempo è andata a scuola nello stesso luogo che oggi accoglie turisti e sforna buon cibo. Quando la nonna entra e si siede per mangiare è inevitabile che la sua memoria torni al passato e che dalla sua bocca escono aneddoti e raccolti dei tempi in cui, seduta al banco, riempiva i suoi quaderni di aste e lettere!

Sui quaderni, lasciati in visione sul vecchio banco autentico, ritrovato tra questa mura, ci sono i temi dello zio, che nel 1966 frequentava questa piccola scuola di montagna.

L’agriturismo “L’escola e Lou Mulin” (https://www.lescolaeloumulin.it) è un piccolo mondo antico, dove un giovane ragazzo e la sua famiglia, sono stati capaci di creare un’atmosfera accogliente e unica che offre a chi soggiorna quella tanto desiderata pace dell’anima che spesso sembra utopia. (https://www.instagram.com/lescolaeloimulin )


Cinzia Dutto

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