"E’ nostro obiettivo tutelare le denominazioni e promuoverle sotto molteplici aspetti: tecnici ed etici in primis. Non possiamo quindi permettere che per le colpe di pochi si infanghi il lavoro di tutti e si getti un’ombra così scura sull’operato di aziende virtuose che tutelano i propri collaboratori e il territorio. Questa è un’assunzione di responsabilità nei confronti delle cantine e dei consumatori finali, che richiedono trasparenza".
Con queste parole il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani rimarca la posizione già anticipata al nostro giornale lunedì scorso, a margine della presentazione della seconda annata di attività dell’Accademia della Vigna.
A due giorni dalla manifestazione tenuta ad Alba dai sindacati del comparto agroalimentare, l’organizzazione, di cui fanno parte oltre 580 aziende vitivinicole, per un totale di 10mila ettari di vigneti Doc e Docg coltivati, ribadisce il proprio impegno nello sviluppare "soluzioni strutturate rispetto al problema della ricerca e gestione della manodopera in vigneto".
"Il dialogo con tutti gli enti del territorio e della filiera coinvolti continua e si è rafforzato – ricorda l’ente di tutela, dal maggio scorso presieduto da Sergio Germano –, per sconfiggere una piaga come quella del caporalato che investe tutto il mondo agricolo occorre lavorare in squadra e che ognuno si assuma le proprie rispettive responsabilità. Il 9 aprile si è firmato il protocollo di intesa con la Prefettura di Cuneo volto principalmente a far emergere situazioni di sfruttamento lavorativo e sensibilizzare, imprese e lavoratori, sul fenomeno. Lunedì 15 luglio abbiamo presentato i risultati di Accademia della Vigna e lanciato la seconda annualità. Stiamo lavorando per incrementare il numero dei soggetti che operano in modo virtuoso e implementare così la 'white list' delle cooperative già in possesso dei produttori. Infine, l’impegno nel sensibilizzare le aziende continua da parte nostra. Stante gli ultimi casi di cronaca di caporalato e di sfruttamento di persone, il Consorzio ha deciso che si costituirà parte civile nei confronti dei soggetti che si macchiano di questi odiosi reati. Il Consorzio lavorerà altresì – si conclude – affinché le aziende colpevoli vengano estromesse dall’associazione: chi si macchia di questi reati non dovrebbe poter fruire delle denominazioni del territorio".