Solidarietà - 16 luglio 2024, 19:32

Un sorriso nella baraccopoli: l'esperienza di Alberto Vassallo tra i bambini poveri a Nairobi in Kenya

Con l’associazione “Una mano per un sorriso” il giovane volontario Saviglianese porta gioia e istruzione a Korogocho tra i bambini che lavorano a Dandora la più grande discarica africana a cielo aperto

Alberto Vassallo nella scuola della baraccopoli di Korogocho nella periferia di Nairobi in Kenya

Alberto Vassallo nella scuola della baraccopoli di Korogocho nella periferia di Nairobi in Kenya

Nelle baraccopoli di Nairobi, dove la povertà e la miseria sono all'ordine del giorno, c'è chi lavora incessantemente per portare un raggio di speranza e un sorriso.

Il saviglianese Alberto Vassallo, 23 anni, diplomato all’Ipsia ‘G. Marconi’ di Savigliano, giovane volontario dell’associazione ‘Una mano per un sorriso for children’, ci racconta la sua esperienza e il suo impegno in Kenya.

Alberto ha iniziato a fare volontariato con ‘Nodo Comix’, un'associazione di Savigliano che fa clownterapia nella pediatria dell'ospedale Santissima Annunziata di Savigliano e grazie a questa associazione ha conosciuto la realtà dei bambini nelle baraccopoli di Nairobi.

L’associazione  ‘Una mano per un sorriso – for children’ è nata dalla volontà di Paola Viola fotografa originaria di Treviso dopo aver visto la tremenda realtà della baraccopoli di Nairobi, in Kenya, ha fondato nel 2010 l’organizzazione di volontariato, realizzando progetti concreti, dando dignità e possibilità all’infanzia del sud del mondo per dare davvero ‘una mano’ a bambini che vivono in condizione di povertà estrema e violenza inimmaginabile.

Alberto, puoi raccontarci come hai iniziato la tua avventura con ‘Una mano per un sorriso?

Ho iniziato come volontario con l’associazione Nodo Comix, che fa clownterapia nella pediatria di Savigliano. Grazie a loro ho potuto formarmi per le missioni all'estero. Un giorno, ho scritto a Paola Viola, la fondatrice di "Una mano per un sorriso", che mi ha invitato a partecipare a una missione a Nairobi. È stato l'inizio di un viaggio straordinario”.

Quali sono le condizioni di vita nella baraccopoli di Korogocho nella periferia di Nairobi , capitale del Kenya dove si passa dal paradiso del centro città all’inferno della periferia che i turisti non conoscono?

Le condizioni di vita sono terribili. Le persone vivono in baracche senza bagni, in famiglie di 5-8 persone. Dandora, la più grande discarica dell'Africa orientale, rappresenta un vero inferno in terra. Molti bambini lavorano lì, raccogliendo plastica e vetro tra i rifiuti, esposti a fumi tossici e gas nocivi per guadagnare pochi scellini. È un ambiente incredibilmente duro e pericoloso, soprattutto per i più piccoli”.

Qual è il ruolo di "Una mano per un sorriso" in queste comunità?

L'associazione opera da 13 anni nelle baraccopoli, collaborando con insegnanti locali.

La piccola scuola elementare della baraccopoli è una grande baracca di lamiera circondata da un muro di ferro e pali di legno, all’interno le classi sono divise da tende strappate e separé di ferro.

Tra i vari progetti realizzati da ‘Una mano per un sorriso’ a Korogocho è sorta la ‘Smiling School ” una piccola scuola per bambini di strada nel cuore della baraccopoli. Mentre le situazioni di vita nello slum continuano a peggiorare, la scuola è arrivata ad accogliere 270 bambini di strada. Ci sono 8 classi elementari e tre classi della scuola dell’infanzia.

Grazie al supporto di influencer  italiani come Jakidale e Pietro Morello, siamo riusciti a raccogliere fondi per creare lo ‘Smiling Center’. Questo centro innovativo offre aule di informatica, laboratori di musica e teatro, e fornisce un'educazione completa a oltre 200 bambini, dal nido alla scuola media”.

Come contribuisci personalmente a queste iniziative?

Io mi occupo di musicoterapia, clownterapia e informatica. Insegno ‘coding’ ovvero programmazione informatica e l'uso del pacchetto Office ai bambini dai 3 ai 16 anni. Inoltre, offriamo un pasto al giorno, un'assicurazione sanitaria e una divisa scolastica. Vedere i progressi dei bambini è incredibilmente gratificante”.

Quali sono le principali difficoltà che affrontate?

Operare in Kenya è complesso a causa della burocrazia. Inoltre, le condizioni di vita nelle baraccopoli sono estremamente dure: mancano tutti i servizi principali a partire dall’energia elettrica che scarseggia come l’acqua potabile i fiumi e l’aria vicino alla discarica sono tossici e mancano di servizi igienici adeguati. Nonostante tutto, continuiamo a lavorare con determinazione, cercando di portare un cambiamento positivo”.

Qual è la tua esperienza personale nel lavorare con questi bambini?

“È un'esperienza unica e formativa. I bambini qui vedono la scuola come una chiave per il loro futuro, un'opportunità per sfuggire alla povertà. Sono incredibilmente motivati e resilienti, nonostante gli abusi e i traumi che hanno subito. La scuola è la parte più bella della loro giornata, un luogo sicuro dove possono sognare e sperare in un futuro migliore”.

Cosa diresti a chi volesse intraprendere una missione umanitaria?

Fare una missione umanitaria è una prova per sé stessi. Richiede formazione e un forte impegno. Consiglio di informarsi bene sulle associazioni, capire come operano e come gestiscono le donazioni. È importante essere trasparenti e rispettare le necessità e la cultura delle comunità locali. Ogni piccolo gesto può fare una grande differenza”.

Con il suo volontariato e la dedizione a migliorare le vite dei bambini nelle baraccopoli di Nairobi, Alberto Vassallo rappresenta un esempio di come si possa davvero fare la differenza, anche nelle situazioni più difficili. La sua esperienza dimostra che, con impegno e passione, si può portare un sorriso anche nei luoghi più bui.

Anna Maria Parola

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