Attualità - 11 luglio 2024, 17:02

Caporalato tra i vigneti nelle Langhe, il ministro Lollobrigida annuncia misure. Frescobaldi (Uiv): "Grande imbarazzo"

Numerose le prese di posizione dopo l'ennesima operazione che ha fotografato la presenza del fenomeno sulle colline del vino

Il ministro Lollobrigida ad Alba nello scorso settembre, ospite alla Scuola Enologica insieme al governatore Cirio, all'allora sindaco Carlo Bo e alla presidente dell'istituto Antonella Germini

Il ministro Lollobrigida ad Alba nello scorso settembre, ospite alla Scuola Enologica insieme al governatore Cirio, all'allora sindaco Carlo Bo e alla presidente dell'istituto Antonella Germini

"Non definisco mai i criminali sulla base della loro appartenenza, è un elemento aggiuntivo. Ma non è un problema da dove vengano, ma che esistano". 

Così il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha commentato l’episodio di caporalato operato da persone di nazionalità marocchina, macedone e albanese, ai danni di braccianti extracomunitari tra i vigneti delle Langhe, emerso a seguito dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Cuneo sottoil coordinamento della Procura della Repubblica di Asti.

"Il caporalato – ha detto il ministro all’agenzia Adnkronos – è un fenomeno endemico nel nostro Paese non da oggi ma da sempre che va contrastato senza limiti di impegno e il nostro governo ha messo in campo molte misure e altre ne metterà tra le quali alcune repressive, alcune di carattere culturale perché bisogna essere chiari: chi sfrutta il lavoro non è un imprenditore, ma un criminale, chi compie atti che abbiamo stigmatizzato tutti come quello di Cisterna di Latina ma non è l'unico, è un nemico degli imprenditori agricoli in ogni settore e va trattato come tale".

FRESCOBALDI (UIV): "EPISODIO INACCETTABILE" 

"Queste cose sono vergognose, noi non possiamo accettare cose del genere, quello che è successo nelle Langhe, quello che è successo a Latina. Certamente una cosa del genere nelle Langhe ci crea grande imbarazzo. Sono cose terribili che vengono fuori, ma noi non possiamo accettarle in nessun modo". E' quanto, ripreso sempre da Adnkronos, ha affermato il presidente di Unione Italiana Vini Lamberto Frescobaldi che, a nome degli imprenditori del vino ha ricordato: "Quante volte anche il nostro settore ha chiesto la revisione del cuneo fiscale, che vuol dire vuol dire mettere più soldi sulla busta paga, ovvero costo uguale per le aziende che sono un po' schiacciate, a volte anche da un malcostume che, per noi è quasi incomprensibile, e che gli organi di controllo non possano essere più d'impatto".

Quanto alle misure e al rafforzamento dei controlli annunciato dal governo nei giorni scorsi Frescobaldi commenta: "Io non credo che ci sia una sola cosa da fare, ma abbiamo un po' di esperienza alle spalle, e vediamo che tante volte quello che viene deciso negli organi governativi, poi dopo viene molto filtrato, edulcorato da tante cose, anche se il legislatore ci mette tutta la sua buona volontà. Però la direzione è quella giusta".

"Noi abbiamo bisogno di un'Europa forte - ha aggiunto il presidente di Uiv - che imponga in modo corale delle norme, anche sull'arrivo di persone qui, in questo mondo, perché da un lato si legge sui giornali che siamo contrari e dall'altro non è per niente, vero. Quindi vediamo di mettersi d'accordo e innanzitutto di rispettare le persone".

 

FRAGOLINO PD - GIOVANI DEMOCRATICI CUNEO: "EMERGENZA SOCIALE DA RISOLVERE"

La provincia di Cuneo è nuovamente teatro di un grave episodio di violenza contro dei lavoratori sfruttati. - afferma Francesco Fragolino, Giovani Democratici Federazione di Cuneo - "Le notizie che provengono dalle Langhe ci mostrano episodi di un pesante sfruttamento dei braccianti agricoli, con conseguenti aggressioni fisiche per coloro che osavano ribellarsi. Sono necessarie misure di regolamentazione dei contratti a tutela dei braccianti e un'adeguata retribuzione che dia dignità e favorisca l'inclusione nella società di questi lavoratori."

 

RIFONDAZIONE COMUNISTA: "CHI CONTROLLA CHE LE AZIENDE DESTINATARIE DI FONDI EUROPEI RISPETTINO LA CONDIZIONALITA’ SOCIALE?"

“La cronaca di questi giorni - hanno dichiarato Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE e Lorenza Ameglio, segretaria della federazione cuneese del PRC-SE – accende un riflettore su come si lavora in agricoltura anche nel nostro Piemonte. Non ci volevano però le indagini aperte nel cuneese e nell’astigiano per svelare una condizione ahimè risaputa da molto tempo. Basterebbe buttare un occhio su una tendenza di lungo periodo: quella della costituzione di cooperative, che un tempo erano la normalità solo per il settore vitivinicolo ed ora stanno diventando fenomeno assai largo. La peculiarità di queste costituzioni sta nel fatto che esse nascono e muoiono in un brevissimo lasso di tempo. Tale caratteristica induce a pensare a come esse siano strutturate al loro interno, con pochissimi soci lavoratori effettivi e diritti non assicurati”.

“Al di là della cronica mancanza di personale per gli ispettorati, che non riescono ad effettuare controlli, oggi, qui in Piemonte, nasce spontaneo un interrogativo politico indirizzato alla Giunta e all’Assessore competente. Siccome il Complemento di Sviluppo Rurale (C.S.R.) prevede che chi attinge ai fondi comunitari debba rispettare la condizionalità sociale, mi domando chi, quando e con quali modalità sta effettuando i doverosi controlli su quell’incrocio. Su questa corrispondenza tra danaro e diritti da garantire, sacrosanta quando si sanciscono a parole le cose e molto meno effettiva nel reale, cosa ha da dire chi governa il Piemonte?”

“Come abbiamo ricordato nella recente campagna elettorale con Piemonte Popolare – concludono Deambrogio e Ameglio –  noi vogliamo un nuovo modello agricolo che contrasti l’applicazione dei processi industriali nella produzione agro-alimentare, che già tanti danni ha prodotto all’agricoltura e all’ambiente, garantendo  una migliore qualità alimentare. L’accesso alla terra, bene comune, per una nuova generazione di agricoltori, attraverso il finanziamento di strumenti legislativi regionali già esistenti (dalla banca della terra alle associazioni fondiarie), che possano guadagnarsi da vivere utilizzando metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e della dignità di chi lavora, braccianti compresi”.

Redazione

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