Un incontro utile e proficuo, dal quale partire come “terreno neutro” per poter immaginare un centro storico diverso da quello attuale: è questa l’accezione che i partecipanti danno al meeting occorso nella tarda mattinata di ieri (lunedì 8 luglio) in Prefettura a Cuneo. Al centro, la situazione della zona di piazza Boves e, in generale, dell’intero centro storico.
L’incontro è stato convocato dalla Prefetto Fabrizia Triolo, che ne ha dato notizia a latere di quello di lunedì 1 luglio. Un’occasione rivolta soprattutto ai residenti di piazza Boves – da tempo ormai teatro di numerosi episodi di cronaca, più e meno gravi, e di discussioni accese tra esercenti e abitanti - , in risposta alla mobilitazione spontanea dello scorso quattro luglio.
Presenti all’incontro – oltre alla Prefetto e a una delegazione di residenti – la sindaca Patrizia Manassero e il vicesindaco Luca Serale, il Comitato di quartiere e delle forze dell’ordine cittadine.
“Una riunione proficua e propositiva, davvero utile nel concreto – ha raccontato poco dopo la fine dell’incontro Pietro Carluzzo, presidente del Comitato - . Sia da parte nostra che da parte delle forze dell’ordine c’è stato grande spirito propositivo nell’approcciare situazioni oggettivamente difficili e complesse, e sotto gli occhi di tutti a livello quotidiano”.
In un clima di scambio pacifico, quindi, i residenti hanno portato all’attenzione della Prefettura le proprie – già ben conosciute – rimostranze, mentre agenti e militari hanno esposto quella che è la quotidianità del proprio lavoro di presidio del territorio, di prevenzione e di repressione (che, per quanto riguarda la polizia Locale, è stato anche oggetto di un articolo sul nostro giornale).
“L’incontro è servito a operare riflessioni specifiche nell’ottica di definire soluzioni concrete – ha ancora concluso Carluzzo - . Da parte nostra continueremo a impegnarci per trasformare le zone più critiche e bisognose della città in terreno fertile per eventi e iniziative di carattere social-culturale; vivere davvero un luogo è quel che fa la differenza, che agisce sul livello di percezione della sicurezza. Ed è quello di cui il centro storico ha bisogno”.