Attualità - 08 luglio 2024, 11:26

Non c'è pace per Demonte: arriva un ricorso al Tar contro il semaforo

Un privato, con la casa in prossimità dell'impianto, contesta un presunto danno alla salute. Il sindaco Bernardi: “Come amministrazione ci siamo opposti e intanto andiamo avanti con i lavori per accenderlo il 1° agosto. L'interesse della collettività è superiore a quella del singolo. Abbiamo bisogno di quel semaforo per sopravvivere”

Non c'è pace per Demonte: arriva un ricorso al Tar contro il semaforo

Non c'è pace per il comune di Demonte, da anni ostaggio dei tir che ogni giorno intasano e bloccano la centrale via porticata. Proprio ora che l'amministrazione aveva individuato la soluzione tampone del semaforo all'uscita e all'ingresso del paese, un ricorso al Tar potrebbe bloccare tutto.

A contestare l'impianto è una persona, proprietaria di una casa in prossimità del semaforo. Lo contesta per un presunto danno alla salute generato dai camion fermi in coda, in attesa del verde e con il motore acceso.

Impossibile accontentare tutti quando si amministra un paese che, di fatto, è già costretto a respirare un'aria pari alle zone più inquinate di Torino. In via Martiri e Caduti per la Libertà, il tratto della statale 21 che attraversa il centro storico, non vive praticamente più nessuno. Il rischio minore è quello di vedersi portare via i balconi, cosa già successa.

Ci dispiace per questo possibile intoppo – commenta il sindaco Adriano Bernardi -. Io ritengo che l'interesse della collettività sia superiore a quella del singolo. Pertanto, come amministrazione, ci siamo opposti e abbiamo previsto un impegno di spesa pari a 5 mila euro per la difesa e l'assistenza legale, essendo il Comune privo di un'avvocatura interna”.

Mercoledì 10 luglio sarà una data decisiva per il semaforo: ci sarà la prima udienza al Tar e anche le prime prove di taratura per l'impianto che, al momento, è lampeggiante e non ancora funzionante.

Il ricorso al Tar non è sospensivo, dunque noi andiamo avanti con i lavori con l'obiettivo di accendere il semaforo giovedì 1° agosto – aggiunge il sindaco Bernardi -. Sappiamo bene che non è una soluzione definitiva. In attesa della variante è però l'unica soluzione tampone possibile. Abbiamo bisogno di quel semaforo per sopravvivere”.

Che cosa potrebbe succedere? Alla prima udienza di mercoledì, il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte prenderà in carico la documentazione e si esprimerà sulla legittimità o meno del ricorso. Se legittimo, si andrà avanti, con o senza sospensione dei lavori di attivazione del semaforo.

Ricordiamo che il semaforo - costato 215 mila euro interamente a carico del Comune - è stato installato a valle, prima del curvone che porta dentro il paese e a monte, all'uscita dello stesso, ad una distanza di 450 metri. Si tratta di un impianto che funzionerà a senso unico alternato con un sensore "intelligente", che dovrebbe attivarsi solo per i mezzi pesanti.

Cristina Mazzariello

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