Politica - 15 marzo 2024, 07:11

Fondazione Crc: Cuneo con Borgna, Mondovì con Gola, Alba ago della bilancia

I sindaci delle tre maggiori città, Manassero, Robaldo e Bo, sono i soggetti istituzionali cruciali per l’elezione del nuovo presidente. Restano contrapposte le posizioni dei primi due, mentre il terzo cerca un bandolo della matassa per capire se ancora esistono margini per una soluzione condivisa

Il sindaco di Alba Carlo Bo con il presidente della Provincia Luca Robaldo

Il sindaco di Alba Carlo Bo con il presidente della Provincia Luca Robaldo

Continua a tenere banco, arricchendosi ogni giorno di nuovi elementi, la vicenda del rinnovo dei vertici della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

Dopo la riunione di martedì sera in municipio a Cuneo alla quale, contrariamente a quanto avevamo scritto, non ha partecipato il presidente della Provincia Luca Robaldo, la maggioranza consiliare ha rinserrato le fila pronunciandosi unanimemente a favore di Federico Borgna.

Smentita la ventilata contrapposizione tra il coordinatore della lista Centro per Cuneo Beppe Delfino e l’ex sindaco Borgna (hanno partecipato entrambi al bando), la sindaca Patrizia Manassero ha avuto mandato di indicare quest’ultimo quale uno dei due rappresentanti del Comune di Cuneo in seno al Consiglio generale della Fondazione. 

Per quanto riguarda la rappresentante femminile della città capoluogo indiscrezioni di corridoio dicono che potrebbe trattarsi dell’ingegnere Alessandra Rostagno.

Nei giorni scorsi ci sono state interlocuzioni tra la sindaca di Cuneo e il suo collega di Mondovì, Luca Robaldo, grande sponsor di Mauro Gola insieme al presidente della Regione Alberto Cirio.

Colloqui che non sono serviti a sbloccare la situazione.

Robaldo, in veste di presidente della Provincia, circa un mese fa aveva riunito i sindaci – in quanto soggetti istituzionali - attorno al tavolo dal quale era scaturito il documento “Piattaforma di principi e valori per la nuova governance della Fondazione CrC – Mandato 2024-2028”.

Quattro pagine di alti contenuti, sottoscritti da tutti su temi, che, tuttavia, all’atto pratico, si stanno rivelando lettera morta perché totalmente estranei al dibattito in corso.

Quando Robaldo lo ha steso insieme ai sindaci evidentemente presumeva che quel decalogo potesse rappresentare una pietra miliare da cui partire, ma ben presto ha dovuto prendere atto che la politica era scesa in campo pesantemente preferendo logiche da spoil system a una faticosa mediazione. 

Lui stesso, del resto, in quanto sindaco di Mondovì (Comune cui questa volta spetta di esprimere due rappresentanti), non poteva restare neutrale.

E infatti è sceso in campo annoverandosi tra i convinti supporter del presidente della Camera di Commercio.

Si ha la sensazione – ma è qualcosa di più di una semplice sensazione – che sia in atto uno scontro politico-partitico tra schieramenti anche se a prevalere sono criteri di non sempre chiara individuazione.

Perché, infatti, la Lega si è chiamata fuori e perché Fratelli d’Italia non si è ancora pronunciato se non, mesi addietro, con un generico invito all’unitarietà del capogruppo regionale Bongioanni ma non fatto proprio dal suo partito?

A prescindere da questi aspetti il dato è che oggi Cuneo e Mondovì sono divisi sul nome del futuro presidente.

Chi si mantiene neutrale nella disputa è il sindaco di Alba, Carlo Bo, sottoposto in questi giorni a pressioni di ogni tipo e da ogni versante.

È lui l’uomo che – dopo aver lanciato un accorato appello all’unità - dovrà ora concretamente capire se ancora esiste un bandolo di matassa cui afferrarsi per cercare margini di mediazione. 

Giampaolo Testa

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