Attualità - 12 marzo 2024, 07:10

Il regista braidese Francesco Amato: "Nel nostro corto per il territorio un inno al rispetto e alla speranza"

La sua opera è stata usata a Roma per presentare la candidatura di Alba Bra Langhe Roero a capitale della Cultura. Il Ministero deciderà la vincitrice, giovedì alle 11. Dieci le realtà in lizza

Un'immagine del cortometraggio di Francesco Amato che ha presentato la candidatura a capitale della cultura di Alba-Bra-Langhe-Roero (Foto di Letizia Carrara)

Un'immagine del cortometraggio di Francesco Amato che ha presentato la candidatura a capitale della cultura di Alba-Bra-Langhe-Roero (Foto di Letizia Carrara)

Un cortometraggio corale di quasi quattro minuti. Immagini che raccontano un territorio, che sanno di futuro e di speranza e simboleggiano un modo di lavorare: in sinergia. Al regista braidese Francesco Amato è stato chiesto di presentare la candidatura di Alba-Bra-Langhe-Roero a capitale della cultura in una maniera diversa, attraverso le immagini, attraverso una storia. Giovedì alle 11 il Ministero  deciderà la vincitrice tra le 10 finaliste. Intanto, forse, è nato un modello di programmazione.

Come è nata l'idea del suo contributo?
"Vivo a Roma, ma resto legato a Bra, dove sono nato, e al mio territorio. L'autunno scorso ho presentato il mio ultimo film "Santocielo"  in anteprima al cinema Vittoria e in quell'occasione mi è stato chiesto di dare un contributo per la candidatura a capitale della cultura. Non potevo fare tutto da solo e ho creato un gruppo su WhatsApp, 88 Falò, come gli 88 comuni che hanno aderito alla candidatura".

A chi si è affidato?
"Alla rete di persone che conosco e frequento nel mondo del cinema. Ragazzi, ragazze, ex giovani come me, attori, registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, fonici. Si è ricreata quella rete che negli Anni 90 mi ha fatto conoscere il cinema attraverso il Festiva Corto in Bra, quelle piccole realtà che ti insegnano un mondo e in cui conosci persone che fanno la differenza".

Che valore ha questa candidatura?
"Ho vissuto per parecchio tempo a Matera per le riprese della serie tv per la Rai Imma Tataranni. Ho quindi potuto vedere la trasformazione che ha avuto la città in occasione della vittoria come capitale europea della cultura 2019".

Cosa è successo?
"Si è lavorato con grande attenzione e in maniera molto precisa non solo sulle strutture. Ci sono state ricadute positive, soprattutto perché si è sviluppata un'imprenditoria culturale che rimane, anche ora. Si è dato vita a un progetto a medio lungo termine a cui ha risposto tutto il territorio".

Il modello è riproducibile?
"Pur nella diversità del titolo, Matera era capitale europea della cultura, questa possibilità per il nostro territorio deve essere sfruttata, è una di quelle cose che capitano una volta nella vita. In Langa e Roero ci sono consuetudini radicate e potenzialità che sono sotto gli occhi di tutti, ma sarebbe bello che oltre un turismo enogastronomico, ne nascesse uno legato all'arte, alla cultura, all'estetica della narrazione, che permettesse ai giovani anche di imparare un mestiere e di scambiarsi delle idee".

Torniamo al corto, cosa rappresenta?
"Ci sono i temi della tradizione, dell'amore per il territorio, ma c'è anche la speranza per il futuro, volevamo raccontare anche un modello di partecipazione e di condivisione. Alla fine, ci sono 88 comuni, ma simbolicamente il falò è uno solo e bisogna lavorare tutti verso una stessa direzione".

 

 

 

 

 

 

 

Daniele Vaira

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU