- 07 dicembre 2023, 16:04

La condanna al gioielliere e quel precedente in Sicilia: 12 anni e quattro mesi per la reazione alla rapina con due morti e un ferito

Mario Roggero chiamato a raccontare la sua vicenda ai programmi Tv di Mario Giordano, Paolo Del Debbio e Bruno Vespa: "Coi 17 anni che mi hanno inflitto che messaggio diamo ai nostri figli, agli italiani?

Alcuni frammenti della trasmissione andata in onda ieri su Rete 4

Alcuni frammenti della trasmissione andata in onda ieri su Rete 4

"Provate per un attimo a mettervi nei suoi panni". Lo ripete più volte, ribadisce il concetto, il giornalista Mario Giordano, nella certezza che non ci sia molto da girarci intorno nel prendere posizione tra innocentisti e colpevolisti. Fazioni che da lunedì si dividono sulla sentenza con cui Mario Roggero è stato condannato a 17 anni di carcere per avere ucciso due banditi e ferito un terzo senza che la sua azione potesse inquadrarsi nei crismi della legittima difesa, nemmeno di quella "putativa" invocata dal suo legale Dario Bolognesi

Giordano, che dallo studio della trasmissione di Rete 4 "Fuori dal Coro" indossa i panni del paladino della giustizia, si era occupato già in passato della rapina di Grinzane. E’ tornato a farlo nella trasmissione andata in onda ieri, mercoledì (qui), questa volta per commentare e prendere posizione – ovviamente critica – in merito all’esito del processo di primo grado che lunedì ha visto la Corte d’Assise infliggere al commerciante una pena più grave di quella che per lui era stata richiesta dall’accusa. Altre presenze Roggero le dovrebbe fare a "Diritto e rovescio", questa sera, sempre su Rete4, e poi anche a "Porta a porta" su Rai Uno.  

"Provate per un attimo a mettervi nei suoi panni", incalza Giordano mentre ricorda la rapina subita da Roggero dal 2015, quando il commerciante fu aggredito e violentemente malmenato: "Gli spaccarono il naso, le costole, dovette subire un’operazione alla spalla. Quelle rapina ha lasciato tracce indelebili non solo nel suo corpo, ma anche nella sua mente", dice. 

Da qui la lunga arringa del conduttore: "Sei anni dopo Mario è terrorizzato. Ditemi voi sei si può condannare a 17 anni di carcere un uomo che ha soltanto avuto paura? Mario ha sempre e solo lavorato. Lo Stato non sempre lo ha difeso ma ora mostra contro di lui il suo volto implacabile: 17 anni di carcere (…)". 

E ancora: "Siamo in un Paese in cui ormai la Polizia non arresta nemmeno più i delinquenti abituali, in cui i terroristi hanno permessi premio, in cui chi uccide la fidanzata dopo pochi anni esce perché obeso. In questo Paese se uno si difende da un’aggressione lo Stato mostra il suo volto duro. Conviene quasi essere un delinquente".

Si parla quindi dei risarcimenti. Un cartello sintetizza a favor di telecamere le storture di un sistema della giustizia che "prezza" in 14mila euro il valore di un operaio morto sul lavoro, in 50mila quello della vittima di un omicidio (il riferimento è alla vicenda del gioielliere di Milano Giovanni Veronesi) e, stavolta riferendosi a Roggero, a 400mila euro quella del ladro ucciso durante una rapina. 

 

"In questo paese conviene essere delinquenti", la conclusione, come riproverebbe il caso di Guido Giani, anche lui gioielliere, di Nicolosi, in Sicilia, che sta scontando 12 anni e 4 mesi per una vicenda del tutto analoga a quella che per protagonista ha il commerciante langarolo, pure qui con l’uccisione di due banditi e il ferimento di un terzo.  Per lui la moglie ha chiesto la grazia al Presidente Mattarella. 

Oppure quello del macellaio padovano Valter Onichini, che ha ferito un ladro. "Il ladro ferito non ha fatto un giorno di carcere, lui invece è finito dentro", si lamenta il conduttore. O di Mario Cattaneo, oste di Lodi, "da sette anni è sotto processo, anche lui aggredito di notte, si è difeso. Lo hanno assolto in primo grado, ma lo Stato insiste, è implacabile, non difende dai delinquenti, ma quando una persona perbene reagisce diventa implacabile, con chi è colpevole di non morire, con chi non ha scelto. Persone che si trovano in una situazione non per loro scelta. La differenza è tutta qui. I delinquenti vanno per loro scelta a rubare. Chi reagisce, reagisce come vittima di un’aggressione". 

In onda va quindi un servizio girato nel negozio del Gallo. Roggero ripercorre l’aggressione, quei sei minuti di rapina. Ribadisce: "La condanna? E’ una follia totale – ripete – , non ha nessun senso. Io, a 70 anni, tra cinque mesi dovrei andare dentro 17 anni? Probabilmente c’è qualcosa che non quadra". 

Si ricorda la rapina del 2015, se ne mostrano le immagini e il volto tumefatto del gioielliere, pestato pesantemente. "Ha subito operazioni? Certo, ho un male terribile a questa spalla, ho avuto il naso rotto, tre costole". Poi ancora sulla decisione della corte astigiana: "Coi 17 anni a cui mi hanno condannato che messaggio diamo ai nostri figli, agli italiani? Chi lavora da cinquant’anni e paga le tasse deve essere condannato. Chi invece da tutta la vita fa il ladro o il rapinatore (…). Mi sa che siamo completamente fuori binario… ". 

Poi parla la moglie Mariangela: "E’ dal 2015 che la nostra vita è stata sconvolta. Fosse per me da domani mattina io in negozio non verrei più (…). Tante volte quando suonano il campanello mi viene un brivido alla schiena e questo vi assicuro che è una cosa tremenda (…). Nell’ultima rapina mia figlia ai rapinatori ha detto 'non ammazzatemi perché io a casa ho due bambini'. Mi spiace anche che le mie figlie abbiano dovuto sopportare una cosa del genere… ". 

 

In studio Roggero commenta le fasi della rapina attraverso il ben noto video girato dalle telecamere di sicurezza. Rivive la colluttazione coi rapinatori avuta nel retrobottega dopo che la moglie era stata colpita con un pugno, il momento in cui gli puntano la pistola al capo e scandendo un conteggio alla rovescia lo minacciano di uccidere la figlia se non gli avesse dato tutto. Poi l’uscita dal negozio, la convinzione errata che la moglie fosse ostaggio dei rapinatori, gli spari. La colluttazione con Andrea Spinelli, i calci al capo dell’uomo chiedendogli: "Dov’è mia moglie?". "Lui in quel momento sembrava in forze – dice Roggero ricordando che la sua pistola era scarica, a quel punto –. Io non ho mai rincorso nessuno sparando in strada", puntualizza. 

"Lei quando si rivede pensa di avere esagerato?", gli chiede ancora il conduttore. "Non vedendo mia moglie cosa potevo fare? Il particolare di mia moglie che mi passa di fianco non lo ricordo, sono due anni che ci penso, non lo ricordo, ma la cosa strana è che nemmeno lei lo ricorda". 

"Non è stata una vendetta", dice comunque Roggero, respingendo la definizione usata dal pubblico ministero Davide Greco. Alla domanda se vivesse in uno stato di trauma dal 2015 spiega: "E’ stata una rapina terribile, mi hanno massacrato di botte, c’era sangue dappertutto, ho avuto problemi, incubi". 

Si aspettava una condanna? "Assolutamente no. Coi 14 anni chiesti dall’accusa sono stato basito, leggendo tutta la documentazione che abbiamo prodotto, le perizie, gli accertamenti, ecco io ero convinto dell’assoluzione. Cosa penso? Che siamo impazziti completamente. Io non credo che i giudici popolari possano avermi condannato, sono stati influenzati".  

Ezio Massucco

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