Rinvio a giudizio per tutti e dodici gli indagati. Così ha deciso il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Asti, Beatrice Bonisoli, nei confronti della dozzina di soggetti per i quali il sostituto procuratore Davide Lucignani aveva richiesto l’apertura di un processo sulle base delle risultanze emerse dall’indagine che il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Cuneo aveva battezzato "Feudo 2".
Il prosieguo, per molti versi, dell’inchiesta sulle presunte malversazioni nella gestione del Comune di Santo Stefano Roero – al centro di un primo processo in corso sempre ad Asti da alcuni mesi, con imputato l’ex sindaco Renato Maiolo, intanto a giudizio pure per atti persecutori nei confronti di una dipendente comunale, sempre col patrocinio degli avvocati Roberto Ponzio e Pierpaolo Berardi –, indagine intanto estesa ai municipi di Vezza d’Alba e Montaldo Roero, collegati al primo non soltanto per ragioni geografiche ma soprattutto per l’aver fatto parte dello stesso ente sovracomunale, l'Unione di Comuni "Roero Tartufo e Arneis".
Nel dicembre 2022 questa seconda indagine indagine aveva portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di 14 soggetti tra pubblici amministratori, funzionari e professionisti, e al sequestro di fondi per 200mila euro. A poco meno di un anno di distanza, un’udienza preliminare che ha richiesto tre diverse sedute prima della decisione assunta questa mattina della Gup Bonisoli ha portato al rinvio a giudizio di dodici soggetti tra i quali figurano lo stesso Maiolo e gli ex sindaci di Vezza d’Alba Carla Bonino e di Montaldo Roero Fulvio Coraglia, insieme all’ex vicesindaco vezzese Giuseppe Steffanino.
Bonino e Steffanino – la prima difesa dagli avvocati Elisa Anselmo e Marco Calosso, il secondo dalla collega Silvia Calzolaro – erano gli unici ex amministratori presenti all’udienza di questa mattina. Insieme a loro la 56enne architetto braidese Cinzia Gotta (la difende l’avvocato Malerba di Torino), che figura invece tra i nove professionisti, consulenti e dipendenti comunali che completano il novero degli indagati. Una schiera della quale fanno parte anche l'ex responsabile del servizio finanziario dell'Unione di Comuni Federica Borello, 51 anni, di Sommariva Perno (difesa da Cristina Preti e Vittorio Gromis), il 61enne geometra albese Giovanni Careglio (difeso da PierMario Morra), il 61enne imprenditore di Cavallermaggiore Felice Scotta, il 73enne perito industriale di Castagnole delle Lanze Piermichele Gallo, il professionista carmagnolese Aldo Pugnetti (66 anni), il 64enne di Cherasco, anche lui professionista, Valter Peisino e il 55enne funzionario della Regione Gianluca Comba, residente a Demonte, difeso dall’avvocato Alessandro Ferrero di Cuneo.
La Procura ha chiesto che vengano giudicati per le ipotesi di reato – a vario titolo – di truffa aggravata, falso ideologico, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà degli incanti, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio.
Tra i fatti ripercorsi nella corposa documentazione riassunta nella richiesta degli inquirenti si parla di gare e appalti sui quali professionisti e imprenditori coinvolti si sarebbero accordati per riconoscersi reciproci vantaggi, come nel caso del bando "Comuni Smat", finalizzato alla posa di sistemi di rilevazione acustica, telecamere di sorveglianza e pannelli luminosi Oppure di finanziamenti ottenuti dalla Regione su opere che in realtà erano state già realizzate. Tra le irregolarità accertate dalla Fiamme Gialle anche bilanci consuntivi dell’ente sovracomunale fatti risultare in attivo, anche se per poche migliaia di euro, quando per effetto dell’esistenza di debiti fuori bilancio il risultato della gestione era in verità in rosso per oltre 85mila euro.
Il processo avrà inizio con l’udienza già fissata per il 12 marzo 2024. Da definire i componenti del collegio.