Un’atmosfera d’altri tempi ieri sera a Moiola, in frazione Maigre, nella stalla di Andrea Colombero dell’azienda agricola Fiori dei Monti, associato di Confagricoltura Cuneo, tra i partner dell'evento assieme a Coldiretti. Un luogo solitamente di lavoro per lui, che racchiude l’essenza della sua famiglia, le sue radici, il suo vivere quotidiano, nel bene e nel male, un mestiere sempre più difficile. Questo posto speciale, in collaborazione col Consorzio Valle Stura Experience, per la prima volta si è trasformato in un cinema.
Un’idea azzeccata e sicuramente insolita che ha portato molti presenti all’obiettivo, ovvero la riflessione sui temi attuali che riguardano la montagna oggi, il suo futuro, scaturiti dalla visione del film “Alpenland” un documentario che ben li evidenzia. Uno spaccato di vita in altura, esteso a Svizzera, Austria, Francia, Germania, Lombardia e Valle Stura.
Un film che sa smuovere problematiche concrete che sono sicuramente riconducibili a tante realtà montane: lo spopolamento, l’integrazione, la difficoltà di avere un’attività soprattutto a conduzione famigliare, il traffico alpino, il turismo poco consapevole, in devastante cambiamento climatico e molto altro. Uno spettatore attento, come lo erano tutti gli invitati di ieri sera, ha sicuramente potuto trarre le sue conclusioni, uscire riflettendo e aprendo ancora più gli occhi sulla gravità di molte problematiche che sempre più toccano i territori montani.
Tra i numerosi presenti molti sindaci della Valle, rappresentanti della Regione, della Coldiretti, giornalisti, proprietari di attività iscritte al consorzio.
Sono stati Alberto del Consorzio Valle Stura Experience e Andrea, il padrone di casa, ad aprire la serata, voluta, principalmente, per far conoscere il consorzio e fare emergere la necessità di fermarsi e ritrovarsi per condividere, iscoprire e creare nuove prospettive.
Alla fine della proiezione, a moderare il dibattito finale è stato Roberto Colombero, presidente UNCEM Piemonte, che ha evidenziato gli aspetti più critici di un territorio difficile, che occupa il 66% del nostro paese, dove al primo posto ha messo gli effetti del cambiamento climatico e subito dopo la decrescita demografica. La montagna è costituita da boschi, pascoli e solo nella parte più marginale si tratta di insediamento abitativo. Colombero conclude sottolineando che le opportunità lavorative sono quindi abbastanza chiare: gestione del bosco, agricoltura e zootecnia di montagna. Due strade di lavoro che possono ridare opportunità ai territori alpini. Non si può solo investire sulla parte turistica che risulta importante, ma non l’unica strada percorribile per ridare speranze ad un futuro montano.
Loris Emanuel, sindaco di Moiola, ha sottolineato l’importanza di lavorare sull’integrazione, specificando che alla montagna serve gente, forza lavoro che non potrà essere solo del posto. Conclude dicendo che se una città perde popolazione non c’è un impatto sull’erogazione dei servizi o sulla vita di una comunità, mentre se un piccolo paesino di montagna perdere anche solo una famiglia ci possono essere effetti che ricadono su tutta la comunità: la chiusura di una scuola, di un ambulatorio ecc.
Un altro tema toccato nell’arco della serata, è stata la difficoltà di trovare terreni sia per pascolo che per agricoltura, vista la suddivisione tra diversi proprietari e, in alcuni casi, l'impossibilità di trovare i reali proprietari. E stata la Coldiretti nella figura di Massimo Meineri a cercare di dare risposta a questo problema non di facile soluzione, descrivendo le azioni in corso per cercare di migliorare la situazione.
La Regione, con la partecipazione del consigliere regionale Paolo Demarchi e di Paolo Balocco, direttore della Direzione Agricoltura e Cibo, ha sottolineato che non è sufficiente solo investire risorse sul territorio ma occorre analizzare la ricaduta sul territorio e gli obiettivi raggiunti. L’ultimo intervento è stato quello dell’onorevole Monica Ciaburro, che ha riportato l’attenzione sull’importanza di fare emergere le piccole realtà virtuose presenti sui territori concentrandosi sull’investire sul già esistente non solo sul nuovo.
E’ stato il gestore del Rifugio Dahu di San Bernolfo (Vinadio) ad avere l’ultima parola, sottolineando l’importanza di mantenere il più aperto possibile le attività per far circolare prodotti di valle, dare un servizio continuativo e offrire un’opportunità turistica reale e continuativa.
Un evento che ha unito molte persone, dove la regola è stata essere tutti allo stesso livello, il “Lei “ si è trasformato in “tu”, infrangendo quelle barriere che spesso limitano i discorsi tra chi lavora e vive in montagna e chi la deve amministrare dai piani alti.
A concludere degustazione di prodotti dei produttori del Consorzio Valle Stura Experiece, un'ottima conclusione per una serata decisamente riuscita.
Un plauso all’organizzazione, per questa serata dall’atmosfera unica e particolare, che un tempo sarebbe stata consuetudine, ma che oggi diventa un evento straordinario che, per alcuni presenti, è stata un’esperienza indimenticabile.
La 'veja' (la veglia), in passato, era un modo per ritrovarsi a fine giornata, al caldo e in famiglia, per concludere la fatica del lavoro, per parlare, per discutere su quello che succedeva: ieri sera è stato ricordare quei tempi, tornare a parlare, ristabilire rapporti umani e condivisione. Di montagna oggi se ne sta parlando molto, perchè è un ambiente da tutelare, un luogo che vuole continuare a vivere, che non si arrende e che chiede a gran voce supporto ed attenzione. Ieri sera si sono affrontati argomenti su cui riflettere, agire e decidere per il futuro e tutto questo è stato fatto tra le mura di una stalla, sotto gli occhi di mucche incuriosite e serene, che con piacere hanno preso qualche timida carezza dai presenti in sala! Parlare dei problemi è il primo passo per affrontarli.