Economia - 25 ottobre 2023, 15:32

Michelin va in cassa integrazione per la prima volta nell’anno: fermate mirate, ma non in tutti i reparti

Non desta particolare preoccupazione il rallentamento presso lo stabilimento di Ronchi, il più importante per pneumatici in Italia, mentre a Blavozy (Francia) sono previste lunghe fermate e in Germania tre fabbriche fanno i conti con un'importante programma di austerity

Michelin va in cassa integrazione per la prima volta nell’anno: fermate mirate, ma non in tutti i reparti

Michelin Cuneo attiva la cassa integrazione ordinaria per la prima volta in questo 2023, anno del 60° compleanno della fabbrica di Ronchi. Fermate mirate, per pochi giorni e che comunque non coinvolgono l’intero stabilimento.

Il primo fermo si è verificato lo scorso sabato 21 ottobre con l’attivazione della Cigo per diverse linee in produzione e alcuni comparti legati al reparto mescole, dove anche lunedì 23 ottobre si sono fermate due squadre di lavoro. Restando su questo reparto i prossimi stop sono previsti per venerdì 27 e sabato 28 ottobre, giorno in cui si fermeranno totalmente anche sei linee di produzione. Sono escluse dalla cassa integrazione le macchine individuali che si occupano di "alta gamma”

Non si prevedono, invece, stop alla produzione nel “ponte” dei Santi, cosa che avvenne lo scorso anno con l’attivazione della cassa per il 31 ottobre e precedentemente nel settembre 2022 in occasione della festa patronale di San Michele. Lo stabilimento di Ronchi in quell’anno fu coinvolto da una serie di fermi dovuti, principalmente, all’andamento del mercato e alla gestione delle risorse, soprattutto energetiche, visto il rincaro. 

Il 2023 non ha segnato particolari rallentamenti nella fabbrica di Cuneo, il più importante stabilimento di pneumatici in Italia e che occupa oltre duemila dipendenti

Non così è stato per altre sedi marchiate bibendum in Europa. In particolare, è proprio di questi giorni, la notizia di uno stop per due settimane consecutive nello stabilimento di Blavozy (in Francia, nell’Alta Loira), fermo che riguarderebbe un calo del portafoglio ordini. Mentre è in atto un programma di austerity su tre sedi di produzione tedesche (a Karlsruhe, Treviri e Homburg) con possibili ricadute occupazionali che riguarderebbero 1.500 dipendenti. Ma tutto è ancora in fase di trattativa. 

A Cuneo, come comunicato nel corso dei festeggiamenti a giugno per il sessantennale, si lavora per la piena operatività entro il 2024 del nuovo impianto di trigenerazione ad alta efficienza, in grado di produrre contemporaneamente energia elettrica, vapore, acqua per il riscaldamento e il raffrescamento e che consentirà di coprire il 97% del fabbisogno energetico con una riduzione di emissione di CO2 di 18.000 tonnellate all’anno, in linea con le politiche di decarbonizzazione del gruppo fissate come obiettivo per il 2050.

Cuneo è il più importante stabilimento di pneumatici in Italia per capacità produttiva e per numero dipendenti. L’80% della produzione è destinata al mercato europeo, mentre il restante 20% viene esportato al di fuori del continente.

Lo stabilimento di Ronchi è uno degli otto centri nei quali vengono testate e sviluppate le nuove tecnologie, prima dell’industrializzazione su larga scala negli impianti produttivi Michelin nel mondo (121 fabbriche, 67 delle quali dedicate alla produzione di pneumatici).

La capacità produttiva è di 13 milioni di pneumatici l’anno.

Daniele Caponnetto

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