Economia - 13 ottobre 2023, 07:10

Made in Italy, si contrae il mercato del food & wine piemontese a New York, ma decollano gli arrivi di turisti dagli USA

Il segretario generale della Camera di Commercio Italiana a New York, Federico Tozzi, protagonista di un incontro con produttori vinicoli e operatori di settore, dialogando con il presidente dell'ATL Rabino: "Occorre fare 'demarketing', perché le politiche di destagionalizzazione non sono più sufficienti"

Federico Tozzi, segretario generale della Camera di Commercio Italiana a New York, e Mariano Rabino, presidente dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero

Federico Tozzi, segretario generale della Camera di Commercio Italiana a New York, e Mariano Rabino, presidente dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero

Un incontro riservato agli operatori di settore, per una tavola rotonda agile e focalizzata sui contenuti: questo, in estrema sintesi, il resoconto dell'appuntamento organizzato lo scorso lunedì 9 ottobre da Sevinova, società di servizi albese specializzata in consulenza tecnica, promozionale, e a sostegno del commercio in campo vitivinicolo.

Protagonista dell'appuntamento, invitato dal general manager di Sevinova Dino Icardi, il segretario generale della Camera di Commercio Italiana a New York, Federico Tozzi, accompagnato in un lungo tour nel Belpaese dalla project specialist Giulia Mocchetti.

"Il Made in Italy negli USA piace e continuerà a piacere, anche se è vero che, parlando in particolare dei prodotti piemontesi, mentre il food gode ancora di ottima salute il comparto wine sta facendo registrare un calo - afferma Tozzi -. Era fisiologico, post Covid, quando la gente era costretta in casa e ha bevuto di più. Ma il problema c'è e riguarda l'adattamento delle scorte alle richieste effettive del mercato. I vini rossi sono più semplici da mantenere anche nel tempo, qualche problema in più c'è per i bianchi, che godono di una diversa propensione all'invecchiamento.

Un altro fattore è quello relativo al cambiamento di gusti cui assistiamo con i Millennials: sale il consumo delle 'hard waters', acqua con minima percentulae di alcol, al 4-5%, con l'aggiunta di coloranti ed essenze. Il vino per questi consumatori è un prodotto costoso e dall'alta gradazione.

Più in generale, il problema maggiore dipende dal tasso di inflazione, che seppur in diminuzione resta comunque rilevante, con un effetto sui consumi soprattutto nelle aree metropolitane, tanto a livello di costo della vita quanto di propensione alla spesa per l'entertaining.

Ampliando il discorso ai Paesi del NAFTA, è di rilievo quanto sta accadendo in Quebec, con la 'pulizia' delle piccole etichette, privilegiando chi fa grandi numeri. Guardando al Messico, occorre fare iniziaive di promozione. Si tratta di un paese difficile, che ha meccanismi complicati di importazione dei prodotti, ma soprattutto su alcune aree più importanti come Mexico City o Guadalajara ci sono spazi".

Gli fa eco il presidente dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Mariano Rabino: "La contrazione dell’importazione dei prodotti italiani negli Stati Uniti ha un risvolto della medaglia, che sta nel numero di turisti americani che vengono qui sul territorio, approfittando del cambio favorevole dollaro/euro: chi arriva dagli States rimane sul territorio e compra, non solo prodotti, ma anche immobili e proprietà. Ad ogni modo, siamo certamenti contenti delle tante persone che arrivano sulle nostre colline, ma occorre anche fare un ragionamento sulla qualità e sulla sostenibilità del turismo. Da un lato quasi facendo 'demarketing', perché le politiche di destagionalizzazione non sono più sufficienti. Alba non è paragonabile a Venezia, ma il turismo qui è ormai a livelli altissimi da maggio a dicembre... Ad agosto entravano 300 persone al giorno negli uffici dell'Ente Turismo di Alba, oggi siamo mediamente a 600-700. Nei prossimi giorni lanceremo un'iniziativa sulla capacità di carico del territorio: è una provocazione, ma, in sostanza, vorremmo passasse il messaggio che qui vieni solo se hai prenotato".

 

Tra gli altri qualificati interventi, quello di Franco Ferraresi, già direttore generale dell'assessorato a Sport e Turismo della Regione Piemonte: "La debolezza del territorio è sempre stata la mancanza di gioco di squadra e la capacità di far sistema e, in questo, storicamente ci sono anche responsabilità della politica: è difficile avere strategie precise e, soprattutto, coordinate tra i vari livelli. Gli ultimi anni del mio lavoro in Regione sono stato impegnato a destagionalizzare l'offerta. Complice il cambiamento climatico, sono state stravolte le logiche classiche, che prevedevano l'autunno tra le colline di Langa e l'inverno a sciare con la neve sulle Alpi. La montagna piemontese vive quasi meglio il periodo estivo di quello invernale, oggi.C'è ancora margine per promuovere ulteriormente le eccellenze enogastronomiche piemontesi: penso alle ATP Finals a Torino, ad esempio, dove il primo anno l'offerta food prevedeva hamburger e patatine...".

Al registro dei relatori si sono iscritti anche Roberto Damonte, presidente del Consorzio Elite Mediterranea, Antonio Germano e Michela Giuliano, titolari dell'azienda Abekom ed esperti di salute e benessere, Rie Miyata e Hiroto Sasaki, produttori vinicoli ed esportatori di vini italiani in Giappone, e Bruno Penna, direttore del Consorzio Tutela Grappa del Piemonte e Grappa di Barolo.

Pietro Ramunno

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