Doveva tenersi il 29 settembre, ma sarà domani 6 ottobre, a Roma, la Conferenza intergovernativa tra Italia e Francia. Sul tavolo l'apertura del Tenda e il finanziamento dei lavori del vecchio tunnel. I soldi sono stati, infatti, dirottati tutti sulla canna bis, i cui costi sono lievitati del 40% circa portando il costo a 255 milioni. Ne serviranno altri 80, che Italia e Francia dovranno dividere a metà, se si vuole la seconda canna. E quasi certamente un'altra gara, perché Edilmaco si è impegnata a chiudere i lavori entro giugno 2024, ma non ha alcuna intenzione di accollarsi i lavori necessari a riaprire anche il vecchio traforo.
L'Italia, come ha detto il viceministro Rixi, dieci giorni fa a Limone Piemonte per incontrare il territorio e andare alla Cig con un'unica voce, è disposta anche a cedere ai cugini d'Oltralpe i lavori del tunnel vecchio. Come a dire che a parlare si è sempre tutti bravi, per cui, se ritengono, facciano pure loro, così si farà un tunnel a testa. Non solo, Rixi ha anche detto che i soldi l'Italia li troverà, anche tutti se necessario. Basta solo che gli accordi internazionali lo permettano.
E il vecchio tunnel, si farà? In pochi ci credono. Il rischio è che si resti con l'unica canna nuova a collegare Italia e Francia via Tenda. Una canna pensata per essere monodirezionale, per cui a senso unico alternato con regolazione semaforica. Insomma, tutto tornerebbe come prima. Domani, aveva promesso sempre Rixi, saranno presentate anche delle verifiche tecniche che potrebbero garantire la bidirezionalità del tunnel, anche se sarebbe una deroga alle norme internazionali.
"L'unica cosa che conta è ripristinare il collegamento. Se a senso unico, se a doppio senso... vedremo, ma intanto si deve poter passare", ha più volte ribadito.
C'è poi la questione della ferrovia internazionale Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Internazionale solo a parole, perché la sua competenza e i relativi esborsi sono in capo alla Regione Piemonte, che ha già confermato l'istituzione dei treni della neve dall'8 dicembre. Eppure quella linea è nei fatti internazionale e come tale deve essere gestita e trattata.
Chiederanno questo, domani, le associazioni che hanno aderito alla manifestazione indetta dal Comitato Ferrovie locali Cuneo, in programma alle 11 davanti alla stazione del capoluogo.
Una data simbolica, perché coincide con la data della Cig e ancor più perché il 6 ottobre 1979 la ferrovia tornò a funzionare dopo le distruzioni della guerra. Riconoscimento della tratta come internazionale e il ritorno a 4 coppie di treni al giorni. O addirittura a sei. Si manifesta per questo domani. Con la speranza che dalla Cig arrivino buone notizie.