Curiosità - 11 agosto 2023, 07:17

Vincenzo Virginio, genio del marketing e della patata al quale Cuneo ha dedicato una piazza

Mombarcaro, Entracque, Rossana e altri paesi della provincia dovrebbero emulare il capoluogo verso colui che introdusse la coltura del prezioso tubero in Piemonte

Vincenzo Virginio, genio del marketing e della patata al quale Cuneo ha dedicato una piazza

Tempo di patate. In gran parte della provincia sono già nelle cassette, in montagna si provvede in questi giorni. Buonissime le novelle, molto importante conservarle bene per l’inverno, non troppo alla luce e in un locale fresco.

C’è un personaggio assai legato a questo alimento così familiare, ha un nome che si confonde con il grande mentore di Dante Alighieri.

Mombarcaro, Entracque, Rossana e altri paesi della provincia di Cuneo che festeggiano la patata dovrebbero dedicare a Vincenzo Virginio una piazza o una scuola come ha fatto Cuneo, (che gli diede i natali nel 1752) o una via come Pinerolo, dove prese moglie.

Perché l’avvocato Virginio fu colui che introdusse la coltura del prezioso tubero in Piemonte, pubblicando nel 1799 un delizioso Trattato di coltivazione delle patate o sia pomi di terra volgarmente dette Tartiffle, titolo un po’ lungo per un’opera davvero importante.

Il Virginio era una brava persona. Fu costretto a studiare legge, ma la sua passione per l’agricoltura e il suo filantropismo, lo portarono ad occuparsi delle carestie e al modo di far comprendere che quell’alimento arrivato dalle Americhe non era “radice del diavolo” come sostenevano alcuni, non era tossico, ma aveva valori nutritivi eccellenti e poteva essere coltivato benissimo nelle nostre terre.

Utilizzò una buona strategia di marketing, quella del: “Se la usano i ricchi, prima o poi la useranno anche i poveri”.

Così Virginio prese a confezionare piccole cassette in legno intarsiato colme di patate e donandole alle nobildonne di casa Savoia, o alle contesse che abbondavano nelle campagne. Passava le giornate al mercato di Porta Palazzo a spiegare come si coltivava quello strano tubero e pian piano convinse anche gli scettici.

Morì povero nel 1821, dopo aver perduto il patrimonio di famiglia ed i terreni dove aveva fatto tanti esperimenti, vivendo gli ultimi anni di una pensione donatagli da Napoleone Bonaparte.

Pare non si sappia dov’è la sua tomba.

Antoine Parmentier che fece le stesse cose in Francia è sepolto con tutti gli onori nel cimitero Père-Lachaise a Parigi.

Ah, l’ingratitudine per un genio del marketing!!

Silvano Bertaina

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