Attualità - 06 agosto 2023, 14:46

L'estate delle feste popolari: perchè funzionano e perchè non dobbiamo lasciarle morire [FOTO E VIDEO]

Partendo dall'esempio della festa di San Lorenzo di Lequio Berria, centro poco conosciuto perché leggermente scartato dalle principali direttrici langarole. Ci sono tedeschi e francesi incuriositi. Ci sono milanesi e liguri in vacanza, spagnoli di passaggio

L'estate delle feste popolari: perchè funzionano e perchè non dobbiamo lasciarle morire [FOTO E VIDEO]

L’estate è tempo di feste popolari e di eventi, che riscoperti o mai abbandonati, diventano tradizionali.

Funzionano ancora e benissimo. Prendiamo l’esempio di Lequio Berria. Paese di 420 abitanti, poco conosciuto perché leggermente scartato dalle principali direttrici langarole, patria del famoso liutaio Giovanni Francesco Pressenda.

Si festeggia San Lorenzo e tra gli eventi, sabato 5 agosto, la sera, viene proposta la “Mangia en d’Anda”. Nel paese una quarantina di volontari della Pro Loco predispongono 7 punti di distribuzione di cibo e bevande, un menu completo, dalle bruschette alle “friciule”, passando per lingua al verde e fagioli, bollito, polenta e sardine fritte.

È un pienone, nonostante il tempo di ferie. Partecipano turisti e residenti, salgono da Alba e dalla piana, per godersi il fresco, mangiare in compagnia, assistere allo spettacolo degli Sbandieratori e Musici del Borgo Moretta di Alba e ai successivi fuochi artificiali. Nonostante i molti appuntamenti concomitanti, nonostante concerti un po’ ovunque, nonostante un evento simile a Murazzano, nonostante i chilometri da fare per raggiungere questo paese dal nome che confonde, giacché abbiamo un altro Lequio in provincia.

Ci sono tedeschi e francesi incuriositi. Ci sono milanesi e liguri in vacanza, spagnoli di passaggio.

In breve si capisce che questo tipo di feste funzionano ancora e potrebbero essere ancor più utili turisticamente se ben coordinate affinché, in Langa, nel Roero, nel braidese o cheraschese ogni week end ce ne siano sempre almeno due, non troppo vicine ovviamente.

Un calendario ben strutturato, concordato fra le varie località da aprile a ottobre, potrebbe tracciare una serie di eventi, declinati da ogni paese in modo specifico e autonomo, ma con alcuni punti fermi e comuni a tutti, a partire dalla riscoperta e dalla valorizzazione delle tradizioni del territorio, con proposte gastronomiche, teatrali, storiche, artistiche di vario genere.

Con un simile calendario le persone andrebbero a colpo sicuro senza dover cercare troppo e all’ultimo minuto cosa fare un determinato week end e i turisti avrebbero l’opportunità di avere chiaro fin dal loro arrivo in zona, dove si mangia, si fa festa, si sta in compagnia. Oggi qua, domani là, di festa in festa a conoscere anche i paesi meno famosi e meno alla moda.

Quelli come Lequio Berria, dove ieri sera più di un migliaio di persone hanno affollato il piccolo centro storico, sotto lo sguardo vigile della statua di Pressenda, per gustare una cena alternativa, ammaliati dalle evoluzioni degli sbandieratori e dei musici, tra i quali facevano tenerezza bambini davvero piccoli, concentratissimi e già molto bravi.

Queste feste funzionano, vanno solo coordinate meglio. Piacciono, soprattutto ai turisti, che si stupiscono di quanta vitalità e orgoglio c’è ancora nei nostri piccoli paesi e non hanno le stesse esperienze nei loro, specie poi se arrivano da grandi città.

Non lasciamole morire, coltiviamole e partecipiamo.

 

Silvano Bertaina

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