C’è una sorta di maledizione (si fa per dire) che ultimamente sembra perseguitare i cuneesi che vogliono accedere nella sancta sanctorum della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Era successo poco tempo fa a Giovanni Quaglia, presidente uscente, battuto da Fabrizio Palenzona.
Ora è toccato a Ferruccio Dardanello che, alla soglia degli 80 anni, sarebbe dovuto entrare a far parte del Consiglio di Indirizzo in quota Unioncamere.
Monregalese, per 26 anni presidente della Camera di Commercio di Cuneo, esponente regionale e nazionale di Confcommercio, già consigliere regionale, Dardanello è stato uno dei protagonisti della vita politico-economica della Granda.
Il suo nome era il primo della terna che Unioncamere aveva inviato in via XX Settembre ma al momento della votazione l’amara sorpresa: ha ottenuto solo 4 voti, mentre 13 sono andate all’ambasciatore Pier Benedetto Francese, suo ex collega, già presidente della Camera di Commercio di Vercelli.
A rappresentare la Granda nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione CrT è rimasto solo il professor Giuseppe Tardivo, cui alcuni hanno imputato la recente sconfitta di Quaglia nel ferale duello con Palenzona.
Tempi duri, dunque, per i cuneesi, la cui strada in CrT sembra ora essere definitivamente sbarrata.