Completata nello stabilimento Alstom di Vado Ligure, nel savonese, la prima power car dei nuovi treni regionali ad idrogeno ordinati da FNM che sostituiranno dal 2024 gli attuali convogli a diesel sulla linea ferroviaria non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo in Valcamonica gestita dalla Trenord.
Come confermato dalla stessa Alstom, la power car ha raggiunto oggi, lunedì 10 luglio, il sito di Savigliano dove verrà assemblata con le restanti altre carrozze passeggeri.
"Grazie alla sua tecnologia avanzata - spiega Alstom - la power car genera energia elettrica attraverso una reazione chimica che combina l’idrogeno immagazzinato nei serbatoi e l’ossigeno dell’aria esterna, alimentando il motore di trazione in fase di accelerazione e, allo stesso tempo, le batterie e le apparecchiature di bordo. Le uniche emissioni? Acqua e vapore."
"Il rifornimento veloce - conclude la nota della multinazionale francese - la lunga autonomia di percorrenza e l’assenza di emissioni di CO2 nell’atmosfera, faranno dei nuovi treni ad idrogeno di Alstom e FNM Spa la finestra aperta sul futuro della mobilità pulita e sostenibile."
La power car del nuovo treno a idrogeno completato a Vado Ligure
Attualmente i numeri delle commesse in via Ottavio Moreno hanno prospettive di lunga durata che offrono respiro per un periodo superiore ai tre anni, ma che nelle più rosee delle prospettive guardano al lustro.
Sono 149 i convogli Pop 2.0 da realizzare per il mercato regionale italiano a cui si aggiungo 22 treni, sempre Pop, a lunga percorrenza. Sempre in ambito ‘regionale’ a Savigliano si sta portando avanti il progetto per la società Nord Sta destinato all’Alto Adige (21 treni), mentre per le ferrovie rumene ARF saranno prodotti 51 convogli. Per l’alta velocità sono previsti sei treni per le ferrovie austriache. La commessa per Ferrovie Nord prevede due lotti (uno da sei e l’altro da otto treni) a idrogeno, un primo step di un mercato in espansione su cui sono previsti importanti finanziamenti dal PNRR. E nel futuro di Savigliano si punta anche sul nuovo progetto del pendolino con evoluzione tecnologica.
Un’altra novità riguarda l’accentramento dell'intera produzione a Savigliano del Pop 2.0 per l’intero processo (dalla lastratura al premontaggio) da agosto 2024, senza più pezzi assemblati in Polonia.
Stando sul tema dei posti di lavoro gli obiettivi in Italia sono di un incremento, nello stesso arco temporale, di 400 unità che porterebbero Alstom a passare dagli attuali 3mila e 600 dipendenti presenti sul suolo nazionale ai 4mila previsti.
Incremento che riguarda anche Savigliano dove si è parlato dell’assunzione di 40 ingegneri (con la prospettiva di 300 entro marzo 2024) e la possibilità di stabilizzazione di altrettanti operai attualmente operanti nello stabilimento in staff leasing o come somministrati.
Nello stabilimento saviglianese in totale sono circa 280 gli operai, mentre il totale di lavoratori è di 920 che diventano 1.100 se si aggiungono le 180 maestranze di Vado Ligure, realtà che opera in stretta sinergia con Savigliano, specie sulla nuova frontiera dell’idrogeno.
Non solo assunzioni, ma anche investimenti. Su Savigliano sono previsti 30 milioni per la competitività nei prossimi tre anni che potrebbero diventare 40 se si raggiungo gli obiettivi di forecast aziendale (previsione).
Nei giorni scorsi sono stati inoltre raggiunti importanti risultati riguardanti l'intergrativo: con il Pdr (premio di risultato) aumentato e attestatosi mediamente sui 3mila euro nei vari stabilimenti italiani.
A questo si aggiunge l’aumento salariale, una tantum, con 1.200 per i lavoratori con reddito annuo fino a 50mila euro (800 a luglio e 400 a gennaio), 1.000 per chi supera i 50mila euro (600 a luglio e 400 a gennaio).
Raggiunto inoltre un importante accordo sullo smart working e il diritto alla disconnessione oltre ad altre norme in favore dei lavoratori come l’aumento dei giorni di congedo parentale che passano da cinque a dieci giorni passando al diritto all’esenzione per visite mediche anche per famigliari stretti.