“Puoi smettere di giocare a rugby, ma prima o poi, in qualche modo, ritorni”.
Si illuminano gli occhi a Samuele Ercole, programmatore 37enne di Carrù, quando parla del suo sport preferito. Da sei anni ha smesso i panni del giocatore, ma lo si può trovare tutti i venerdì sera agli impianti sportivi di Farigliano, a trasmettere la sua passione ai ragazzini.
Con Kevin Vallauri, Cristiano Manfredi e Davide Giribone è uno degli allenatori under del VTR, il Val Tanaro Rugby.
Come ti sei avvicinato al rugby?
“Ho iniziato a giocare a 14 anni perchè mia madre era stufa di vedermi sul divano. Ho provato il calcio, il tennis e il nuoto, ma con il rugby è stato amore a prima vista. È uno sport che ti dà disciplina, rispetto delle regole e rispetto delle persone che hai intorno, sia compagni che avversari. Inoltre ti aiuta a gestire le situazioni di stress sia sul campo ma anche fuori dal campo. Io ho iniziato nel pedona a Borgo, poi a Rivoli e Torino, fino alla serie C amatoriale. Quello che ti lascia il rugby è indescrivibile”.
A che età si può cominciare a giocare a rugby?
“Si può iniziare a 5 anni. Il bambino più piccolo che abbiamo frequenta l'ultimo anno di asilo. Sono una quindicina, fino ai 13 anni. Ma in squadra bisogna essere in quindici. Sarebbe bello ampliare il bacino di utenza dei più piccoli”.
Immagino già i commenti delle mamme. Mio figlio a 5 anni non lo porto di certo a fare rugby! Troppo violento e pericoloso!
“Mi sembra di sentire mia moglie Eleonora (ride, ndr). Finchè giocavo io non aveva niente da obiettare. Ma quando mio figlio Matteo ha deciso di cominciare, si è preoccupata. Non c'è niente di più sbagliato. Il rugby non è uno sport violento. Molti lo confondono con il football americano dove i giocatori indossano molte protezioni. Sono due cose totalmente diverse. Nel rugby le regole permettono lo sviluppo di buone strategie di gioco, piuttosto che dello scontro diretto. È uno sport per tutti, basato sul fair play, l'inclusività e il gioco di squadra. Alla fine di ogni partita si festeggia insieme al terzo tempo. Le categorie per i più piccoli inoltre sono regolamentate diversamente garantendo la sicurezza e il divertimento. Nel rugby è obbligatorio solo il paradenti e volendo un caschetto morbido”.
Alla fine tua moglie si è convinta?
“Sì. Matteo ha sette anni ed è diventato un cinghiale del Val Tanaro Rugby”
Cinghiale?!
“È il nostro simbolo identificativo dal 2010 quando è nato il VTR. In fondo il cinghiale è l'animale più caratteristico della nostra zona, si sporca, rantola per terra e ficca la testa dove gli altri non ficcherebbero neanche i piedi...”
Cosa insegnate ai bambini?
“Prima di tutto la disciplina. Prima cosa rispettare i compagni, poi gli allenatori e infine gli avversari. Se impari questo, quando giochi puoi stare tranquillo che ti diverti e non ti fai male. Poi insegniamo loro la mobilità: a correre, saltare, cose che possono sembrare banali. Ma non lo sono. Mi fa specie quando trovo dei bimbi di sei anni che non sanno saltare a piedi uniti. A loro piace perchè si rotolano, si sporcano e si buttano per terra”.
Ci sono tornei per i più piccoli?
“I bambini fanno raggruppamenti. Ci troviamo un paio di domeniche al mese tra Piemonte, Val d'Aosta e Liguria. Si dividono in gruppi under 7, under 9 e under 11 e si fanno mini-tornei fra le squadre partecipanti”.
Ci vuole tanta pazienza a lavorare con i ragazzini...
“Sì, ma ti dà grandi soddisfazioni. Non pensavo fosse così bello. Si approcciano con il giusto spirito: hanno solo l'obiettivo di divertirsi e così deve essere. Poi entri nel loro mondo e li vedi felici di arrivare al campo, ancora più contenti a fine allenamento”.
È davvero uno sport per tutti?
“Non sono tutti energumeni quelli che fanno rugby. Alto, magro o grosso, c'è un ruolo per chiunque. Servono gli spessi, quelli atletici che corrono, e gli spilungoni per prendere il pallone. In squadra abbiamo anche una bimba. Ultimamente la nazionale femminile sta andando molto meglio della maschile...”
Allora non resta che fare un appello ai genitori.
“Noi ci troviamo tutti i venerdì agli impianti sportivi di Farigliano dalle 18.30 alle 20. Portate i vosti figli, venite a provare! Non c'è pericolo. L'unico rischio è che poi piaccia talmente tanto ai vostri figli che non parleranno d'altro e non lo molleranno più...”
Per maggiori informazioni: www.valtanarorugby.com