Attualità - 08 maggio 2023, 12:55

"Con il PNRR 70 miliardi di opere all’anno, ma la sfida si gioca dopo il 2026” [VIDEO]

A sostenerlo il direttore del Cresme, Centro Ricerche e Studi del Mercato Edilizio, Lorenzo Bellicini presente a ExpoTorre: “Nei prossimi 10-15 anni assisteremo una rivoluzione con la digitalizzazione che andrà a polarizzare il mercato"

Foto su gentile concessione dell'Ufficio Stampa di Confindustria

Foto su gentile concessione dell'Ufficio Stampa di Confindustria

Un "triennio isterico”. Così aveva definito l’ultimo periodo l’architetto Gabriele Gazzano, presidente Ance Cuneo, fresco di riconferma, parlando dell'andamento del mercato edile.

Una delle categorie produttive che ha sofferto maggiormente la crisi a partire dal 2008. E che, più di altri, paga il mismatch dovuta a una ripartenza repentina dei cantieri tra bonus e opere pubbliche. 

Durante l’undicesima edizione di ExpoTorre, rassegna di settore che si è svolta a Torre San Giorgio e conclusasi nella giornata di ieri, domenica 7 maggio, abbiamo incontrato Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, Centro Ricerche e Studi del Mercato Edilizio. Con lui abbiamo parlato dello stato di salute di questo settore e delle prospettive future.


Direttore, come sta il mercato edile?

Il mercato arriva da due anni espansivi molto importanti. Il 2023, data la dimensione della domanda, si manterrà su livelli alti. Ovviamente il fatto che sono stati fermati gli incentivi del super bonus che avevano contribuito alla crescita, incide soprattutto sul mercato del 2024. 

Ora si aprono nuove sfide...

Nel nostro rapporto di novembre abbiamo lanciato lo slogan che è “Scendere per salire su un altro treno”: si apre, ora, questa straordinaria stagione delle opere pubbliche.

In termini numerici quanto peseranno sul settore?

Dal 2019 al 2021 si è assistito a una crescita. Con quasi 40 miliardi di euro di lavori messi in gara ogni anno. Nel 2022 con le risorse del Pnrr siamo arrivati a 83 miliardi. Da qui al 2026 ci saranno mediamente altri 70 miliardi di euro all’anno di opere pubbliche. 

Cosa cambierà rispetto agli anni precedenti?

Il problema oggi è spostato sulla capacità realizzativa. È chiaro che questo mercato ha caratteristiche e necessità di comportamenti differenti rispetto a quello del super bonus. Il settore è chiamato a una fase di ripensamento sui modelli di offerta. 

Quali scenari si apriranno, a Suo avviso?

Siamo davanti a una vera e propria rivoluzione del settore basata sulla digitalizzazione che riguarderà i prossimi 10-15 anni. Il mercato andrà a polarizzarsi tra una parte in cui domanda e offerta seguiranno l’innovazione e uno in cui domanda e offerta si manterranno nel mercato tradizionale.

Restando sul Pnrr quanto bisognerà essere pronti?

Molto, ma soprattutto capaci di sfruttare le opportunità che ci sono. 

Dopo il 2026, cosa succederà?

Proprio lì si giocherà la partita, quando finiranno tutte queste risorse. Capiremo cosa siamo stati in grado di fare. Se siamo riusciti ad alzare il valore del mercato, a contribuire al modello di sviluppo economico avviando riforme importanti che spingano il paese verso l’innovazione. 

Ce la faremo?

Ci sono al momento molti pessimisti e molti ottimisti. Come sempre accade riusciremo a fare abbastanza. Naturalmente non tutto quello che si poteva fare.

Daniele Caponnetto

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