Attualità - 28 marzo 2023, 07:02

Quando lo sport diventa impresa: un mercato dinamico, resiliente e dalle grandi prospettive [FOTO]

Secondo lo studio della Luiss è un ambito che ha resistito meglio di altri la crisi del periodo. I grandi eventi generano un guadagno stimato quasi triplo all’investimento iniziale. Se ne è parlato in un incontro in Confindustria Cuneo con imprenditori e sportivi di successo

Quando lo sport diventa impresa: un mercato dinamico, resiliente e dalle grandi prospettive [FOTO]

“Con lo sport ho imparato a gestire il denaro. E nello sport, come in impresa, quello che conta è fare risultato”.

A dirlo è Franco Arese - l’uomo nato a Centallo campione europeo nei 1.500 metri di Helsinki del 1971 - che dopo la carriera sul tartan, ha tolto le scarpe da corsa per indossare quelle da imprenditore. Prima come presidente di Asics Italia, poi come dirigente della Fidas, e infine come rilevatore, insieme alla famiglia, del marchio finlandese Karhu. Sempre "con lo spirito del contadino”.

Poi c’è chi il tartan lo calca e chi invece lo realizza. Come l’albese Mondo. Marchio nato nei primi anni del dopoguerra per realizzare i balon per uno sport di estrema nicchia come la pallapugno. E che oggi realizza la pavimentazione per i più grandi eventi sportivi mondiali: dal 1976 ininterrottamente è fornitrice ufficiale delle Olimpiadi. Oltre ad aver prodotto palloni generazionali come il SuperTele e il Tango. 

Impresa e sport. Due ambiti che possono convivere in un’ecosistema che ha grossi margini di crescita. E con questo scopo che è stato organizzato da Confindustria Cuneo il forum dal titolo “Do Sport, Do Business” in Sala Michele Ferrero, nella sede cuneese degli industriali in via Bersezio.

Un incontro a cui hanno partecipato grandi nomi dello sport e delle imprese. Oltre al già citato Arese e a Federico Stroppiana di Mondo Spa erano presenti Domenico Fioravanti (primo italiano a divenire campione olimpico nel nuoto in corsia e primo atleta a vincere la combinata 100 e 200 metri rana in un'edizione dei giochi olimpici) e Andrea Beccari (medaglia d’oro nella 4X200 stile libero negli europei di Madrid nel 2004),  i quali hanno portato la storia imprenditoriale della Akron Srl. 

Poi Alessandro Gino (direttore generale della Gino Spa, ma anche pilota), Piero Battaglia (Cral Michelin Italia Spa), Gianpiero Vietto (responsabile del progetto Joy of Moving di Ferrero Spa), Marta Serrano (Sport Innovation Hub) e Marco Martinasso (Fitp-Nitto ATP Finals). 

L’evento è stato coordinato da Giorgio Proglio in rappresentanza del comitato Piccola Industria Confindustria Cuneo, con i saluti iniziali del presidente regionale della Piccola Industria Alberto Biraghi. Sono intervenuti il presidente del Coni regionale Stefano Mossino e Claudia Martin del Coni provinciale. 

Nel corso dell’evento sono stati anche esposti quelli che sono i numeri con la presentazione dello studio “Sport e impresa: una partnership vincente” condotta dall’Università Luiss e raccontata dalla dottoressa Roberta De Santis. 

“Un settore complesso - come ha spiegato . Perché racchiude diversi ambiti economici. Oltre al codice Ateco ‘attività sportive’ ci sono moltissimi settori a monte e a valle che fanno riferimento allo sport come ambito di business”.

Restando sul core principale i numeri dicono che è un ambito che occupa 40 mila lavoratori con 15 mila imprese per un fatturato di 4 milardi di euro all’anno. 

L’Italia in questo senso è tra i mercati più vivaci in Europa nell’esportazione di materiale sportivo dove l’export supera di gran lunga l'import. Un ambito che ha dimostrato una resilienza pur nell’andamento incerto dell’economia con gli stop pandemici. 

Una resilienza che si dimostra anche nell’ambito delle sponsorizzazioni. Prima del Covid si aggirava intorno al miliardo di euro. Investimenti crollati dopo il 2020, ma che rispetto ad altri settori hanno continuato ad essere vivi e dinamici. 

Ma lo sport vuol dire anche benessere fisico, mentale, ma, anche qui, economico, visto il risparmio, per chi fa costante attività, sulle spese della sanità pubblica

In questo senso l’Italia è messa peggio degli altri paesi. La fascia che svolge maggiore attività è quella tra i 6 e i 14 anni. Ma più si va avanti con l’età e meno si effettua sport. In un paese dove gli over 65 sono in decisa crescita, c’è un ampio margine (anche di mercato) per recuperare terreno. 

Infine nello studio della Luiss una simulazione su quella che è la ricaduta economica sul territorio di un grosso evento sportivo. 

Prendendo in analisi le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026 si è calcolato un investimento iniziale di un milardo. In tal caso il guadagno totale sarebbe di 2.9 miliardi. Il triplo.

Daniele Caponnetto

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