Viabilità - 22 marzo 2023, 15:35

Infrastrutture e grandi opere in Granda: la Valle Stura è ferma al palo

Nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti, che ogni anno monitora lo stato dell'arte delle infrastrutture piemontesi. Abbiamo fatto un focus sulla valle attraversata dalla statale 21 del Colle della Maddalena

I tir che ogni giorno bloccano (e si bloccano a) Demonte

I tir che ogni giorno bloccano (e si bloccano a) Demonte

Nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto 2022 dell’Osservatorio Oti di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte, realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte.

La finalità è quella di monitorare lo stato dell'arte delle infrastrutture piemontesi, con un focus su quelle considerate strategiche dalle categorie economiche.

Sono 11 su 72 totali quelle della provincia Granda monitorate. Un lungo elenco che comprende, ovviamente, l'autostrada Asti-Cuneo o la tangenziale di Fossano. E che, specie per alcune infrastrutture attese da decenni, appare anche come un libro dei sogni.

E' il caso della variante di Demonte, opera mai realizzata, il cui costo complessivo ammonta a 50,1 mln di euro, già finanziati.

A Demonte, appena prima dell'imbocco della strada che attraversa il centro del paese, solo ieri si è registrato l'ennesimo ingorgo causato dall'incrociarsi di due tir. Le immagini evidenziano meglio di tante parole quanto l'opera sia necessaria e urgente. 

Ma per ora tutto tace. L'intervento ad oggi risulta infatti sospeso dopo il parere negativo del MIBAC nel 2019 per motivi paesaggistici, in merito alla possibilità che il tracciato passi in galleria sotto la Collina del Podio.

Il progetto attuale, il quinto realizzato dal 2002 ad oggi, prevede la realizzazione di una nuova strada di 2,72 km, su un'unica carreggiata, a due corsie con una galleria di 638 metri e un viadotto sul Rio Cant prima di giungere alla SS21.

Il percorso parte a circa 1 km a monte dell’abitato di Demonte in una nuova rotatoria da realizzarsi vicino alla Centrale Enel in località Bagnulin, per poi passare su un viadotto di 324 metri fino ad arrivare al Rio Cant. Superato il Rio, attraverso la realizzazione di un secondo viadotto di 135 metri, si entra in una galleria di 638 metri (realizzata a 75 metri sotto la collina dove si trovano i ruderi del Forte della Consolata) superando il colle in località Podio e arrivando, con un tratto di strada rialzato di circa 2 metri, fino alla nuova rotatoria che verrà collocata a valle di Demonte.

L'opera risulta ferma da due anni a Roma per il parere discordante tra ministero dell’Ambiente (favorevole) e quello per i Beni e le attività culturali (Mibac), che ha detto «no» alla galleria sotto la collina del Podio di Demonte, per tutelare i resti dell’antico forte della Consolata.

A giugno 2021 la Regione Piemonte ha richiesto al Ministro dei Trasporti, Giovannini, il commissariamento dell'opera.

Per ottobre 2022 era atteso l’ok della Commissione europea alla valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, favorevole al progetto già approvato dal ministero delle Infrastrutture. L'ok però non è arrivato.

Si è quindi ancora nella fase di attesa dell'ottenimento del parere positivo da parte del MIBAC e predisposizione del progetto definitivo. I tempi di realizzazione sono stimati in 5 anni dall'apertura dei cantieri. Il territorio, da anni, resta in balìa di una situazione assurda. Nessun rappresentante del territorio, che può contare anche sulla presenza di una parlamentare, la sindaca di Argentera Monica Ciaburro, è mai riuscito a sbloccare la situazione. 

Restiamo in valle Stura per andare al Confine di Stato, ad Argentera, comune amministrato proprio dall'onorevole Ciaburro, di Fratelli d'Italia. 

Il Colle della Maddalena, da sempre, ad ogni nevicata, chiude proprio da Argentera al Confine di Stato. Parliamo di un valico internazionale che porta in Francia. L'unico al momento praticabile , stante la chiusura del tunnel di Tenda dall'ottobre del 2020. Eppure, anche lassù, nulla si muove, nonostante Anas abbia più volte ribadito la volontà di inserire nella programmazione pluriennale la realizzazione di un sistema paravalanghe che risolverebbe in via strutturale la problematica della chiusura, ma che richiede tuttavia ancora tempi lunghi.

Tra le opere evidenziate nel rapporto Oti, però, risulta che la gestione del rischio valanghivo sia risolta.

Come? Con il PIDAV, che non ha mai evitato le continue chiusure del valico. Nevica sempre meno e chiude, quindi, sempre meno. Ma negli anni passati ci sono stati inverni con decine di giorni di chiusura totali.

Cos'è il PIDAV? E' il Piano di Intervento per il Distacco Artificiale delle Valanghe, predisposto nel 2012 dalla Provincia e reso operativo a partire dall’inverno 2014 al fine di limitare - ma non eliminare - la durata dei periodi di chiusura del valico al traffico.

Dopo quattro stagioni di sperimentazione, la Regione ha acquisito lo studio della Provincia di Cuneo. Il PIDAV viene attivato ogni anno e prevede l’attuazione di interventi che consistono nell’effettuare, tramite un’apposita campana (DaisyBell) montata su elicottero, esplosioni che provocano il distacco controllato delle formazioni nevose ritenute pericolose. Dopo questa operazione, bisogna sgomberare la strada e attendere che la Commissione Valanghe dia il via libera all'apertura del valico.

Non passano mai meno di tre giorni dalla chiusura alla riapertura, anche perché l'elicottero ha bisogno di condizioni meteo idonee per operare e lassù, a quasi 2000 metri di quota, non è così scontato. Anas, cha ha in capo i costi, spende ogni anno più di 100 mila euro per queste operazioni. Per ora si va avanti così: di paravalanghe non si parla.

Restiamo in Valle Stura per scendere decisamente più a valle, a Gaiola, dove si trova il ponte dell'Olla. Questa infrastruttura non rientra nemmeno tra le opere strategiche per il Piemonte. E' infatti transitabile. Ma per quanto ancora?

Ormai da anni il territorio avanza dubbi sul suo stato di salute. Parliamo di un'opera di fine '800, certamente non concepita per supportare il passaggio attuale. 

Proprio su sollecitazione del territorio, dopo varie prove di carico statiche e dinamiche, tra il 21 e il 26 febbraio scorso Anas ha effettuato dei geosondaggi e delle ispezioni profonde della struttura; non semplici prove di carico, ma una valutazione dello stato di salute dell'opera.

A distanza di un mese, non sono ancora state rese note le risultanze delle ispezioni.

Anas ha anche previsto un ampliamento dell'infrastruttura di circa un metro. I lavori si prevede che possano durare 8 mesi, con ripercussioni enormi sul traffico, a partire da quello pesante, che ogni giorno sale e scende con il carico di bottiglie di Acqua Sant'Anna. Il ponte dell'Olla, un vero e proprio imbuto che dà accesso alla valle, ha due alternative decisamente non adatte ad assorbire il traffico dei tir: le provinciali 337 (la ex militare) e la 121, destra e sinistra Stura.

E non è tutto: l'allargamento della sede stradale non viene in alcun modo considerato risolutivo, perché quello che serve è un raddoppio del ponte.

E torniamo al libro dei sogni...

Barbara Simonelli

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