E’ unanime il cordoglio manifestato in queste ore da più parti per la scomparsa dell’ingegner Enzo Demaria, morto ieri, lunedì 27 febbraio, all’età di 85 anni.
A distanza di quasi un quarto secolo in tanti, nella capitale delle Langhe e nel suo territorio, sono andati col ricordo all’immagine del sindaco che amministrò la città per due mandati, dal 1990, sotto le insegne di quella Democrazia Cristiana con la quale era entrato in Consiglio comunale venti anni prima, nel 1970, lui trentatrenne. Poi confermato nel 1995, eletto direttamente alla testa di un’alleanza di centro a guida Partito Popolare Italiano, nella quale faceva il suo ingresso in Giunta come vicesindaco un Alberto Cirio allora appena ventiduenne, giovanissimo portacolori delle istanze che, dopo i rivolgimenti di Tangentopoli, avevano portato la Lega Nord di Umberto Bossi sulla ribalta della politica nazionale.
Proprio Cirio, che con quella nomina ricevette il battesimo del percorso politico che nel 2019, ventiquattro anni dopo, lo avrebbe portato alla guida del Piemonte, ieri ha voluto rendere un sentito omaggio alla figura di quel suo primo mentore, "ottimo sindaco e soprattutto grande albese". "In questa foto di Bruno Murialdo del 1995 – ha scritto ieri il governatore –, conservata negli archivi del Comune di Alba, io avevo solo 22 anni e lui mi aveva appena nominato suo vicesindaco. Gli sono e gli sarò sempre grato per questo gesto di grande fiducia, mi mancherà tanto e per me continuerà a essere un modello".
Ma quella del presidente regionale, che fa seguito ai riconoscenti tributi proferiti dall’attuale sindaco Carlo Bo (“Alba ha perso un grande uomo che ha contribuito a scrivere la storia di questa città"), della sezione Anpi di Alba Bra Langhe e Roero come di quella provinciale ("Uomo onesto e rigoroso"), di cui era vicepresidente, dai Veterani dello Sport e del Centro Studi Fenoglio – tra le tante organizzazioni della cultura e del terzo settore cittadino alla cui vita aveva dato un importante contributo una volta ritiratosi dalla politica attiva –, non è la principale immagine impressa nella mente dei tanti albesi che al diffondersi della notizia, ieri mattina, non hanno celato il proprio dispiacere e un’affettuosa vicinanza alla famiglia, alla compagna Gabriella, ai figli Cristina con Federico e Claudio con Eleonora, alla nipote Anna.
Perché l’immagine impressa nei ricordi dei più è certamente quella dell’amministratore che con coraggio affrontò la tragedia all’alluvione 1994, quando nella notte tra il 5 e il 6 novembre la città si trovò sommersa dalla furia del Tanaro, trovandosi a contare nove vittime e un quadro di distruzione dal quale seppe risollevarsi col contributo di tanti e sotto la guida di quel sindaco galantuomo che pochi anni più tardi abbandonò la politica attiva, ma non l’impegno a favore della comunità.
Un ricordo che ricorrerà certamente in occasione dei funerali, che la famiglia ha fissato per domani, mercoledì 1° marzo, alle ore 15 nel duomo di Alba. Rosario di preghiera questa sera, alle ore 20.30 in duomo.