Multe fino a 6.000 euro per i distributori di benzina che non espongono il prezzo medio del carburante e l'eventuale chiusura dell'attività fino a 30 giorni.
Ecco perchè i gestori delle pompe di benzina sciopereranno per 48 ore a partire dalle 19 di questa sera, martedì 24 gennaio.
Non c'è stato alcun dietro-front del Governo sul decreto Trasparenza relativo ai prezzi di benzina e gasolio. Quindi la chiusura è confermata. Come detto, martedì dalle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade, i distributori (anche self service) saranno chiusi per due giorni.
La protesta è siglata Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio che, in una nota congiunta sono tornati a spiegare che "il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di 'trasparenza' e 'zone d'ombra' solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che non esistono". Quindi, aggiungono, "ristabilire la verità dei fatti diviene prioritario".
Ed è questo il punto. I benzinai non ci stanno a diventare il capro espiatorio dei prezzi dei carburanti.
Lo spiega bene Ermanno Allocco, presidente Figisc- Anisa (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) per la provincia di Cuneo: “Siamo stufi di essere additati come gli unici responsabili. Noi gestori non ne possiamo niente e siamo tassativamente obbligati a mettere il prezzo che la società ci obbliga a mettere. Era tanto bello quando il prezzo era fisso. Il margine di guadagno per noi è sempre risicato (una media di 3 cent/litro, ndr). Avremmo la possibilità di incrementare il prezzo di 1 centesimo ma non lo facciamo, altrimenti sarebbe un suicidio”.
“Le compagnie e le grosse aziende. Sono loro a speculare sui prezzi dei carburanti - aggiunge Ettore Grosso, presidente Faib Cuneo (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) -. Gestire un distributore richiede un grande impegno e non abbiamo quel guadagno che si pensa. Anzi, se uno ha un dipendente, non si salva. I prezzi sono imposti: se diminuiscono, noi li diminuiamo immediatamente e perdiamo quei centesimi di guadagno che abbiamo in vasca”.
Intanto, ci sono stati nuovi rialzi nel fine settimana per i prezzi de carburanti, con la benzina a 1,830 euro/litro (1,98 sul servito) e il gasolio a 1,890 euro litro (2,026 sul servito).
I gestori – ci tengono a precisarlo - non sono contrari di principio al prezzo medio del carburante, ma alle modalità di esposizione.
“Non abbiamo niente da nascondere, ma come facciamo? - continua Grosso -. È una cosa che grava sempre su di noi. Un lavoro che non ci compete, per altro da fare quotidianamente. La domenica che siamo chiusi come facciamo ad aggiornare il cartello? Si potrebbe fare con un QR code senza problemi”.
“Perchè devo rischiare di prendere una multa altissima se non ho aggiornato subito il prezzo medio? - aggiunge Allocco -. L'obbligo di pubblicarlo è corretto. Anzi, direi che ci aiuta, perchè almeno dimostriamo al cliente che noi non ne possiamo niente. Ripeto, sono le società che ci marciano e fanno di tutto per tenere i prezzi più alti che possono”.
Molti benzinai, aperti nel week-end con il self service, avevano già finito il carburante in mattinata e quindi chiuso l'attività.
“Il problema è quello – continua Allocco -. Quello che non si vende in questi due giorni di sciopero, lo si vende prima. Anche chi fa carburante tre o quattro volte all'anno, oggi viene e fa il pieno. Siamo una categoria strana. I gestori fanno lo sciopero ma le pompe bianche e i supermercati non lo fanno. Così lavoreranno di più loro. Ecco perchè non si incide più con gli scioperi”.
“Chiudiamo due giorni ma serve a poco, considerato che riguarda solo i gestori e non i presidianti. – chiude Urbano De Angelis, consigliere Figisc-Anisa e gestore di un distributore in piazza Torino a Cuneo: Io ero chiuso nel fine settimana e ho ancora prodotto. Stamattina all'apertura c'era poca ressa, poi è aumentato un po'. Credo che ci saranno code due ore prima della chiusura”.