Attualità - 23 gennaio 2023, 07:45

Bra, i Salesiani si preparano alla solenne festa di San Giovanni Bosco

Novena e celebrazioni, aspettando il 31 gennaio, memoria liturgica dell’apostolo dei giovani

L’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra

L’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra

Il 31 gennaio è uno dei giorni più freddi dell’anno, ma non per i Salesiani e per tutti coloro che portano don Bosco nel cuore.

Nella città di Bra, l’anniversario della sua nascita al cielo è sempre un momento di grande solennità e ogni anno la sua festa si trasforma in un evento spirituale ricco di significati e di fede. Una bella occasione di crescita e di allegrezza per sentirsi non solo bene nella propria comunità, ma felici.

È già iniziata la novena a cui farà eco il Rosario dell’Ausiliatrice in programma martedì 24 gennaio, alle ore 21, presso la cappella dell’Istituto San Domenico Savio, con riflessioni su San Francesco di Sales (patrono dei Salesiani) nel giorno della memoria liturgica.

Previsto anche un incontro venerdì 27 gennaio, alle ore 20.45, in tema con la strenna 2023 del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime“Come lievito nella famiglia umana di oggi. La dimensione laicale della famiglia di don Bosco”.

Si prosegue domenica 29 gennaio nella cappella dell’Istituto con le Messe, alle ore 10 e alle ore 11.15, che segnano l’avvio alle celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco, rese ancora più gustose, grazie alla merenda, preparata secondo il canone dell’accoglienza salesiana.

Ed eccoci al gran giorno. Martedì 31 gennaio è la memoria liturgica del Santo e sarà grande festa con la Messa delle ore 18, presieduta dal direttore don Riccardo Frigerio, in forma di celebrazione comunitaria.

Ovviamente, i protagonisti di questo tempo di festa saranno i giovani piccoli e grandi. Per gli alunni della scuola media e del Cnos-Fap sarà l’opportunità di riscoprire la gioia del cuore e dell’anima, il più concreto biglietto da visita di don Bosco.

“Cari giovani, io con voi mi trovo bene”: è scritto sul cartellone che campeggia nel cortile dell’Istituto San Domenico Savio, testimone della missione di don Bosco dal 1959. Da allora, sacerdoti, laici consacrati, educatori, ex allievi e cooperatori sono al servizio di bambini e ragazzi della città, operando con fede e dedizione nella Casa che sorge nel quartiere Oltre-ferrovia.

A sostenerli è l’Auxilium Christianorum (l’Aiuto dei Cristiani) che era continuamente invocata da don Bosco. Il grande educatore di Valdocco pose la sua opera di sacerdote e fondatore, sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, alla quale si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose s’ingarbugliavano.

Il Santo torinese, che spese la sua vita per i giovani dell’800, continua a distanza di secoli a scaldare i cuori. E l’oratorio rappresenta da sempre il perno di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.

Ogni giorno una moltitudine di ragazzi frequentano la scuola, il catechismo, svolgono diverse attività ludiche e culturali, fanno sport nei campetti di calcio, basket e pallavolo. “Come ci ha insegnato don Bosco, noi cerchiamo di formare buoni cristiani e onesti cittadini”, hanno continuamente predicato intere generazioni di Salesiani.

Tante persone sono cresciute nei cortili di viale Rimembranze, generazioni e generazioni sono passate di lì e ancora oggi lo spirito del suo fondatore è presente tra i sorrisi dei fanciulli, l’entusiasmo degli adolescenti, la devozione degli adulti.

Un solo pensiero fu caro a don Bosco: vedere i suoi giovani “Felici nel tempo e nell’eternità”. Questa, da sempre, la missione dei Salesiani di Bra. Lo sa bene don Sebastiano Bergerone, uno dei decani della fraternità, che racconta: “Don Bosco, presentando il libro ‘Il giovane provveduto’, annota che molti ragazzi non frequentano la Chiesa, perché pensano che dovrebbero rinunciare alle cose più amate della loro vita: il divertimento, la musica, lo sport, la libertà. Questo li porta a posticipare il più possibile la pratica religiosa. Don Bosco rassicura i giovani che Gesù non toglie niente al positivo che c’è in loro, ma li aiuta a liberarsi dagli impedimenti che ostacolano la felicità a cui aspirano. Gesù stimola le forze migliori che ci sono in loro, distrugge le trappole che un mondo ripiegato su se stesso tende ai suoi abitanti. L’esperienza che i giovani vivono nelle case salesiane è di grande gioia, (allegria, come diceva lui), tanto che dicevano: facciamo consistere la vita cristiana nell’allegria e nel compiere il nostro dovere”.

Un messaggio chiaro, semplice ed attuale quello di don Bosco, un santo non solo da ammirare, ma da imitare.


Silvia Gullino

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