Tra qualche giorno si commemora Santa Barbara. La ricordiamo in quanto protettrice del corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma non soltanto.
La martire cristiana è anche patrona di artificieri, genieri, geologi, tagliapietre, muratori e minatori. Perché la sua figura è legata indissolubilmente alla roccia, in quanto si rifugiò in una grotta per fuggire al padre che si opponeva alla sua conversione cristiana, ma anche all’esplosivo, siccome il padre, dopo averla decapitata su pubblica piazza, venne immediatamente incenerito da un fulmine.
Natura, roccia, esplosivo. Tutti elementi imprescindibili, ancora oggi, per chi opera in cava.
E proprio il 4 dicembre, giorno della ricorrenza, una statua della devota sarà posta nella sede di Bernezzo dell’Unicalce alla presenza della direzione nazionale del gruppo e delle autorità locali.
L’INVESTIMENTO DI UNICALCE
La realtà bernezzese da circa un anno ha posto le basi per un investimento da dieci milioni che prevederà l’apertura di un nuovo fronte di scavo e la contemporanea chiusura dell’attuale.
Questo garantirà continuità produttiva per almeno venti anni nel sito dove dagli anni Settanta si estrae e si produce tra le qualità migliori al mondo di calce dolomitica (che viene cotta nei forni nella parte bassa del Vallone del Cugino) e di carbonato di magnesio (lavorato ‘a crudo’).
DA BERNEZZO AL MONDO
Un prodotto che da Bernezzo viene venduto in tutto il mondo visto l’ottimo materiale di partenza estratto dalla roccia del Vallone. Un sito su cui continua a credere il gruppo Unicalce, che ha sede a Lecco, e che gestisce una quindicina di siti produttivi in tutta Italia.
Un’eccellenza attestata anche dalla presenza del laboratorio di ricerca e sviluppo presente nell’area tra la produzione e lo stoccaggio di Bernezzo.
I DETTAGLI DEL PROGETTO
Il progetto sulla nuova cava era stato nel 2021 ampiamente discusso in conferenza dei servizi e l'iter è entrato nel vivo quest’anno, mentre si porterà parallelamente a esaurimento l’altro fronte ‘coltivato’ di cava.
I lavori, come testimoniato dal nostro reportage, procedono a gran ritmo.
MINORE IMPATTO AMBIENTALE
Quello che avverrà nella nuova cava sarà un processo produttivo più 'green' in quanto avverrà in ‘interno’. In questo modo si limiteranno le emissioni di polvere e anche a livello visivo sarà meno impattante.
Nei dieci milioni di investimento c’è anche la piantumazione di nuovi alberi e la realizzazione di una strada di accesso alla parte situata alla sommità del giacimento con la successiva coltivazione del materiale per fette orizzontali discendenti, in modo da favorire la messa in opera del recupero ambientale contestualmente alla coltivazione mineraria.
Il materiale estratto sarà trasportato per gravità mediante un pozzo (chiamato nel gergo tecnico ‘fornello') all’impianto di frantumazione primaria, la cui installazione è prevista in una camera sotterranea scavata al termine di una apposita galleria.
La galleria, come si può vedere dalle immagini, è già stata realizzata e in attesa di essere attrezzata con gli impianti di frantumazione.
Il pozzo, al momento coperto, è collocato in alto e verticalmente rispetto al punto più ampio della galleria.
Il progetto prevede, infine, che il materiale frantumato verrà trasferito a valle, dove è presente lo stabilimento, con dei nastri trasportatori, dove il materiale, grossolanamente frantumato, subirà lavorazioni in pezzature ancora più piccole (fino all’ordine di poco più di un centimetro) e, passerà alle successive fasi di cottura, insaccamento e stoccaggio. Il nastro trasportatore garantirà un utilizzo minimo del trasporto su gomma del materiale.
UNA PROSPETTIVA VENTENNALE
La nuova cava potrebbe entrare pienamente a regime nel 2025. Questo garantirà una continuità produttiva per almeno vent’anni. Attualmente i lavoratori operanti nel Vallone del Cugino sono circa una cinquantina.
EDILIZIA, MA NON SOLO
Il materiale estratto dalle cave di Bernezzo finisce sui mercati di tutto il mondo. La parola ‘calce’ spesso è associata al mondo edile. In realtà questo ambito rappresenta una fetta di mercato marginale.
Le aziende che principalmente acquistano il prodotto bernezzese sono aziende siderurgiche, vetrerie, realtà agricole, zootecniche o legate alla depurazione dei fumi.
LA ‘VECCHIA' CAVA
Una cava quando viene esaurita viene recuperata attraverso la messa di terra che viene successivamente inerbita e alberata. Nei due anni successivi la coltivazione è necessario garantire agli enti preposti (Arpa, Polizia Mineraria, Provincia e Regione) l’attecchimento delle piante. Questo è garantito attraverso un sistema di fideiussione che ogni azienda che opera con scavi su roccia ha in essere con le strutture pubbliche che si occupano di tutela dell’ambiente.