Economia - 18 novembre 2022, 17:47

Si sciopera anche all’ex Ilva di Racconigi dopo l’assenza di Acciaierie al tavolo del Ministero

Corrado Denaro (Fiom): "Si gioca sulla pelle dei lavoratori. È necessario che la siderurgia resti nel nostro paese"

Si sciopera anche all’ex Ilva di Racconigi dopo l’assenza di Acciaierie al tavolo del Ministero

Anche all’ex Ilva di Racconigi nella giornata di lunedì 21 novembre si incroceranno le braccia per la mobilitazione indetta in tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia da Cgil, Cisl e Uil.

A far scattare lo sciopero la mancata presenza dei vertici di Acciaierie all’incontro tra sindacati, enti locali e il ministro Adolfo D’Urso avvenuta questa settimana. 

Il braccio di ferro nasce sulla revoca di commesse a 145 ditte di appalti collegate alle imprese Ex Ilva dove operano circa 2mila lavoratori. Sul piatto anche il miliardo di euro, sancito con il Dl Aiuti bis, che dovrebbe sbloccare Invitalia. Un’accelerazione, parrebbe, richiesta dall’azionista di maggioranza Arcelor Mittal per sanare i conti, ma su cui il governo lavora affinché sia inserito in un aumento di capitale, prospettiva inizialmente prefissata per il 2024. 

“Si gioca sulla pelle dei lavoratori per ottenere soldi che si intende usare per coprire il debito - spiega Corrado Denaro della Fiom- L’azienda non sta investendo in manutenzione né ordinaria, né straordinaria. Sembra una morte annunciata, l’eutanasia delle Acciaierie italiane. È necessario che la siderurgia resti nel nostro paese, un asset troppo importante, anche per altri settori chiave come l’automotive.”

Le quattro ore di sciopero a Racconigi, dove operano 105 persone nella produzione di tubi in acciaio, saranno su due turni e in uscita. Non si terrà nessun presidio al di fuori dello stabilimento.

Daniele Caponnetto

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