Economia - 18 novembre 2022, 07:00

Cosa è la magnetoterapia e come funziona

La magnetoterapia è una pratica fondata sul principio che l’esposizione del corpo umano ai campi magnetici possa avere effetti terapeutici

Cosa è la magnetoterapia e come funziona

La magnetoterapia è una pratica fondata sul principio che l’esposizione del corpo umano ai campi magnetici possa avere effetti terapeutici. Essa sfrutta le peculiarità delle cellule del corpo umano, dotate di una carica elettrica che è diversa da quella presente al loro esterno. Ciò crea una situazione definita come potenziale di membrana a riposo: la differenza di carica elettrica esistente tra l’interno e l’esterno di una cellula. Eventuali danni a carico di quest’ultima possono determinare un’alterazione del potenziale di membrana a riposo: variazione che provoca un cattivo funzionamento di cellule e tessuti. È proprio in questo contesto che entra in gioco la magnetoterapia, capace di agire sulle cellule dei tessuti ossei e molli del corpo umano, favorendo il ripristino del potenziale di membrana a riposo. Fratture ossee, osteoporosi, dolori articolari e muscolari, artrosi, artrite reumatoide, lesioni della cartilagine articolare e fibromialgia sono tra le principali condizioni mediche trattabili attraverso i campi magnetici.

Magnetoterapia: come funziona

La magnetoterapia, insomma, è capace di ristabilire il potenziale di membrana a riposo laddove tale potenziale risulti alterato, ma è anche in grado di interagire con il ferro dell’emoglobina sanguigna, migliorando in tale maniera la circolazione. Per generare i campi magnetici necessari per la magnetoterapia sono indispensabili dei solenoidi: questi apparecchi possono creare campi magnetici pulsati a bassa (compresa tra i 1 e i 100 Hz) o ad alta frequenza (compresa tra i 500 e i 10000 Hz). Una opzione, quella della frequenza dei campi magnetici, che dipende dalla condizione da trattare. L’esposizione a campi magnetici a bassa frequenza, infatti, sarebbe utile per favorire l’assimilazione del calcio, rinforzando ad esempio l’apparato scheletrico di chi soffre di osteoporosi, o per stimolare la calcificazione ossea, accelerando la guarigione da una frattura. Per quanto riguarda l’esposizione a campi magnetici pulsati ad alta frequenza, invece, gli esperti sostengono che questa pratica sia indicata per favorire la circolazione sanguigna e ridurre gli stati infiammatori, alleviando la sensazione di dolore.

Magnetoterapia: l’apparecchiatura necessaria

In genere, l’apparecchio magnetoterapia è composto da una console, dai cavi di collegamento e dai solenoidi. Il computer serve a inserire i dati, che generano l’energia da infondere ai solenoidi attraverso i cavi, in modo da creare il campo magnetico. Tramite la console, tra l’altro, è possibile anche impostare la frequenza del campo magnetico in base alle esigenze del paziente. Simili a piastre rettangolari, i solenoidi vengono solitamente applicati direttamente sulla zona da trattare. Tali apparecchiature possono essere acquistate o addirittura noleggiate, ma il consiglio è quello di rivolgersi a centri di riabilitazione oppure a cliniche specializzate, dove personale qualificato potrà seguire il paziente in maniera professionale.

Come funziona una seduta di magnetoterapia?

Dopo che il terapeuta avrà ottenuto informazioni sullo status del paziente, tra cui età, altezza, peso ed eventuali patologie, dovrà programmare la macchina per far partire il processo. A conclusione della calibratura dei dati, la macchina sarà pronta per funzionare: applicati i solenoidi nella regione interessata del paziente la terapia può finalmente cominciare. Le sedute di magnetoterapia durano circa una quarantina di minuti: di solito sono necessarie dalle quindici alle trenta sedute per iniziare a notare dei benefici concreti. Il costo medio di una seduta si aggira tra i venti e i quaranta euro, a seconda del centro di riabilitazione prescelto: molte strutture praticano delle scontistiche basate su pacchetti, così da incentivare il cliente. Chiudiamo con una domanda che assilla diversi pazienti: la magnetoterapia può avere effetti collaterali? Esistono solo tre categorie di individui che non dovrebbero sottoporvisi: i portatori di pacemaker o defibrillatori, le donne incinte o persone affette da forme tumorali. I campi magnetici a scopo terapeutico, infatti, potrebbero interferire con il corretto funzionamento di eventuali dispositivi elettronici oppure nuocere al normale sviluppo del feto. Per il resto della popolazione, invece, si tratta di una pratica indolore e assolutamente sicura.

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