Attualità - 18 ottobre 2022, 06:55

Per i minori una giustizia lumaca: "Sei anni per una sentenza, sette mesi per comunicarla"

La decadenza dalla responsabilità genitoriale di un padre assente dichiarata quando il bimbo è ormai quasi maggiorenne. Nell’attesa che la riforma varata nel 2021 diventi operativa il caso limite segnalato da un avvocato cuneese: "Purtroppo è la norma"

Immagine d'archivio

Immagine d'archivio

Anche gli avvocati della Granda guardano con grande speranza alla riforma del processo civile che unifica il rito per tutto ciò che attiene ai diritti delle persone e della famiglia (legge delega n. 206 del 2021).

Una radicale modifica dell'attuale sistema di governo della giustizia in questo delicato ambiato che però non sarà attuata prima di due anni e che non è stata esente da critiche, soprattutto da parte della Magistratura del Tribunale dei Minori, ma che dovrebbe condurre a una una riorganizzazione dell’intero processo della famiglia e a velocizzazione dei suoi tempi. 

Chi si occupa di questo ambito del diritto si scontra quotidianamente con un sistema che oggi, invece, è davvero una corsa a ostacoli, con tempistiche inidonee a rispondere alle esigenze di tutela dei reali protagonisti di questi processi, vale a dire i minori.

E' l'avvocato cuneese Paola Arcidiacono a evidenziarne le debolezze, partendo da un caso iniziato nel 2016, di fronte al Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, e terminato pochi giorni fa, quindi dopo sei lunghi anni.

Nel 2016 l'avvocato Arcidiacono, nell’interesse della propria assistita, madre di un bambino di allora dieci anni, depositò presso il tribunale torinese un ricorso per la declaratoria di decadenza della responsabilità genitoriale nei confronti del di lui padre.  

Un uomo assente dalla vita del figlio, inadempiente sotto il profilo economico, che aveva abdicato rispetto al ruolo genitoriale in ogni aspetto, sin da quando il bambino era in tenerissima età.

Processo che si è svolto in contumacia (il padre non si è neppure presentato in Tribunale) e che, grazie anche alle univoche relazioni dei servizi sociali, che da sempre seguivano il nucleo, non ha richiesto alcun tipo di istruttoria, salva l’audizione della madre, avvenuta nel luglio 2017.

Ne è seguito un silenzio assordante, rotto solo dalle istanze di sollecito presentate periodicamente dall'avvocato, sino al completo accoglimento del ricorso, avvenuto con decreto del 24 marzo 2022, comunicato al legale pochi giorni fa, il 12 ottobre 2022. Il che significa ulteriori 7 mesi di ritardo rispetto all’emissione del provvedimento.

Sei anni per avere una risposta (semplice) a un problema delicato, sette mesi per comunicarla.

"Un sistema che non regge in alcun modo – spiega l'avvocato Arcidiacono –. Nel frattempo questo minore è prossimo alla maggiore età ed il senso e l’efficacia di questo provvedimento si affievoliscono, per la tardività. In tutti questi anni, infatti, per ogni cosa riguardante il ragazzino, dal rilascio di un documento, al permesso per andare in gita scolastica, la madre ha dovuto destreggiarsi con problemi burocratici di varia natura. Un inferno per la mia assistita e, di conseguenza, per il minore, che in tutti questi anni, oltre a non aver mai potuto contare su un padre, si è visto anche privato della possibilità di trascorrere un giorno in Francia, non avendo una carta di identità valida per l’espatrio e non essendo sufficiente il solo consenso materno per ottenerla".

Sei anni per avere una risposta, gestendo anche il difficile compito – come avvocato - di mantenere la fiducia del cliente. "Questa inefficienza scredita anche il nostro ruolo – continua il legale –, siccome anche noi avvocati siamo parti di un ingranaggio ormai difettoso, le cui problematiche ci impediscono di fornire un servizio valido, nonostante l’impegno profuso per tutelare i nostri assistiti”.

L'avvocato Arcidiacono evidenzia come i tempi lunghissimi, le difficoltà ad accedere agli uffici giudiziari e alle cancellerie e la macchinosità del sistema siano una costante nel lavoro di questi ultimi anni. Quando ci sono di mezzo i problemi della famiglia in crisi e dei minori, una risposta tardiva peggiora ulteriormente vicende già delicate, innalzando la conflittualità, con il rischio che la crisi possa sfociare in situazioni tragiche e spesso irrecuperabili.

"Inoltre, quando le vertenze hanno ad oggetto relazioni familiari, le circostanze sottese alle fattispecie evolvono per loro natura, sicché se la decisione arriva dopo anni è altamente probabile che non risponda più alle esigenze iniziali. Ciò con ricadute enormi sulla vita delle persone e sul sistema sociale in generale".

Il Tribunale Unico della Famiglia, ad avviso dell’avvocato Arcidiacono, pone finalmente le condizioni per la piena attuazione dei diritti dei soggetti fragili e per una semplificazione processuale, che si auspica possa condurre a un miglioramento del contenzioso, evitando lungaggini che stritolano i figli, minando la loro serenità ed il loro equilibrio.

[L'avvocato cuneese Paola Arcidiacono]

Barbara Simonelli

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU