Agricoltura - 22 settembre 2022, 08:08

Braccianti della vendemmia: qual è la situazione nelle Langhe e nel Roero?

Se da un lato il Comune di Alba con altre istituzioni e diversi produttori sta lavorando da tempo per fare chiarezza, dall'altro in questo periodo le zone d'ombra non mancano

In vendemmia nei vigneti non tutte le mani sono "regolari"?

In vendemmia nei vigneti non tutte le mani sono "regolari"?

Il lato oscuro della Luna. Parafrasando questa conosciuta espressione possiamo dire “il lato oscuro della vendemmia”, un aspetto che non riguarda direttamente i vitivinicoltori ma che, nel periodo della raccolta delle uve, porta a far riflettere su un aspetto che ogni anno viene messo in luce: quello della situazione dei braccianti.

Dal lato delle istituzioni, delle associazioni sociali e dei produttori è stato fatto un buon lavoro negli ultimi anni ma c’è un “sommerso” che non si riesce a portare bene a galla, per purificarlo.

Anche sulle colline di Langhe e Roero in queste settimane si vedono volti nuovi tra i filari: sono i braccianti dell’uva che, inviati dalle cooperative, fanno il loro onesto lavoro. Un lavoro che viene spesso sottopagato. Si parla di 5 massimo 6 Euro all’ora per circa dieci ore al giorno, spesso senza contratti chiari, vitto e alloggio.

Se da un lato queste persone, per lo più immigrati di origine africana provenienti da Torino, cercano di inserirsi nella società svolgendo un lavoro regolare, dall’altro vivono periodo intensi in cui le soddisfazioni non sembrano essere all’ordine del giorno.
Diciamo che durante la vendemmia viene alla luce una situazione “border line”: basta un soffio di vento per parlare di sfruttamento? La domanda è legittima e la risposta la si cerca nel voler aiutare questi immigrati, dando loro una permanenza dignitosa.

Un argomento di cui ci eravamo già occupati a più riprese nei mesi scorsi e che, come il “segreto di Pulcinella”, tutti conoscono e su cui, ribadiamo, è già stato fatto tanto, ma che ciclicamente torna a galla. Il discorso è semplice: da un lato istituzioni e associazioni lavorano per tutelare gli immigrati, dall’altra ci sono alcune cooperative che, diciamo, non vanno tanto per il sottile a livello di trattamento economico, dando sì la possibilità di lavorare, ma a condizioni non proprio regolari o dignitose.

«Il Comune continua a lavorare con il Centro Caritas di Via Pola e le varie associazioni coinvolte che si occupano di immigrati su Alba - afferma Elisa Boschiazzo, assessore al sociale - ed attualmente al Centro sono presenti venti immigrati impegnati nella vendemmia, e sono tutti regolari e ben inseriti. Il lavoro fatto negli ultimi anni ha permesso di contrastare il fenomeno dello sfruttamento e non registriamo casi. Certo purtroppo il mondo delle cooperative non è facilmente controllabile da parte di un solo Comune. Ma stiamo cercando di lavorare anche su questo fronte e domani (21 settembre) avrò un incontro con il Prefetto di Cuneo con cui ci confronteremo per sensibilizzare sempre di più i paesi del territorio e per capire come inserire a livello lavorativo gli immigrati che si fermano nei nostri luoghi».

Livio Oggero

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