Economia - 07 settembre 2022, 18:35

Le imprese della Granda cominciano a pagare lo scotto energetico. Masera (Cgil): “Ci vuole dell’alta politica”

Nessuna chiusura in vista, ma gli energivori aprono alla cassa: “Con questi costi si annulla la prospettiva di crescita. Le aziende attivano la cassa, magari al 70 o all’80 per cento, ma anche i lavoratori hanno bollette e costi incrementati e necessitano di una copertura salariale del 100 per cento”

Le imprese della Granda cominciano a pagare lo scotto energetico. Masera (Cgil): “Ci vuole dell’alta politica”

Non solo la cartiera Pirinoli di Roccavione. Ma anche altri poli industriali della provincia stanno fermando o rallentando la produzione con l’attivazione di cassa integrazione. La motivazione è sempre da ricercarsi nei costi energetici, ma anche nella persistenza di un problema nel reperimento di materie prime con l’inflazione che galoppa e con la prospettiva di un autunno che si prevede molto incerto.

La cartiera Pirinoli di Roccavione ha fermato la produzione

A patire di più, oltre al settore carta, sono le acciaierie, gomma-plastica e metallurgica in generale. I settori più energivori. Ma, la verità, è che non esiste realtà esente dal contraccolpo dei costi energetici sia a livello di industria, ma anche nel settore agricolo e nei servizi.

“Ogni giorno - spiega a Targatocn.it il segretario provinciale della Cgil Cuneo Davide Masera - veniamo avvisati di aziende che attivano ammortizzatori sociali, nonostante non abbiamo sentore di chiusure in vista, sintomo di una realtà economica provinciale comunque sana. Ma ciò non toglie che la situazione resti complicata. C’è un problema salariale. Oggi stimiamo che il caro vita infici mediamente di una mensilità annua nella gestione familiare. Ma la cassa integrazione non sempre viene attivata al 100% e questo rappresenta un problema per i dipendenti”.


Davide Masera - Segretario Generale Cgil Cuneo

“Assistiamo a uno scenario inedito - prosegue Masera - con la prospettiva di impresa messa a durissima prova. Qui ci vuole dell’alta politica, un’analisi seria di come sta cambiando il mondo. Consapevoli che gli slogan ‘meno stato, più mercato’, non hanno portato  a nulla di buono. Che il decreto aiuti non è sufficiente. Che oggi paghiamo la scelta di affidarsi a un solo fornitore per il gas.”

Anche di questi temi la Cgil provinciale parlerà in un incontro indetto per lunedì 19 settembre a Bra presso la Sala polifunzionale Arpino alle ore 9,30. Tra i punti l’aumento salariale delle pensioni, la lotta alla precarietà, la sicurezza sul lavoro, lo stato sociale e lo sviluppo di una giusta transizione ecologica.

 “Tirare in ballo il nucleare oggi - continua il segretario del sindacato di via Coppino - è surreale, ci vogliono 30 anni per una centrale operativa e il problema è adesso. Abbiamo la necessità di scelte importanti con un investimento su fonti rinnovabili che possano lasciare un mondo migliore. Ma per fare questo ci va un’azione politica, come detto, di altissimo livello. Con le singole forze non se ne esce”.

Il tema è caldissimo (e non può essere altrimenti), oltre ad essere al centro delle campagne elettorali di tutte le forze politiche in corsa.

“Una realtà industriale del Cuneese ci ha esposto le spese energetiche rispetto allo scorso anno - spiega Masera - Da 2,9 milioni si è passati a oltre 6 milioni. Con questi numeri si annulla la prospettiva di crescita. Le aziende attivano la cassa, magari al 70 o all’80 per cento, ma anche i lavoratori hanno bollette e costi incrementati e necessitano di una copertura salariale del 100 per cento. E già così si fa fatica ad arrivare a fine mese”.

“La provincia di Cuneo
- conclude - è migliore di altri territori. Le realtà economiche del luogo hanno saputo guardare al futuro meglio di altri, ma lo scenario è difficile per tutti. Ai prossimi parlamentari eletti sul territorio chiediamo di lavorare sul potenziamento infrastrutturale a partire da quello ferroviario,  con il collegamento di tutte le aree, di modo da costruire un sistema logistico valido, sfruttando le opportunità offerte per la nostra provincia dall’interporto di Vado Ligure. Il futuro passa anche dal colmare il gap digitale con il potenziamento della banda larga, ma anche dalla formazione continua sui nuovi strumenti a cui tutti devono avere accesso. Infine la sanità pubblica: deve essere difesa e migliorata. Il Covid ce lo ha insegnato...” 

Daniele Caponnetto

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