L'ex assessore Domenico Giraudo, ora consigliere comunale del Partito Democratico, fedelissimo della sindaca Patrizia Manassero, ieri è stato protagonista di un'interpellanza presentata da Ugo Sturlese.
Una vicenda che riguarda il PING di Cuneo e che già era emersa durante la precedente legislatura.
Domenico Giraudo è stato condannato dal Tribunale di Torino al pagamento di poco meno di 50 mila euro alla società Pensare in Granda. Non solo, per lui e per altri due amministratori di PING anche il pagamento di altri 20mila euro e la rimozione dall'incarico.
Sturlese nell'interpellanza evidenziava e chiedeva conto delle reazioni dell'allora sindaco Borgna e del consigliere Carmelo Noto, che criticarono in modo deciso l'iniziativa del Gruppo consigliare Cuneo per i Beni Comuni, quando mise in discussione la compatibilità etico politica di Domenico Giraudo rispetto al ruolo istituzionale ricoperto.
L'interpellanza ieri sera è stata discussa a porte chiuse, come stabilito dal presidente del consiglio comunale Marco Vernetti, in attuazione del regolamento. Il consiglio, infatti, non può esprimersi su persone fisiche o giuridiche estranee all'attività amministrativa, come nel caso degli altri due amministratori rimossi dall'incarico assieme a Giraudo.
Accese proteste da parte di Sturlese e sospensione della seduta da parte di Vernetti, con convocazione dei capigruppo. Alla fine l'interpellanza è stata discussa, appunto, a porte chiuse.
Da parte di Domenico Giraudo un solo commento sulla questione, all'indomani del consiglio: "È una questione privata, che non ha attinenze col Comune di nessun tipo".
Questione chiusa, almeno dal punto di vista dell'amministrazione comunale.